Capitolo XXXI-Costretta

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Decisi di restare ancora un altro po' dentro l'aula poiché il soffitto era in realtà un capannone e la pioggia sbatteva su di lui riproducendo il rumore di essa.

Era nostra abitudine aspettarci tutti davanti al cancello dell'università per entrare ma quella mattina non trovai nessuno dei due.
Dopo botanica c'era la lezione di matematica dove sicuramente avrei incontrato Steve ma l'ansia mi divorò.

Per questo decisi di aspettare. La lezione sarebbe iniziata tra una decina di minuti ma io avevo bisogno di tempo.
Tempo per formulare un discorso o per cercare di capire da dove dovessi iniziare a parlare.
Perché Steve era colui a cui dovevo dare più spiegazioni a differenza di Hunter.

Conobbi Steve il primo giorno a Berna e mi raccontò subito di Brayden anche se io non sapevo ancora il suo nome.
Lo conobbi con un taglio sotto l'occhio fatto dalla stessa persona di cui mi ero innamorata e la stessa che lo allontanò dalla sua ragazza.

L'odio che provava Steve verso Brayden era un odio superiore,un odio spregevole.
Un odio alimentato dal disprezzo che aumentava anno dopo anno e che non cessava.

La porta dell'aula si aprì e non feci in tempo a girarmi che un'ombra si parò davanti a me sedendosi allo sgabello difronte.
Quando mi girai ebbi un colpo al cuore nel guardare la persona appena entrata.

I suoi capelli erano neri come sempre e il suo volto bianco come latte ma la sua espressione divertita e furba metteva i brividi.
«Che ci fai qui?» chiesi alla ragazza.
«Passavo di qui e mi son chiesta 'ma vuoi vedere che quella strega è lì dentro a meditare'? Ed infatti eccoti qui»

Mi alzai dallo a gabello raccogliendo le mie cose.
«Stavo per andarmene»
«Sai,c'ero anche io al locale ieri sera ed ho visto tutto e sentito tutto. Una scena da oscar. Tu che corri verso di lui per salvarlo dalle grinfie dei tuoi amici. Gesto davvero eroico. Le lacrime erano vere?»

«Cosa vuoi da me Taylor?»
«Voglio darti un consiglio,da amica a amica»
«Non siamo amiche per mia fortuna»
«Meglio così»
Decisi di ignorarla e con fastidio cominciai a camminare per uscire da quell'aula.

«Sei mai stata tradita? Tradita dalla persona che amavi?»
Mi fermai non capendo di cosa stesse parlando.
Si avvicinò a me e rimase a guardarmi per un po' fermandosi a pochi centimetri da me.

«Pensi davvero di conoscerlo bene? Perché lui non è quello che vuol farti sembrare. Quando meno te lo aspetti ti spezzerà l'unica cosa umana che ti è rimasta»
Toccò i miei capelli e con il dito scese sempre di più giù fino a fermarsi in un punto ben preciso.
«Il cuore»

Mi diede un piccolo colpetto proprio lì e si allontanò poco dopo.
«Lo dico per esperienza naturalmente»
Mi fece l'occhiolino per poi darmi le spalle e andarsene via.

Percorsi tutto il corridoio ripensando in continuazione alle parole di Taylor.
Perché parlare di tradimento?
Io e lui non stavamo nemmeno insieme quindi qualunque cosa significasse,non mi avrebbe dovuto dar fastidio ma il pensiero che c'entrasse qualche ragazza m'infastidiva parecchio.

Senza accorgermene mi ritrovai già al terzo piano dell'università,proprio davanti all'aula di matematica.
Feci per entrare quando un ragazzo mi fermò.
«Sei Hazel Le Blanc?»
«Si»

Quel ragazzo lo avevo già visto un paio di volte nel cortile.
A quanto pare,da quello che si vociferava, era il figlio di uno dei nostri professori solo che nessuno riuscì a capi chi anche se dalla poca somiglianza,doveva essere il figlio della professoressa di filosofia.

Nightfall blood [In Revisione]Where stories live. Discover now