III

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«J-J-Jimin?!» a momenti gridò il suo migliore amico vedendo che finalmente quegli occhi da cerbiatto si aprivano.

«H-Hobie...» uscì un sussurro dalle labbra del minore posto sul letto bianco dell'ospedale da due settimane.

«C-cavo--» Hoseok non finì nemmeno di parlare che la mamma del piccolo, che intanto stava dormendo su una sedia della stanza, si alzò di scatto e spostò bruscamente il maggiore.

«Figliolo! Dio mio...stai bene?» gli accarezzò dolcemente il viso con gli occhi lucidi dalla gioia.

«Si mamma...» sussurrò non avendo forze.
Poi si guardò attorno cercando disperatamente il suo amato ragazzo. Ma del corvino in quella stanza non c'era la minima traccia.

Se non le foto fatte con la polaroid. Erano tutte poste accanto il letto di Jimin e nemmeno lui seppe spiegarsi il perché fossero lì e non sul comodino.

«M-mamma...dov'è Jungkook?» sussurrò guardando la donna dritto negli occhi. Ma la mamma di Jimin non ebbe il coraggio di dirgli cosa era accaduto al suo ragazzo, così semplicemente alzò le spalle come per dire "non lo so".

Jimin, che era ancora stanco e intontito non disse nulla e richiuse gli occhi prima di riaddormentarsi.

Intanto i medici lo andarono a visitare e gli portarono anche nel cibo per quando si sarebbe svegliato nuovamente.

Jungkook, intanto non aveva dato segni di "vita" da ben due settimane, nemmeno un piccolo movimento. Nulla, lui continuava a dormire come se nulla fosse mai accaduto.

Ovviamente i suoi genitori e anche quelli di Jimin sapevano benissimo come stava Jungkook e com'erano le sue condizioni. Ma se il minore avrebbe saputo delle condizioni del suo ragazzo sarebbe corso nella sua camera fregandosene delle sue condizioni ancora instabili.

Si svegliò intorno alle due del pomeriggio, proprio quando il sole batteva nella sua camera rendendola giallina e non più bianca.

Aprì lentamente gli occhi e vide che si trovava solo nella stanza, solo un vassoio era posto accanto a lui, dentro c'era una zuppa che odorava di pollo e delle verdure bollite accanto.

Normale per un ospedale, anche se avrebbe preferito cento volte del pollo fritto accompagnate da le patatine fritte che tanto il suo ragazzo amava.

Si tirò su dal letto e si mise seduto, allungò una mano e prese il vassoio per poi metterlo sulle sue gambe e iniziare a mangiare in completo silenzio.

Finì tutte le piccole verdure molto lentamente, era stato incosciente due settimane e la fame era tanta, ma le forze poche. Si rigirò per posare ancora il vassoio sul comodino ma si fermò appena vide delle foto.
Le loro foto.

Jimin le prese velocemente con gli occhi che gli brillavano. Guardò una per una le foto e si sentiva sempre meglio, il sorriso del suo ragazzo era come il sole, ti riscaldava quando avevi freddo, ed era anche la miglior droga per Jimin, non poteva farne a meno, si sentiva vuoto se almeno una volta al giorno non lo vedeva sorridere, anche per una cavolata, ma Jungkook doveva sorridere sempre per lui.

 Guardò una per una le foto e si sentiva sempre meglio, il sorriso del suo ragazzo era come il sole, ti riscaldava quando avevi freddo, ed era anche la miglior droga per Jimin, non poteva farne a meno, si sentiva vuoto se almeno una volta al giorn...

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𝙍𝙚𝙢𝙚𝙢𝙗𝙚𝙧 𝙢𝙚 ;; 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙢𝙞𝙣Where stories live. Discover now