"Hai pure da lamentarti? Ci vuole solo una pulitina" risposi superficialmente.

Chaz sembrò convincersi e annuì con il capo.

Mi aiutò a spostare un materasso sul pavimento e dopo aver buttato il borsone per terra iniziò a dare una sistematina.

"Allora? Sto aspettando." dissi prendendo foto su un vecchio baule impolverato.

"Justin... sono nella merda." iniziò sprofondando sul materasso e coprendosi con il volto le mani.

"E questo lo avevo dedotto." risposi ovvio.

"Mi sono ribellato a Charlotte." annunciò dopo svariati minuti di silenzio.

"Chaz... l'hai fatta proprio grossa. Ma sono contento che ti sia finalmente ribellato" ammisi ricordando come fosse stato essere un suo giocattolo sessuale.

"Lo so Justin, lo so bene. Il Cobra si infurierà con me, probabilmente mi ammazzerà e butterà il mio corpo chissà dove." parlò piano mentre si torturava le mani con lo sguardo.

Rabbrividii a ciò che avesse appena detto... il mio migliore amico fatto a pezzi e disperso. Un orribile visione che mi fece tirare indietro.

"Mi spieghi com'è andata? Precisamente?" insistetti di nuovo.

"Sicuramente hai notato che mi sono assentato per qualche giorno dal Campus. Ho raggiunto Charlotte nel suo appartamento e pensavo volesse solo un po' di sesso vaniglia... ma in realtà è stato tutt'altro. Ha iniziato a infliggermi delle pene corporali, mi teneva sott'acqua e mi soffocava. Ha sfogato su di me ogni tipo di oscura fantasia."

Si fermò come se il ricordo dei giorni precedenti fosse improvvisamente riaffiorato e stesse sentendo di nuovo quel dolore.

"Tu lo sai Justin, prestarmi come giocattolino di Charlotte, era la mia unica occasione per riscattarmi dai debiti della mia famiglia. Non riesco a capire come tu abbia fatto a stare con un mostro del genere. Mi ritrovo quasi a odiarle le donne... invece di essere delle creature amorevoli, sono così crudeli. Un po' come le sirene, prima ti ammaliano con il loro canto e successivamente ti ritrovi ad essere il loro pasto."

Non lo interruppi...

"Il tempo che ho passato con Charlotte, mi ha aiutato a capire che non voglio questo nel mio futuro. Non voglio più averci a che fare. Con la droga, lo spaccio, omicidi. Voglio ripulirmi, andare a lavorare in modo pulito, saldare i debiti e chissà un giorno incontrerò la persona giusta e avrò una famiglia.
Meditando su questa riflessione che ho smesso di fare ciò che mi diceva, ho iniziato a frustrarla sessualmente, tentativi di vendetta, possiamo chiamarli. Lei mi ha minacciato, ma io so benissimo a ciò che vado incontro.
La libertà ha un prezzo. Io bramo essere libero. Farò di tutto per ottenere ciò che voglio." disse incrociando il mio sguardo e avvicinandosi a me.

"Dovresti fare lo stesso..."

"Chaz, tu più di me sai benissimo che una volta che entri in questi giri, ne esci solo morto.
È questa ora la nostra vita, dobbiamo accettarlo, alzarci i pantaloni e fare il possibile per tenere al sicuro i nostri cari.
Dovresti calpestare questo fiore di speranza che stai facendo nascere nel tuo animo. È assurdo. Ti farai ammazzare così e con te, tutta la tua famiglia! Cazzo, lo vuoi capire ?!"
Notai che avevo alzato leggermente il tono di voce e cercai di riabbassarlo per evitare di fare troppo chiasso.

"E quindi grande capo? Cosa proponi? Di arrenderci e vivere questa vita indegna? Questa non è una favola, è la realtà.
E di questo passo ne usciremo tutti piangenti e morenti nelle bare." Sputò acidamente.

"Chaz, amico mio, ragiona. Senza di te, chi ci sarà a spalleggiarmi ? Io ho bisogno di te, ci siamo sempre tenuti in vita assieme. Non farti venire strane idee proprio ora." continuai cercando di risvegliarlo da queste convinzioni assurde.

"Per questo... non capisci ?! È arrivato il momento che anche tu abbandoni questa vita spericolata. È un segno." ormai era proprio inginocchiato dinanzi a me.

"Tu amico mio, sei impazzito. Impazzito. Schiarisciti un po' le idee e piantala di dire stronzate o iniziare a credere a cose che non accadranno mai." dissi alzandomi dal baule e superandolo.

Non volevo più ascoltarlo. Non una parola in più e ne una parola in meno.

Mi bastava già Christian che mi premeva a raccontare tutta la verità a Selina. Ora Chaz stava per buttarsi nel fuoco per un apparente capriccio.

Ma che avevano tutti?

L'effetto di ciò che era successo quella notte al Campus aveva sconvolto davvero tutti quanti. Chi più e chi meno. Sembrava tutto un tragico film.

Nel momento in cui mi avviai all'uscita della soffitta, inciampai in una scatola.
Si rovesciò per terra.
All'interno erano contenuti tutti gli album di famiglia. Erano impolveratissimi. Nessuno li sfogliava più da anni ormai.

Mi inginocchiai e ne sfiorai con le dita uno. Lo ricordavo bene... era l'album preferito mio e di Selina, c'erano foto che ricordavano tutti i momenti più belli che avevamo trascorso insieme. Mi si strinse il cuore e lo aprii... ormai la voce di Chaz mi giungeva come se fosse tanto lontana. Come se non potesse più toccarmi.

Ero isolato, come se il mio io più profondo fosse entrato corpo e anima in quelle foto.

Lo raccolsi insieme a tutta la scatola e decisi di portarlo con me.

Mi richiusi la porta alle spalle e tornai in camera.

Non scesi a cena, ne tanto meno mi preoccupai di Chaz. Quelle foto mi avevano completamente rapito.

Forse, iniziavo un po' a capire i discorsi di Chaz... gli mancava la banale normalità di prima.

Ripercorsi ogni singolo album... dal matrimonio dei nonni, fino a quello dei miei a quello delle nostre nascite. Mi sembrava tutto così lontano, come se non mi appartenesse più ormai.

Mi stesi sul letto e iniziai a rimuginare su tutto ciò che mi fosse successo... volevo sapere cosa fare, come uscirne illesi.

Mi mancava Selina più dell'aria... la sentivo così lontana da me e non facevo altro che desiderarla, fortemente.

E fu in quel momento, che i miei conti iniziarono a non quadrare più ripensando a tutti gli album e le foto che avevo visto qualche ora prima.

Dov'erano le foto della nascita mia e di Selina?
Possibile che non le avessi viste? Neanche per sbaglio?

The other side ⇢jdb. [COMPLETA; IN REVISIONE]Where stories live. Discover now