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Taglietto. Sto gran cazzo.
Durante tutto il tragitto la gamba non aveva fatto altro che bruciarmi.

Da sotto i miei jeans il bendaggio non era visibile ma si poteva tranquillamente notare la fasciatura su tutta la coscia che mi faceva sembrare un ibrido dell'omino michelin. Sperai solo non peggiorasse il dolore durante la serata, sarebbe potuto diventare un calvario fare avanti e indietro portando vassoi.

Arrivai al locale con qualche minuto di anticipo e per fortuna riuscii a trovare parcheggio proprio davanti all'entrata. Dall'interno non proveniva ancora nessun rumore se non un leggero vociare che attribuii ai primi clienti o agli altri baristi e camerieri.

Aprii la portiera del pickup e mi accesi una sigaretta prima di iniziare il turno. Riposi il pacchetto di tabacco nel vano porta oggetti e mi girai nuovamente in direzione della spiaggia puntando lo sguardo verso un gruppetto di surfisti che si stavano attardando ad uscire dall'acqua.

«Ehi novellina, rito scaramantico prima dell'inizio?»

Mi voltai verso la veranda del locale da cui avevo sentito provenire quella frase e mi ritrovai a guardare l'abbronzatissimo Mason in una camicia hawaiana dai colori sgargianti che non lo faceva di sicuro passare inosservato. Capelli accuratamente tirati dal gel che avrebbero potuto fare invidia ad una leccata di alce e collanina d'oro in bella vista sullo scollo a V.

«Sembro una che ha bisogno di un rito scaramantico?» chiesi aspirando una boccata di fumo con uno sguardo a metà tra il curioso ed il "te la devo spegnere in mezzo agli occhi?".
Mi sorrise e si mise a posto il colletto della camicia con entrambe le mani con fare altezzoso.

«Sbrigati, tra mezz'ora iniziano ad arrivare le band» disse prima di lanciare un occhiolino fugace ad una ragazza di passaggio e rientrare.

Lo seguii con lo sguardo finché non fu sparito dietro la veranda e scossi la testa facendomi scappare una risata sarcastica.
Novellina. Ma sentite questo.
Come minimo avevo più esperienza io di quel finto divo di Baywatch.
A Forks non sarebbe durato un secondo, con quella sua bella camicia da festaiolo avrebbe fatto scappare tutti i lupi e le alci nel raggio di kilometri per non parlare dei clienti al pub giu in città. Bob l'avrebbe linciato sul colpo con una fucilata dopo avergli dato anche solo uno sguardo.

«SbRigAti aRrIvAnO lE bAnD» dissi a bassa voce scimmiottandolo «E lasciale poi arrivare, il mio drum me lo fumo lo stesso»

Dopo averlo finito buttai il mozzicone nel cestino vicino all'auto scuotendo la testa, presi la borsa e chiusi la portiera del pick-up.
Il locale era totalmente diverso da come l'avevamo visto io e Becca il giorno prima.

C'erano luci lungo il retro del bancone, lampade ed insegne in legno affisse alle pareti portavano le firme di varie rock band, riuscivo anche a scorgere varie foto incorniciate degli artisti famosi che avevano suonato nel locale e qualche chitarra e vecchia tavola da surf affissa alle pareti riempiva gli spazi fra i tavolini in legno posti davanti ad un palco nel fondo del locale.

Vicino al bancone seduti su degli alti sgabelli intravidi Marshall, il proprietario con cui io e Becca avevamo parlato il giorno prima, ed una ragazza dai capelli corvini legati in una lunga coda di cavallo che poteva avere suppergiù la sua stessa età.

«Eccoti qua Andrea» mi disse lui con voce pacata appena mi vide arrivare «Sei in anticipo»

Durante la nostra prima chiacchierata aveva mantenuto un tono di distacco e serietà che mi aveva tanto ricordato le cascate ghiacciate vicino a casa. Anche quella sera indossava una canottiera bianca da cui si poteva vedere chiaramente il segno traslucido della cicatrice al petto e mi chiesi per la seconda volta se fosse stata causata da uno scontro con uno squalo com'era capitato a James.
Gli feci un sorriso tirato non sapendo cosa rispondere e mi avvicinai al bancone.

𝐖𝐇𝐀𝐓 𝐅𝐋𝐀𝐖𝐒 𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐕𝐄𝐈𝐍𝐒 Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ