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Non capisco perché i miei fratelli debbano sempre lasciarmi sola. Sono arrivata da pochi giorni in città, conosco poche persone...finirò per annoiarmi.

Mi concentrai sul libro che stavo leggendo, lo avevo rubato dall'altissima pila sulla scrivania di Stefan. Scansionavo ogni parola come se fosse un tassello essenziale per il completamento del libro.

Il campanello suonò e fui obbligata a scendere. Aprii con cautela la porta e mi trovai davanti due grandi occhi azzurri.

<Deva, da quanto tempo...non sapevo fossi a Mystic Falls>

<già, suppongo che tu sia arrivato da poco> mi rivolse il suo solito sorrisetto

<mi chiedevo se ci fossero i tuoi fratelli>

<mi dispiace non sono in casa> stavo per sbattergli la porta in faccia ma lui la bloccò prontamente.

<possiamo parlare solo noi due?>

<che devi dirmi Klaus? Odio i Salvatore con tutto me stesso, voglio Stefan lo squartatore, sono il grande ibrido cattivo> dissi imitandolo alla perfezione tanto che il diretto interessato emise una risata.

<sono contento di notare che hai ancora un certo umorismo>

<se la vita ti da dei limoni facci una battuta a meno che tu non stia morendo di fame>

<mi sembra giusto>.

Nonostante stesse scherzando percepivo che qualcosa non andava.

<dimmi il vero motivo per cui siete tornati>

<volevamo vivere tranquilli a Mystic Falls, in pace>

<è giusto anche se dove ci sono Mikaelson ci sono guai>

<già, alla mia famiglia farebbe di sicuro piacere rivederti...passa quando vuoi>

<sì Klaus, lo farò>.

Lo vidi allontanarsi fino a sparire.

Flashback

<Klaus, non mi sembra il caso...sto con vostro fratello>

<è solo un ritratto, il ritratto di una storia>

<in che senso?>

<voi siete il volto della storia della vostra vita perciò se vi faccio un ritratto è come se immortalassi la vostra storia>

<è un bellissimo modo di vedere l'arte>

<prego, sedetevi sullo sgabello>.

Grazie al mio udito potevo sentire il pennello di Klaus colorare la tela bianca. L'arte mi ha sempre affascinata, in tutte le sue forme: dipinto, letteratura, musica.

<Klaus è magnifico>

<voi siete magnifica> arrossii di fronte a quel complimento sincero e andai nella mia stanza.

Sul letto era appoggiata una lettera di Stefan. La lessi tutta d'un fiato e mi soffermai su alcune parole in particolare "Deva, non fare lo stesso errore di Katherine, te ne prego. Tu ti trovi in un triangolo come me e Damon, non manipolare i due fratelli ma soprattutto non metterli l'uno contro l'altro. Giuramenti e promesse spesso non valgono quanto l'amore per una donna"

<tranquillo Stef, sarò prudente> mormorai a mio fratello come se potesse sentirmi.

Fine flashback.

Stefan è sempre stato il più saggio nonostante fosse il più piccolo.

<ciao adorabile sorellina>

<ciao Deva>

<dove eravate finiti?>

<i Mikaelson sono tornati> annunciò Stefan

<ah, ok>

<solo "ah ok"?> chiese Damon perplesso.

Salii al piano superiore lasciando un po' di confusione nelle teste dei due ragazzi.

Dopo la chiacchierata con Klaus e il riaffiorarsi di alcuni ricordi preferivo prendermi una pausa.

<posso entrare?>

<no, resta sulla soglia> <scherzo, entra...santo cielo Stef>

<sai che puoi dirmi tutto ciò che ti passa per la testa, vero?> lo guardai dolcemente come quando era bambino

<sì tranquillo, verrò subito da te se qualcosa mi tormenterà>

<va bene, buona notte>

<notte>.

Mi chiedevo cosa sarebbe successo se Elijah avesse ricominciato a provare i sentimenti di un tempo e se Klaus avesse ripreso a corteggiarmi. Un altro dubbio mi assaliva: se la me del passato scelse il nobile, quella di quest'epoca che avrebbe fatto?

Cercai di non pensare a niente, per una volta. Spesso mi trovavo a programmare la mia vita, solo tre cose sfuggivano al mio controllo: la famiglia, l'amicizia e Klaus Mikaelson.

𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚|𝐓𝐡𝐞 𝐎𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐚𝐥𝐬Where stories live. Discover now