Capitolo 18. Velluto blu.

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*Zee*
La serie era finita bene, i due personaggi avrebbero continuavo a vivere felici e contenti dopo aver risolto tutti i loro problemi, ma non potevo dire lo stesso di me e Saint, della nostra storia.
Tutti mi fecero i complimenti per la recitazione, mi si aprirono altre opportunità lavorative, collaborazioni, sponsorizzazioni, ma io non ero affetto felice, era il periodo più triste della mia vita.

*Saint*
Nessuno seppe mai di quell'incidente all'evento privato.
Non ci furono testimonianze video, e se anche ci fossero state non uscirono mai fuori, forse Perth aveva capito che non gli conveniva sfidarmi.
Io e Zee non ci vedemmo molto se non per eventi già organizzati, in cui tutto quello che facevamo sembrava scritto su un copione, come se non avessimo più smesso di recitare.
Mi mancava da morire, mi sentivo perdere l'equilibrio ad ogni passo senza, ma resistevo, resistevo per lui.

*Zee*
Di lì a poco sarebbe stato il compleanno di Saint. Ci sentivamo poco, in sostanza? andava una merda.
Il nostro rapporto sembrava essere sfumato con un tocco, questo mi faceva incazzare, perché credevo fossimo forti abbastanza.
I miei timori erano sempre più reali, stavo perdendo su tutti i fronti, forse proprio perché sapevo che era già tutto alla deriva che decisi di confessarmi, senza maschere solo io, solo Zee.
L'opportunità mi si presentò su un piatto d'argento.
Di solito le celebrità per festeggiare organizzano degli eventi con i loro fan, oppure facevano beneficenza, per Saint fu la prima opzione.

Manager di Saint: Zee che ne dici di venire all'evento? I fan si scateneranno, vi acclameranno tutti, come sempre fate il vostro spettacolo e andremo a casa tutti con una buona dose di popolarità, sia tu che Saint, che ne dici?

Era da un po' di tempo che questa falsa mi dava allo stomaco. Avevo dei momenti in cui volevo tirarmene fuori, chiudere i ponti con quella roba, anche con lui, che reggeva costantemente il gioco, e ricominciare da capo.

Accettai perché il mio reale obiettivo era altro, volevo davvero che fosse tutto chiaro, non mi bastava più quella confusione, io l'amavo, l'amavo, come Zee, e doveva saperlo. Se voleva rifiutarmi, doveva farlo come si deve, davanti a centinaia di persone, cosicché non avrei mai dimenticato l'umiliazione e non sarei mai più tornato indietro, solo così mi sarei fermato, solo quando mi avrebbe distrutto.

Quando arrivò quel giorno ero agitato, ma mi sentivo anche sollevato, perché finalmente mi sarei tolto un peso che portavo da esattamente un anno.

Guardai ancora una volta la scatolina di velluto blu che avevo risposto nella tasca interna della mia giacca celeste polvere.

Il cuore sembrava non riuscire a reggere l'emozione che provavo, da quanto non mi sentivo così?

In quegli istanti prima di entrare e farmi vedere sul palco i ricordi di tutto quello che avevamo passato diventarono vividi e inondarono la mia mente, furono quelli a spingermi a salire.

*Saint*
Saint: Harry (manager di Saint) dobbiamo proprio fare tutto questo? Non mi va di stare in mezzo alla gente, non sono proprio dell'umore!

Manager di Saint: susu un ultimo sforzo, poi ho anche una sorpresa per te! Quindi preparati.

Non potevo immaginare che la sorpresa sarebbe stata lui.
Quando lo vidi comparire, i miei occhi tradirono i miei sentimenti, ero sul punto di piangere, quanto era bello?
Volevo andargli incontro e abbracciarlo, nessuno, neanche dio, sapeva quanto me avevo bisogno.
Feci qualche passo ma..

"Ti piace vederlo piangere? Se è così vai pure"

La mia mente non mi lasciava in pace, il mio sorriso, che si univa al suo, si spense.

Mi fermai di botto, lui si avvicinò di fretta credendo mi stessi sentendo male, ma gli feci cenno che era tutto apposto.

Prese a parlare, prendevo dalla sua labbra, perché non potevo baciarlo e basta?

*Zee*

Zee: Sono qui perché devo dare un regalo speciale ad una persona...

(Zeepensieri: ce la potevo fare, avevo iniziato alla grande)

.....

anzi devo darlo a due visto che è anche il compleanno del mio Tor.

(Zeepensieri: non ce la facevo, vedevo lo sguardo di Saint e avrei voluto scappare da lì. Lo farò ancora una volta, mi nasconderò solo questa volta, ancora.)

Anche se mi ero ripromesso di sentire il suo no apertamente, senza avere paura, anche se mi ero ripromesso che sarei andato avanti, ero ancora lì, al cospetto del mio amore per lui, a preservarlo, a preservare noi.

(Zeepensieri: sono un codardo, ma un codardo terrorizzato da te, Saint, e dal mio sentimento.)

Ero ancora in tempo, però, per fargli capire chi era davvero a parlare.

Zee: sei la prima e ultima cosa che mi ha fatto stare bene.

Iniziai ad inginocchiarmi.

Zee: amarti è stato un miracolo per me

Cacciari fuori la scatolina blu

Zee: che ne dici, se da ora, insieme, componiamo al piano la melodia della nostra serie tv?

(Zeepensieri: non poteva non ricordare che gli avevo promesso che avrei suonato solo musica felice, per entrambi.)

Aprì la scatola, conteneva un anello.
Una fascia nera, con una data incisa dentro, la data di quando l'avevo visto la prima volta.

Zee: si dice che un anello sia "per sempre", non te lo posso garantire, potrebbe rompersi o perdersi, l'unica cosa di cui sono certo è che "per sempre" sono i miei sentimenti per te.

*Saint*
Quello che stava dicendo non era impostato o programmato, lo capii subito.
Come poteva? Come poteva farmi questo.
Come non faceva a vedere che sarei andato via di lì con lui subito se avessi potuto.
Sentii i rumori del mio cuore cadere letteralmente a pezzi alla vista dei suoi occhi lucidi e di quel sorriso di cui era invidioso anche il paradiso.

(Saintpensiri: Non mi riconoscevo più, poi sei arrivato tu. Sono me stesso solo con te. )

(Zeepensieri: stammi accanto, così ritornerò a respirare.)

(Zeepensieri: ti amo.)

(Saintpensieri: ti amo.)

Feci cadere il microfono, la folla che gridava e acclamava, Harry che era in subbuglio, faceva il calcolo di quanto sarei cresciuto di popolarità per la trovata di Zee, ma in realtà non mi importava di niente.
Andai da lui, caddi in ginocchio, schiacciato dal dolore e iniziai a piangere e singhiozzare.

*Zee*
Lui corse da me, lo vidi fiondarsi tra le mie braccia, stringermi.
Non sentivo il suo odore da tempo, adesso ero a casa.
Raccolsi quella felicità forse troppo in fretta, perché tra i singhiozzi lo sentì dire le parole "mi dispiace", non si accorse, forse, che io avevo sentito.
Era un mi dispiace che aveva il sapore di addio.



Come sempre a voi i commenti. Buona lettura a tutti.

 Buona lettura a tutti

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