Capitolo XXVIII-Sangue sparso

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Università Midnight
Lunedì
08:57

La domenica mattina,a tutti i soprannaturali,arrivò una lettera dal preside che ci invitava a prestare attenzione all'arrivo dell'eclissi lunare e se possibile, restare a casa dove si poteva gestire meglio l'autocontrollo.

Il sindaco di Berna,consapevole dell'esistenza di comunità magiche all'interno della sua città,mandò un'ordinanza per chiudere qualsiasi attività di commercio.

Io continuavo a pensare alla nottata trascorsa.
Le lenzuola avevano ancora il suo profumo ed io non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Non ero riuscita a dormire da quando se ne andò via e anche il mio cuore non se ne rendeva conto che era accaduto davvero.

Avrei tanto voluto scrivergli per sapere cosa stesse facendo ma non avevo il suo numero.
Mi chiesi anche cosa fossimo noi due,se ci stavamo frequentando,se stavamo insieme ma probabilmente lui a queste cose non ci pensava.

Mi vennero in mente anche pensieri negativi ma d'altronde io sapevo poco e niente di lui se non alcune cose sentite in giro e raccontate per rabbia,odio o semplicemente per dire stronzate e cretinate in giro.

Dopo averlo fatto,restammo allungati per un po' senza dire niente e ancora con il fiatone.
Mi feci tanti quei pensieri stupidi in testa come,ad esempio,se fosse piaciuto a lui perché a me era piaciuto.

Restammo in silenzio con la sua mano che accarezzava i miei capelli mentre la mia testa poggiava sul suo petto ma a me quel silenzio piacque,forse più di una semplice chiacchierata.

Mi addormentai sotto le sue carezze e mi svegliai quando,dopo un'ora,ricevette una telefono da Garret che ordinava a tutti i membri del clan di tornare a Medwegya per l'arrivo dell'eclissi.

All'inizio ci rimasi male perché mi chiesi cosa sarebbe successo nei giorni seguenti. Mi sentii vuota quando si alzò dal letto,come se una parte di te fosse volata via,come un pezzo del puzzle che perdi.
"Ci vediamo domani' fu questa frase a farmi dormire bene quella notte.

Quando la mattina dopo mi svegliai,presi il cucino e mi coprii il viso rosso dall'imbarazzo.
Non potevo credere di averlo fatto con lui.
Ripensai al suo tocco delicato sulla mia pelle e mi vennero i brividi.

Ma di punto in bianco pensai anche al bracciale.

Da quel che sapevo,a Brayden diedero un bracciale sulla caviglia che non permetteva al vampiro di avvicinarsi alle persone diverse da lui  o di toccarle. Questo significava che soffriva mentre lo facevamo?

O quando ci siamo baciati.
Al lago.
A casa sua.
Quando mi ha salvato dall'aggressore.
Ha sempre sofferto?

Cosa avrebbe pensato la mia famiglia di tutto ciò? Sua figlia che s'innamorava della 'razza' più odiata dalla nostra comunità;

Cosa avrebbero pensato i miei amici? Che da sempre hanno disprezzato quel gruppetto di vampiri,soprattutto Brayden.
O Garret. Se solo sapesse che lo avevo disobbedito,cosa sarebbe potuto succedere?

Ma la cosa più terribile è che la nostra relazione poteva essere una semplice scusa per incastrare Brayden.

Garret mi disse che i capi delle comunità non aspettavano altro che una mossa sbagliata da parte del vampiro.
Che fosse questa la mossa sbagliata?

L'autobus si fermò davanti alla fermata dell'università e Steve era lì che mi aspettava.
«Come stai?» chiesi dopo aver osservato bene il suo viso. Una guancia era gonfia e violacea come anche il labbro e il taglio era ancora più grande del solito.
Notai che i punti li aveva sullo zigomo sinistro.

Nightfall blood [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora