42. Daniel & Lucinda.

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Non mi andava più di continuare a discutere con loro.
Fu allora che mi resi conto di aver avuto a che fare con persone manipolatrici e bugiarde.

Esitai nel momento in cui posai la mia mano sulla maniglia della porta della camera di Selina. Ero combattuto : lasciarla sola o starle accanto?

Io stesso ero confuso e sconvolto, non immaginavo come ella si sentisse.

Da un paio di mesi a questa parte, la vita era diventata molto ingiusta nei suoi confronti.

Il suo castello era crollato, era tutta un'illusione. Ora si stava disilludendo e faceva male.

Non appena aprii un po' la porta, la sentii singhiozzare...

"Piccola.." sussurrai avvicinandomi a lei.

Si fiondò immediatamente nelle mie braccia continuando a piangere.

"Ho vissuto in una bugia, Justin..." disse incrociando il mio sguardo.

"I fatti sono una bugia, ma i sentimenti no. Ti amano, ti amiamo tutti Selina. Fai parte della famiglia comunque, noi siamo la tua famiglia." le dissi con estrema sincerità.

"Si, ma io non mi conosco... non so più chi sono, non so neanche chi sono i miei veri genitori. Quali fiori piacevano alla mamma, di che colore aveva gli occhi..."

Sentii tutto il suo dolore che proveniva da queste incognite.

Io non sapevo cosa risponderle... dall'altro canto anche il padre non è che si fosse comportato proprio bene.  

Le accarezzavo il braccio con movimenti circolari, mentre che si lasciava andare sulla mia spalla.

Vederla così mi straziava, ma doveva sfogarsi in qualche modo.

Piangendo piangendo si addormentò, ma non lasciai la sua stanza.

Aprii il suo Mac e cercai su Facebook, tra le amicizie di papà questo "Daniel".

Zero risultati.

Due erano le alternative: o era una persona poco social oppure papà gli aveva tolto l'amicizia. 

Composi un numero sulla tastiera del cellulare e aspettai che dall'altro capo rispondesse qualcuno.

"È l'ultima volta che ti chiedo qualcosa, promesso" dissi parlando sottovoce.

"Dimmi tutto" rispose duramente.

"Ho bisogno che tu conduca un po' di ricerche su un certo Daniel. Conosco solo il suo nome e so che probabilmente è sposato con un'italiana e risiede lì. Dovrebbe essere il secondo matrimonio. Prima era sposato con una ragazza di nome Lucinda e hanno avuto una figlia che ha dato via." risposi guardandomi nervosamente intorno.

"Mh.. sono poche informazioni Bieber. Mi servirebbe sapere qualche altra cosa in più."

"Io ho bisogno di un profilo di quest'uomo. Dove abita, con chi, come rintracciarlo. Sei il più bravo che conosco sulla piazza Poo." mi complimentai cercando di convincerlo ad aiutarmi.

"Ti aiuterò. Se raccogli altre informazioni fammi sapere, ogni singolo dettaglio può aiutarmi nel rintracciarlo." mi chiese masticando la sua solita liquirizia. Ne ero certo. 

Dopo esserci salutati cadde la chiamata, sapevo perfettamente a chi rivolgermi.

Almeno facevo un tentativo.

Gran parte delle domande che giravano per la testa di Selina potevano essere risposte solo dal padre. E il minimo che le doveva era darle le spiegazioni che le spettavano. Non c'era da sorprendersi se i nostri genitori avevano falsato la versione dei fatti, mi aspettavo di tutto a questo punto.

Chiamai Juliette e le chiesi di venire a casa, tra qualche ora dovevo andare a lavorare e lasciare Selina sola non mi sembrava il caso.

Scesi le scale per raggiungere l'auto, ma mamma mi fermò.

"Vai via?" chiese timorosa.

"Torno più tardi. Non date altri dolori a Selina" la avvertii mettendo distanza tra noi.

"Justin... se posso fare qualcosa..." disse e captai che non ci avessero detto tutto.

Lo sapevo.
Che delusione.

"Ne parliamo dopo." tagliai corto e lasciai quell'abitazione che avevo difficoltà a sentirla come casa.

Una nuova alba ci investiva con la sua luce.
Un'alba caratterizzata dalla verità.

L'aria era carica di rivoluzione, novità. Qualcosa ancora poco nitida si espandeva all'orizzonte.

The other side ⇢jdb. [COMPLETA; IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora