Capitolo X- Un passato ombroso

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Il giorno seguente non andai all'università, non ne avevo voglia. Mi svegliai con gli occhi gonfi e rossi, un mal di testa atroce e conati di vomito di prima mattina ma mi svegliai anche con il senso di colpa, tristezza e rabbia.

"Cosa stavo combinando?" Era l'unica cosa che chiedevo a me stessa. Volevo una risposta, la pretendevo ma sapevo che nessuno mi avrebbe risposto. L'unica capace di risolvere la situazione ero solo e soltanto io.

Durante la mattinata, infatti, lo chiamai. Chiamai Shawn. Mi rifiutò tante di quelle telefonate che provai a richiamarlo qualche ora più tardi. Verso le undici fu lui a farlo.

Finii per confessare tutto.

Gli dissi che era da un po' di tempo che non provavo più nulla per lui, che non c'era più chimica tra di noi, che mi dispiaceva del fatto che lui non aveva mai cercato di capirmi, che pensava sapesse tutto di me ma, non era così. Mi scusai tanto.

Lui era ancora sconvolto e a differenza mia, Shawn era innamorato. O almeno così disse. La chiudemmo lì e lo lasciai andare.

Ero convinta della scelta fatta e continuavo a considerarla migliore per entrambi. Non mi piaceva approfittare delle persone e con lui lo avevo fatto per troppo tempo. Fermai tutto.

Mi chiesi di continuo cosa fosse l'amore, quello vero.

Pensavo che, amare una persona non sarebbe stato difficile ma se poi, quell'amore che dai, ti si ritorcesse contro? Se non sapevo nemmeno cosa volesse dire amare... a quel punto, sarei riuscita ad innamorarmi per davvero?

Il problema ero io. L'avevo sempre pensato. Magari non ero in grado di amare una persona, magari ero emotivamente instabile o le persone non riuscivano a capirmi fino in fondo.

Eppure, nacqui in una famiglia dove il rispetto e l'amore erano l'apice di tutto.

In fin dei conti fui sempre stata una semplice ragazza che amava tanto sognare... forse troppo. Il fatto era che chiunque sognava di avere una relazione come quella tra Jack e Rose in "Titanic" o tra Noah ed Ellie nel film "Le pagine della nostra vita" o come l'amore nei cartoni Disney ma, alla fine, ti rendevi conto che determinate cose potevano accadere solo e soltanto nei film.

Hai fatto la cosa giusta.

Il pomeriggio non mangiai e ne approfittai per darmi una sistemata. Ero davvero inguardabile e lavai i capelli con una crema alle erbe aromatiche che mia zia consigliò per sciogliere i nodi e ammorbidirli.

Mi stesi sul viso anche una maschera e massaggiai la pelle attorno agli occhi con poche gocce di olio di mandorle per migliorare la circolazione ed eliminare il più possibile le occhiaie.

Quando finii di asciugarmi i capelli, tornai ad allungarmi sul letto.

Rimasi in contatto con Rachel e Steve sin dalle nove di mattina. Rachel mi scrisse che il lupo, la sera prima, non fece altro che chiedere cosa fosse successo e che lei rispose che io e Shawn ci eravamo lasciati, non menzionando mai, nemmeno una volta, il nome del vampiro.

Mi squillò il telefono e risposi subito vedendo che proprio Rachel mi stava chiamando.

<Hazel non puoi capire cosa è successo oggi durante la pausa pranzo! Non sono riuscita a fare un video>

«Cosa?»

<Hai presente Ferdinando, quel vampiro spagnolo del terzo anno? È venuto all'università ancora brillo da ieri sera e si è messo a ballare, con solo le mutande addosso e che tra l'altro erano gialle a pois e calzettoni bianchi con un pulcino sopra. Ha iniziato a ballare la macarena su un tavolo in mensa ma stranamente oggi è venuto anche il preside a pranzare in mezzo a noi e l'ha visto. Si è alzato e ha fatto la ramanzina a Ferdinando con tutti noi presenti per poi spedirlo a lavare i bagni degli insegnanti>

Nightfall blood [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora