12.

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«Si è svegliata?»
«Non lo so, non capisco»
«Ehi, fiorellino? Svegliati, è primavera!»
«Cristo, ma la puoi smettere di essere così idiota?»
«Stavo cercando di aiutare!»

Aprii lentamente gli occhi, sentendo un vociare indistinto vicino a me e mi ritrovai ad osservare tre teste, fissarmi preoccupate.
Marshall, Linda e quello che mi parve Mason, con delle sbavature di rossetto fino al naso.
Sbattei più volte le palpebre e cercai di mettermi a sedere ma una fitta alla testa mi fece ricadere indietro con una smorfia di dolore.

«NO, NO! Ferma, così, ecco» urlò Mason mettendomi le mani sulle spalle per farmi rimanere sdraiata.

«Cos'è successo, dove sono?» chiesi sentendo le braccia indolenzite.
Voltai la testa di lato ma non riuscii a vedere nulla per via delle gambe di Linda.

«Sei al Live Wave Dre. Ti abbiamo fatta sdraiare sul divano della stanza sul retro. Mason ha detto di averti vista barcollare fino al parcheggio e poi ti ha visto svenire vicino agli scalini» mi avvisò Linda.
«Oh» fu l'unico mio commento.

Aiden. Iris.

Mi ricordai improvvisamente dei Rantipole, della canzone e della lotta contro me stessa nel parcheggio del locale, poi più nulla.
Cazzo, mi ero svegliata.
L'Universo aveva vinto anche quella volta.

«Mi fa malissimo la testa» dissi portandomi le mani sul volto.
«E ci credo! Hai tirato una bella capocciata sull'asfalto, credevo te la stessi per spaccare» rise Mason.

Linda gli lanciò un'occhiata di fuoco e Marshall incrociò le braccia al petto con fare minaccioso.
«Che c'è? L'ha chiesto lei!» piagnucolò lui indicandomi con entrambe le mani.
Sembrava un pagliaccio con quella sbavatura di rossetto a coprirgli il volto.

Lasciai scivolare le braccia vicino ai fianchi e sospirai sconfitta, sentendo la testa pulsare.
«Ma cosa ti è preso? Sembravi impazzita. Ti sei calata qualcosa? Sarebbe normale eh, qua gira tanta roba anche buona, ed io lo so fidati. Anche a me capita di pensarci, poi mi ricordo degli schiaffi di Marshall quindi-»
Ed eccolo uno di quegli schiaffi a smorzare le parole in bocca a Mason.

«La vuoi smettere?»
«Ma io sto cercando di aiutare Cristo Santo! Me la sono ritrovata che urlava nel retro del locale, ha pure fatto scappare la bionda. E poi è caduta come una pera per terra, sono traumatizzato anche io, non credere eh» rispose lui ferito, incrociando le braccia al petto con un'espressione da cane bastonato in volto.

Cercai di rimettermi a sedere, questa volta con più calma, ed appoggiai la testa sullo schienale del divano ma sentii un conato travolgermi e cercai subito di rimettermi sdraiata. La stanza girava come impazzita, mi sembrò di stare in un vortice.

Linda mi si avvicinò svelta, con un secchio preso non capii bene dove, e me lo mise di fianco.
«Ti porto dell'acqua» disse poi prima di scomparire in tutta fretta dietro alle porte che portavano al locale.

«Ma chi c'è di là?» chiesi riscuotendomi.
«Nessuno al momento, ma non ti preoccupare, sembrano tutti presi dalla band» mi rispose Marshall prendendo una sedia e mettendosi vicino al divano.
«Piuttosto, perché non ti pulisci e vai a recuperare il tempo perso con la bionda di poco fa? Non ti pago per scoparti le clienti» continuò spostando lentamente lo sguardo sulla figura imponente di Mason.

Lui, ancora imbronciato, temporeggiò facendo balzare gli occhi da me al suo interlocutore e poi scomparve sbuffando, dietro alle stesse porte da cui vidi ritornare Linda.
Mi porse il bicchiere e mi aiutò a bere, poi dopo essersi fatta giurare da Marshall che non mi avrebbe mollato un secondo, ritornò a malincuore al bancone per servire i clienti.

«Ne vuoi parlare?» mi chiese lui dopo qualche minuto, dove il silenzio, fu interrotto solamente dal rumore lontano delle persone al locale.
Scossi la testa lentamente, continuando a tenere lo sguardo puntato sul soffitto con un'intensità tale che mi aspettai di vedermelo crollare addosso da un momento all'altro.

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⏰ Last updated: Aug 13, 2020 ⏰

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𝐖𝐇𝐀𝐓 𝐅𝐋𝐀𝐖𝐒 𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐕𝐄𝐈𝐍𝐒 Where stories live. Discover now