Capitolo 30

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CAPITOLO 30

E giunse Natale.

Sara e suo padre, durante i giorni passati, si erano dedicati all'addobbo dell'albero di Natale. Alessio invece aveva decorato alcuni vetri alle finestre, attaccando degli stickers trasparenti. Solitamente Laura, aveva sempre partecipato agli addobbi natalizi, realizzando lei stessa alcuni lavori come la ghirlanda di rami veri da attaccare alla porta, ma quell'anno si sentiva triste. Fra tre giorni Alessio sarebbe partito per il Giappone.

La sera della vigilia sedettero tutti e quattro davanti al camino acceso. Laura aveva tirato fuori tutti gli album fotografici e insieme avevano sfogliato ogni pagina a ricordare le situazioni che le foto rievocavano. Avevano sorriso di fronte alle immagini di Sara e Alessio piccolini. Laura aveva provato strane emozioni rivedendo le immagini di Marco mentre giocava con i figli piccoli al mare, nel giardino di casa, in varie situazioni familiari. Era stato un buon padre. Era giusto riconoscerlo.

«Vostro padre ha sempre giocato tanto con voi. Siete dei figli fortunati. Non lo fanno tutti i padri» disse Laura a un tratto. Marco la guardò e le sorrise.

Nei tre giorni precedenti alla partenza di Alessio, Laura si dedicò ad aiutarlo a preparare le cose necessarie.

«Poche cose mamma, altrimenti il bagaglio in aereo costerà uno sproposito» le diceva suo figlio mentre toglieva quello che Laura aggiungeva.

«Ma come farai senza le cose a cui sei abituato?» gli chiedeva lei.

«Me la caverò» rispondeva Alessio.

La mattina del 28 Dicembre si avviarono tutti insieme ad accompagnare Alessio all'aeroporto. L'aereo era alle dodici. Sara si sarebbe poi fermata da Sofia, a casa del padre.

Arrivarono in aeroporto alle dieci circa. Mentre Alessio si dirigeva nella zona Check-in arrivò anche Francesco con i suoi genitori. La mamma di Francesco era una donna dall'aspetto simpatico. Con voce carica di energia chiese avvicinandosi:

«Come va?»

«Siamo un po' provati» disse Laura.

«Vedrai che sarà una bella esperienza. Io da ragazza ho viaggiato molto ed è stato molto utile per la mia vita professionale». La mamma di Francesco insegnava lingue straniere in un Istituto scolastico superiore. I due gruppi familiari rimasero per alcuni minuti a chiacchierare insieme, poi si udì l'annuncio per avvicinarsi all'area imbarco. A quel punto Laura prese Alessio sottobraccio e si allontanò un po' dall'altra famiglia. Si abbracciarono e anche Alessio si commosse. Poi anche Marco e Sara lo abbracciarono. Dopo poco i due ragazzi si allontanarono dalla vista dei genitori. Laura disse ai suoi:

«Andiamo a cercare un bar. Aspetteremo che l'aereo decolli». Gli altri acconsentirono. Così salutarono i genitori di Francesco e si diressero verso il bar che si trovava sul piano superiore da cui attraverso una vetrata si poteva ammirare tutta la pista di atterraggio al di sotto. Laura inviò un messaggio ad Alessio Siamo al bar da cui si vede la pista. Chiamaci qui prima di imbarcarti così ci salutiamo di nuovo. Poco dopo Alessio rispose Va bene 

L'aereo era pronto per la partenza. Si trattava di una compagnia giapponese e i colori erano quelli della bandiera nazionale bianco e rosso. Sarebbe atterrato a Tokio e poi da lì avrebbero proseguito in treno. Alle 11.30 Alessio chiamò.

«Mamma stiamo per salire in aereo, ci fanno spegnere i cellulari».

«Va bene, metto il viva voce così ti salutiamo insieme».

«Ciao fratello» disse Sara.

«Mi raccomando Alessio, dacci belle notizie» gli disse Marco.

«Ciao, Ciao» li salutò con enfasi Alessio.

Il canto delle sireneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora