.13.

1.7K 64 3
                                    

Klaus

Stavo preparando le valigie a malincuore. Amavo Deva alla follia e avrei fatto qualsiasi cosa per lei tuttavia se i suoi fratelli ritenevano giusto che noi partissimo, saremmo partiti.

<Nik, perché lasci che i Salvatore ci facciano andare via?>

<farà bene a Deva>

<la conosco da molto tempo, lei non vorrebbe questo>

<ciò che è fatto è fatto Rebekah...ora va>.

Lasciai a Deva un suo ritratto, il ritratto di una storia. Una lacrima sfuggì dal mio occhio e finì sulla lettera.

Presi le valigie e scesi al piano inferiore. Sui volti di Rebekah e Kol si leggeva rabbia mentre su quello di Elijah un amaro dispiacere. Varcai la soglia di casa sospirando. Misi i bagagli nell'auto e salii.

Elijah

Presi la cornice con la fotografia di Deva e la inserii nel bagaglio. Sul comodino della mia stanza lasciai una collana; era una mezza luna decorata, al centro si trovava un ciondolo dai colori dell'Universo. Sapevo bene quanto le piacessero gli astri, quella era la collana adatta a lei.

Sentii Niklaus scendere e così feci anche io.

<fratello>

<sì Niklaus>

<se noi ce ne andassimo e Deva ci cercasse...>

<se mai ci dovesse trovare a scegliere dovremmo rispettare la sua scelta>

<era proprio quello che volevo dirti>.

Il tono di mio fratello non era di sfida ma di dispiacere, per qualche strano motivo nella sua testa ronzava il pensiero che lui avesse fatto qualcosa di terribile. Entrammo entrambi in auto e aspettammo che Kol la mettesse in moto.

Deva

Mi svegliai di scatto, come se mi avessero tolto un pezzo essenziale della mia vita. Svolsi la mia solita routine con l'aggiunta di un brutto presentimento. Mi diressi a casa Mikaelson, non sapevo il perché.

<Klaus? Elijah? Bekah? Kol? C'è nessuno?> la casa era deserta, capii da dove derivava il mio presentimento.

<se ne sono andati>.

Girovagai nelle stanze: Rebekah mi aveva lasciato un vestito dai motivi floreali in tulle, Kol mi aveva preparato una sacca di sangue con scritto "non uccidere le povere anime innocenti". Mi diressi nella stanza di Elijah, si era portato via la fotografia tuttavia mi aveva lasciato una bellissima collana.

<mi conosci bene> sussurrai pensando alla mia passione per gli astri.

Entrai anche nello studio di Klaus: sul cavalletto c'era il ritratto che mi aveva fatto nel 1911, il ritratto di una storia.

<perché ve ne siete andati? Perché mi avete lasciata qui sola...> qualche lacrima scivolò sulle mie guance.

<tutto bene?>

<sì Alaric, che piacere vederti>

<già, credo tu sia l'unica a cui mancheranno>

<sai perché sono spariti?> l'uomo abbassò lo sguardo

<c'entrano i miei fratelli...>

<lo hanno fatto per il tuo bene>.

Mi diressi verso casa Salvatore, non avrei fatto scenate avrei solo fatto pesare a Damon e Stefan ciò che avevano fatto.

<Deva che succede? Stai bene?>

<non vi vergognate? Io non ho ostacolato il vostro amore per Katherine o Elena>

<l'hai scoperto, bene>

<bene, Damon? Vi rendete conto di ciò che avete fatto?>

<se devi dare la colpa a qualcuno, incolpa me! Stefan ha cercato di dissuadermi finché gli è stato possibile> scossi il capo in segno di disapprovazione e uscii.

Non avevo alzato la voce, non avevo pianto.

<Deva>

<Katherine...ci vediamo sempre nei momenti meno opportuni>

<problemi in Paradiso?>

<sì, sta diventando Purgatorio e chissà, magari anche Inferno>

<accidenti, facciamo quattro passi>

<certo>.

Forse fu la disperazione o forse la voglia di staccare. Io e la manipolatrice tornammo a essere amiche.

<spiegami perché non fai la stronza con me>

<non ci riesco...tu sei il perfetto mix tra i tuoi fratelli. Per chi ama o ha amato entrambi i Salvatore sei la perfezione>

<ecco perché sono tanto amica delle doppelganger>.

𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚|𝐓𝐡𝐞 𝐎𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐚𝐥𝐬Where stories live. Discover now