Capitolo 11

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CAPITOLO 11

La mattina dopo Laura e Marco andarono insieme al mare.

Si era svegliata presto come sempre per accudire tutti i quadrupedi della casa e poter uscire di buon'ora. Marco aveva caricato in auto ogni cosa necessaria per la spiaggia.

Il mare era bello, azzurro, caldo e calmo. Si tuffò subito, ma invano, non riusciva a togliersi dalla testa il tempo trascorso al mare con Stefano. Lì, in quella situazione, non sentiva alcun  richiamo. Marco le stava accanto. Per un po' nuotarono insieme. Qualche volta lui le sfiorò con le labbra una spalla. Lei fece finta di niente.

 Quando uscirono dall'acqua e Laura si sistemò al sole, Marco le si sdraiò accanto accarezzandole i piedi.

"Sei particolarmente bella in questi giorni". Laura non rispose. Provò una strana inquietudine. Sapeva che quel complimento era sincero e sapeva anche che il suo attuale aspetto era merito di Stefano e non di Marco. 

Quando lui si assopì al sole lei si alzò, prese il telefono e si allontanò verso la riva. Chiamò Stefano. Dopo qualche squillo lui rispose.

"Stavi dormendo?" gli chiese divertita.

"Sì" rispose, anche lui divertito.

"Più tardi non potrò chiamarti, per questo lo sto facendo ora".

"Dove sei?"

"Sono al mare". Intanto, mentre gli parlava si guardava intorno.

"Sei al mare da sola?" Laura esitò a rispondere, guardò in direzione della zona dove stava sdraiato Marco.

"Sono  con mio marito. Ora si è addormentato e così ti sto telefonando".

"Ah... è in ferie?"

"Sì..." mormorò Laura. "Che hai fatto ieri sera?" 

"Ho disegnato quasi tutta la notte. Ho preso sonno che era quasi l'alba, per questo dormivo ancora." 

"Cosa hai disegnato?" 

"Noi". Laura rimase in silenzio per qualche secondo, molto colpita dal tono di voce con cui lui lo aveva detto.

"La storia che parla di noi?" chiese ancora.

"Sì... Desidero continuarla, almeno sui fogli" puntualizzò.

"Uhmm.." prese tempo Laura, poi, con voce morbida disse: "Sono contenta che tu la stia continuando. Ti abbraccio forte. Ora vado. Tu continua a riposare". 

"Ti abbraccio forte anch'io" rispose lui con un filo di voce. 

Laura chiuse la telefonata e continuò a passeggiare sulla battigia. Le onde con calma andavano e venivano. L'acqua le bagnava le caviglie. La sabbia molle si abbassava sotto al passaggio dei piedi in un susseguirsi di orme inafferrabili. Chiuse gli occhi per cercare  le sensazioni che la conversazione telefonica le aveva suscitato. Era la prima volta che sentiva Stefano così, polemico e contrariato.  A occhi chiusi, percorse  un brevissimo tratto e il profumo del mare le inondava le narici; il sole iniziava a scottare sulla pelle ormai asciutta. A un tratto, sentì un dolore lancinante sotto un piede. Sembrava che una lama l'avesse trafitta. Non ci pensò subito, ma poi capì di essere stata punta, probabilmente una tracina. Si trascinò dolorante fin dove stava Marco, ancora addormentato. Affondò il piede nella sabbia calda, sapeva che il calore neutralizzava un po' il veleno, ma la sabbia non era ancora calda abbastanza, dato l'orario. Chiamò Marco.

"Mi ha punto qualcosa".

"Ma dove?" chiese lui ancora un po' assonnato.

"Sotto al piede, mentre passeggiavo in acqua".

Il canto delle sireneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora