Capitolo 37. A metà.

235 26 63
                                    

*Bas*
Era una sera come tante, eravamo chiusi nel tepore del nostro amore.
Le istantanee che c'eravamo fatti al mare Zee le aveva incorniciate, fu la sua sorpresa per San valentino.
Lui non mi diceva che mi amava ma trovava mille modi per dimostrarmelo.
Ero seduto sul divano ipnotizzato a guardare come la nostra felicità era rimasta indelebile, catturata e posto sopra il camino che scoppiettava.
Erano le 23:11 del 1 marzo quando l'inquietudine trovò posto nel mio animo, quando bussarono alla porta.
Quel suono mi sembrarono le campane dell'inferno ma era solo una sensazione, dovevo lasciare andare la paura, era dal nostro ritorno in città che non riuscivo a tranquillizzarmi e mentre Zee mi chiese di ritornare al mare fui pervaso dalla contentezza.
Ritornavamo a casa.
Saremmo partiti l'indomani.

Zee: vai tu? Sono impegnato a fare qualcosa di commestibile...ma chi sarà mai?

Gli risposi mentre andavo verso la porta.

Bas: sai che non porterà a nulla perché ci provi tutte le sere?

Zee: come perché, voglio cucinare per te. Queata volta ci sono
Thī̀rạk non mi dire che hai chiamato per il cibo d'asporto!?

Ero vicino alla maniglia della porta quando gli risposi ridendo, non potevo sapere che sarebbe stata l'ultima prima della tortura o avrei riso più forse, avrei baciato Zee ancora di più, avrei fatto l'amore con lui, lo avrei stretto ancora, fino a farlo male.
Saint si presentò alla porta della mia vita, le mie strane sensazioni, il mio turbamento, la mia ansia si erano appena materializzare.
Il terrore si impossessò del mio volto, la mano che teneva la maniglia mi tremava e mi imbiancai, come la neve.
Non proferii parola e neanche lui, sembrava un creditore alla ricerca del suo denaro, era venuto a riprendersi qualcuno.
Non ebbi paura di lui, non mi interessava, ne avevo per Zee e per la sua possibile reazione l'ultima volta, al centro commerciale, pianse fino a quando ne ebbe forza.
Non avrei permesso che lo riportasse in quell'incubo, no, non di nuovo.
La mano che prima sussultava ora stringeva con decisione l'estremità di metallo, avrei voluto chiudere tutto violentemente fino a quando non arrivò lui e mi distrasse da questa idea, non lo avevo sentito mentre mi chiamava, i miei pensieri erano troppo ingombranti.
Non avrei mai voluto vedere la persona che amavo donare il suo cuore ad un'altra davanti a me.
Il modo di reagire di Zee alla sua presenza mi ferì, mi aprì una profonda voragine, più di qualsiasi parola.
I suoi occhi parlarono, i suoi occhi si illuminarono.
Lasciai andare la presa salda che avevo avuto fino ad allora, la mia mano scivolò via dalla maniglia.

*Zee*
Ero intento a preparare la cena, grazie a YouTube e al corso che stavo seguendo ero certo questa volta che sarei riuscito a far avere a Bas un pasto decente.
Mi arrabbiai quando sentii suonare alla porta, le altre sere non aveva creduto molto nelle mie capacità e aveva ordinato dal ristorante sotto casa, era vero, neanche io ci credevo però... insomma doveva fidarsi era il mio compagno.

Zee: Bas chi è? Puffo perché non rispondi?

Quando arrivai alla porta non mi accorsi di niente.
Sentii una strana voce chiamare il mio nome, una voce più profonda di quanto ricordassi ma pur sempre familiare.
Lo stavo immaginando, non era così, non poteva essere.
Incrociai gli occhi vitrei della persona che si era preso il mio amore, la mia vita e mi aveva consegnato solo dolore.
Saint era lì, davanti a me.
Persi la cognizione del tempo e delle persone intorno a me, ogni cosa sembrava non avere importanza.
Avevo la vista annebbiata e il suono ovattato, non mi resi conto di aver fatto cadere il bicchiere con l'acqua che avevo tra le mani fino a quando la debole figura che mi si proiettava davanti non si abbassò.
Raccolse alcuni pezzi di vetro anche se io ci vedevo i pezzi del mio cuore e si ferì.
Mi abbassai immediatamente prendendo la sua mano tra la mia.
La mia pelle entrò in contatto con la sua e rabbrividii, non perché era fredda.
Quello era il brivido che il mio petto sentì.
Mi ero perso nella miriade di pensieri che erano stati causati dalla presenza di quella persona così tanto che mi dimenticai di una cosa, Bas era al mio fianco.
Lasciai la mano di Saint quasi immediatamente e guardai Bas.
Vidi la sua amarezze e il suo dolore, sentivo l'esigenza di allontanarmi quanto prima non lo reggevo, non ce la facevo ad affrontare me stesso, Bas e anche Saint ora.

Non esiste il grigio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora