Capitolo II- Brayden Michealson

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La mattinata iniziò male. Perdere l'autobus a causa della mia scarsa reattività da appena sveglia non era nei miei piani, tanto meno saltare la colazione ma, d'altronde, non potevo nemmeno definirmi una ragazza mattiniera.

L'autista però, un uomo con un pizzetto folto, mi vide sul marciapiede mentre correvo disperata e decise quindi di fermarsi. Una gioia.

Primo giorno all'università. Ero agitata e le gambe non smettevano di tremare per l'eccitazione e la felicità della mia nuova vita da ragazza indipendente.

Nuovi amici, nuovi professori, nuove materie e nuovo ambiente. Non ero stata mai a contatto con persone diverse da me e tutto ciò mi eccitava e spaventava allo stesso tempo.

Con la conoscenza di Steve però, il pensiero che gli altri soprannaturali potessero essere non amichevoli con noi streghe, andò sempre più a sgretolarsi.

Mandai un messaggio a Shawn per dirgli che ero quasi arrivata, poiché sapevo che mi avrebbe aspettato davanti all'entrata.

Quella mattina mi chiamò per metterci d'accordo ma quando gli chiesi di farmi fare un giro dell'università, si rifiutò ricominciando con le sue paranoie e dicendomi che non era prudente girovagare per i corridori.

In quel momento non replicai ma dentro di me era furibonda. Accettai di venire alla Midnight University sapendo i rischi che correvo.

Proprio per questo mi esercitai parecchio durante l'estate per essere pronta a qualsiasi evenienza ma Shawn continuava a non capire.

Finalmente l'autobus si fermò ed io scesi davanti ad un enorme insegna con su scritto 'Midnight University'. La Midnight era un vero e proprio castello fatto di pietra con, all'incirca, nove torri e molte finestre a forma d'arco, alcune chiuse alcune aperte e alcune senza vetro.

Ogni torre aveva un tetto a forma di cappello che tendeva ad assumere la forma di una punta. C'erano tanti, troppo corridoi, pensai.

L'edificio era attorniato da un ordinato e verde prato e sentieri rocciosi che portavano a edifici diversi appartenenti all'università, panchine sparse di qua e di là, alberi sempreverdi, un piccolo chiosco chiuso vicino ad un enorme campo da calcio che comprendeva anche un campo da basket e un grosso tendone bianco, probabilmente con una piscina all'interno.

Lungo il sentiero che portava all'entrata c'era una fontana con la statua di un signore avente in mano un calice e una luna. Riconobbi subito Fidelius Star, colui che anni e anni fa stabilì un trattato di pace tra le comunità.

«Fidelius, se solo fosse durato di più, la Grande Guerra non sarebbe mai accaduta» Steve apparve dietro di me con zaino alle spalle e una felpa nera dei Nirvana.

Rispetto al giorno prima, le sue occhiaie erano peggiorate ma non mi stupii in quanto le avevo anch'io per la difficoltà nel dormire in vista del primo giorno d'università.

«Io credo invece che niente e nessuno avrebbe fermato la guerra. Era troppo prevedibile. Star credeva in un mondo buono, pieno di pace e amore»

«Credeva male. Allora, emozionata?»

«Molto! In realtà ho un po' d'ansia ma non vedo l'ora. Tu perché sei arrivato con mezz'ora d'anticipo?»

Steve ridacchiò «Perché ho promesso a me stesso che sarei arrivato in tempo ad ogni lezione»

Davanti al cancello, un enorme ammasso nero in stile gotico, c'era Shawn. Portava una camicia bianca con un maglioncino nero, pantaloni stretti e scarpe bianche. I suoi capelli biondi erano ordinati precisamente. Era fissato con i suoi capelli e per fissarli, usava molto spesso il gel. Quando mi vide corrugò la fronte e gettò nel cestino la pipa che stava fumando.

Nightfall blood [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora