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Finalmente suona la campanella e così la professoressa di storia ci lascia liberi dopo il test più brutto della mia vita. C'erano trabocchetti e distrazioni di ogni genere. Per un momento ho pensato che il mio cervello stesse per morire e con esso anche io. Spero di essere andata bene. Insomma alla fine avevo studiato tutto e il ripasso di ieri ha fatto sicuramente la sua parte.

"Ciao Sam" "Hey Emma, come va?" "Bene! Ho appena finito un test di letteratura inglese e sono molto soddisfatta" afferma sorridendo. Iniziamo a parlare e le racconto della verifica che ho svolto poco prima. "Ragazze, vi prego uccidetemi!" Ci giriamo e vediamo Chelsey con una faccia a dir poco provata. "Io e la fisica siamo due mondi paralleli. Non ho capito nulla di quello che ha spiegato il professore" "Secondo me potresti ancora capirci qualcosa. Puoi provare ad andare a ripetizione."
"Sam, ti sembra la faccia di qualcuno che ha voglia di passare pomeriggi interi a casa di un professore che mi spieghi questa materia inutile?!" Io ed Emma ci guardiamo sconcertate. "Non è detto che debba essere un professore. Chiedi a Liam, mio fratello. È molto bravo nelle materie scientifiche. Sabato uscite, giusto? Prova ad organizzarti con lui per qualche lezione." "Potrei pensarci..."

Continuiamo a parlare e mentre ci dirigiamo in palestra per l'ora di educazione fisica, ci imbattiamo in Chloe e la sua amica Susan. "Ragazze, questo weekend darò una festa a casa mia. Se volete siete invitate. Potete portare anche i vostri fidanzati qualora li aveste. Baci." "Io non ci sono ragazze!" Esulta Chelsey. Vedo Emma che mi sta guardando con un ghigno malefico. "Emma io non metterò mai piede in casa di quella." Puntualizzo. Lei sbuffa e stranamente molla la presa.

Sono all'ultima ora di lezione che per me è buca. Purtroppo le mie amiche hanno storia dell'arte e matematica.
Mentre sono seduta al mio banco ad anticiparmi qualche compito e passando del tempo anche sui social, qualcuno occupa il posto vicino al mio. Alzo lo sguardo e noto che è Simon. "Ciao" sussurra. Sempre nei momenti meno opportuni! Che palle... Non ho voglia di parlare nuovamente con lui così cerco di farlo allontanare da me. "Se vuoi una risposta alla domanda che mi ha posto ieri, bene, non ce l'ho. Buona giornata." faccio un sorrisino falso e continuo il mio tour su Instagram. "No, figurati. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi. Vorrei dirti un'altra cosa." Mi giro di nuovo incitandolo a parlare. "Ecco... non farò tanti giri di parole... ma quel tipo che era con te ieri non mi sembra affatto una brava persona.." Ma come fa a sapere con chi io sono uscita ieri? "Scusami ma quando vado in giro mi segui o cosa?" Sono molto infastidita. Per fortuna che mi ha detto che voleva ricominciare. Di sicuro non avrà mai nè il mio consenso nè la mia fiducia. "No... in realtà..." lo fermò subito "Senti, mettiamo le cose in chiaro. Tom non è affatto una cattiva persona anzi, e comunque se proprio dovesse essere come dici tu, ci sbatterò la faccia. Di certo non mi faccio intimidire da te che sei tornato dal nulla e giudichi le persone senza nemmeno conoscerle un minimo..." mi fermo. Poi qualcosa mi balena in mente. Se stesse agendo per conto di Chloe per farmi allontanare da Tom? No, non penso si conoscano già, è impossibile. Peró meglio prevenire che curare, giusto? "...Ah e poi - continuo preparando lo zaino in fretta per uscire da quella stanza - siamo solo amici" affermo sottolineando l'ultima parola. Se deve riferire qualcosa a Chloe almeno sa cosa dire.

Esco da scuola con qualche minuto di anticipo. Prendo una boccata d'aria e mi appoggio al muretto che divide l'edificio dal parcheggio. Sfilo il cellulare dalla tasca dei miei jeans iniziando a rispondere a qualche messaggio di mia madre che dice che a casa non ci sarà a causa di una riunione e lo stesso papà. Sbuffo. Anche loro, mai una volta che ci siano entrambi a pranzo. Non si può vivere una giornata senza che uno dei due sia assente. Sono costantemente impegnati tranne la sera. Spero che le loro ferie arrivino subito così da passare almeno una settimana insieme.
"Sam, non volevo dire quello..." Oh mio Dio, ancora. "Simon mi stai stancando" dico abbastanza irritata. Mi avvio fuori dal cancello ma lui sembra seguirmi. "Simon conto fino a tre e poi devi sparire..." "Sparisco se mi ascolti." Ora mi ha davvero stancato. Mi giro per andarmene ma mi blocca. Non sapendo più che fare mi arrendo ma la presa su di me aumenta. "Hey tu!" Esclama qualcuno. "Perché non te ne vai a casa e la lasci in pace?" Mi giro e vedo che è Tom. "Ma guarda chi c'è. Il salvatore della patria." Vedo il ragazzo che è appena arrivato irrigidirsi per mantenere la calma e non scannarsi su Simon. "Ti ho detto di lasciarla in pace." Ribatte con voce dura. "Certo certo. La lascio" finalmente molla la presa. "Non voglio di certo scatenare una rissa il mio secondo giorno che sono qui, in questa scuola. Buona giornata. Sam... io ti ho avvertito" sussurra l'ultima parte in modo che lo possa sentire solo io. Mi giro e vedo che se ne sta andando a passo svelto e con un ghigno sotto i baffi. Ma che ha di problematico quel ragazzo precisamente? Non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo davanti Tom che mi tartassa di domande. "Stai bene? Ti ha fatto del male? Ma quando è tornato? Perché non me lo hai detto?" "Calmati. Non mi ha fatto niente, sto benissimo." Il ragazzo mi squadra da cima a fondo per assicurarsi che io abbia detto la verità. "Non ti fidi?" "Io? No, certo che mi fido." "Okay, allora posso andare a casa?" Sam cosí sembrerà che stai scappando da lui. Sono un disastro. Forse è per il fatto che il luogo in cui ci troviamo è frequentato anche dalla sua gelosissima ragazza. "No che non vai a casa!"
"Perché?" "Non mi hai nemmeno salutato." Incrocia le braccia al petto facendo un piccolo broncio. Mi scappa una risata per la situazione che si è creata. Sembra un bambino a cui non vogliono comprare le caramelle. "Che cosa ridi?" "Oh niente. Stai sicuro che non sto ridendo di te però..." ironizzo. "Certo, come no." Sbuffa alzando gli occhi al cielo.
"Dunque volevi che ti salutassi... beh... ciao, come stai?"
"Molto bene anche se sono molto agitato per una partita che dobbiamo giocare domenica precisamente a New York."

Mentre parla noto che sbatte nervosamente a terra il piede.
"Wow, la Grande Mela. Sai un po' ti invidio. Vorrei tornarci. L'ultima volta che ci sono stata avevo solo 7 anni." Nel frattempo inizio a ricordare di quella settimana passata con i miei a fare acquisti nel negozio della Disney. Avevo comprato pupazzi e magliette. Penso che se un giorno iniziassi a cercare per casa, ritroverei tutta quella roba. Inoltre i colori di quella città mi avevano stregato, soprattutto quelli di Times Square e della città di notte. A pensarci bene l'ultimo giorno mi sono messa a piangere perché non volevo ripartire. I miei hanno dovuto costringermi a salire sull'aereo.
Mentre continuiamo a chiacchierare, la campanella suona facendo uscire gli altri ragazzi. "Beh ora vado. Ci si vede in giro."
"Certo." Si avvicina e mi dá un piccolo buffetto sulla guancia e una carezza. "Stai attenta mi raccomando!"
"Si mamma" dico prendendolo in giro. Appena se ne va rimango imbambolata con una faccia da ebete toccando leggermente il punto in cui ha avvicinato la sua mano. Dopo un po' scuoto la testa tornando alla realtà. Ma perchè ogni volta che c'è lui mi sento così... strana? A volte vorrei che non andasse mai via. Non so cosa mi sta succedendo, so solo che queste sensazioni non le provavo da tempo.

Mi dirigo verso il marciapiede che porta alla via di casa dopo aver salutato le mie amiche fuori scuola. Ovviamente hanno notato la presenza di Tom e subito sono venute da me per dirmelo riportando anche il fatto che Chloe non appena uscita da scuola si sia letteralmente scaraventata su di lui come a dire "Il ragazzo più bello del mondo ce l'ho io".
A volte mi chiedo quando riuscirá a crescere un minimo da capire che agli altri le sue scenate da ragazza fintamente innamorata non fanno nessun effetto.

.Where stories live. Discover now