Capitolo XVII-Festa del raccolto

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Martedì mattina, il giorno seguente l'incontro con Shawn, mi alzai con una testa incasinata dai tanti pensieri, dopo aver ammesso, a me stessa, i miei sentimenti per Brayden. Per non dare troppo nell'occhio chiamai i miei amici che, nonostante non gli dissi nulla, seppero subito rallegrarmi.

Steve si allenava per superare la luna piena al meglio ma era nervoso e lo capii subito dalla sua voce. Cercai, però, di tranquillizzarlo perché l'essere nervosi in momenti di disagio, peggiorava solo le cose.

Rachel, invece, arrivò a casa il lunedì alle cinque di mattina e disse che aveva già voglia di tornare a Berna per via dei suoi numerosi fratelli. Aveva, per l'appunto, quattro fratellini piccoli di due, quattro, cinque e sei anni e un fratello maggiore di trent'anni che le rubavano un sacco di tempo.

Durante la mattinata andai ad aiutare mia nonna in caffetteria dove incontrai alcuni suoi clienti abituali che non dimenticarono di raccontarmi le loro ultime avventure. Erano, per lo più, anziani che passavano la maggior parte dei loro pomeriggi nei centri appositi per giocare a carte e partecipare a qualche torneo con la vincita massima di una coscia di prosciutto.

Nel pomeriggio, Hunter venne sotto casa per studiare insieme e conobbe i gemelli che lo trovarono subito simpatico.

La sera andammo a mangiare a casa di zia Sam, la sorella maggiore di mio padre, per cenare tutti insieme in famiglia e a tavola non feci altro che subire domande dai più curiosi. Naturalmente evitai di raccontare determinate cose e alcune risposte fui costretta ad inventarle.

Arrivò il giorno del raccolto e per mia scelta, decisi che sarei stata bene e con nessun pensiero nella testa che avrebbe potuto abbattermi o confondermi. Quella mattina andai a fare jogging dopo essermi ricordata che avrei passato tutta la serata seduta al tavolo a mangiare. 

La festa era molto sentita dalle streghe, le quali la celebravano preparando cene elaborate, il cui piatto principale era il classico tacchino offerto anche ai vicini di casa e le mie zie, insieme a mia madre, iniziarono a cucinare sin dalle prime luci dell'alba.

Altri piatti tradizionali di questa festività erano per molti le patate dolci, unite a zucchero, spezie e burro e anche la torta di zucca, la mia preferita. 

La città veniva decorata con addobbi, perfino sui fili elettrici, dove la maggior parte di essi rappresentavano il sole per omaggiare il dio di questa festività, ovvero Lugh, dio del sole e della luce.

Si trattava di una festa dell'abbondanza ma anche della speranza e della generosità e per celebrare il successo del primo raccolto, frutto di duri lavori.

Mia nonna, infatti, si alzò presto per andare all'orto e raccogliere, insieme agli altri due miei nonni, le piante fiorite.

Mio padre e altri miei zii, invece, iniziarono a preparare il terrazzo di nonna Silver per la celebrazione della festa. A Salem era un'abitudine andare a celebrare le festività nelle case delle più anziane e nella nostra numerosa famiglia, nonna Silver era colei che portava sulle spalle più anni.

Ma il momento che adoravo in assoluto era quando tutta la famiglia si riuniva attorno al falò, in giardino, e raccontava storie del passato gustando dolci o i classici marshmallow sciolti dal fuoco.

Insomma, il cibo non mancava mai nel giorno del raccolto. Fuori continuava ad esserci il sole e mi accorsi che la corsa durò poco più di due ore. Non appena entrai in cucina per idratarmi, vidi mia zia e mia madre intente a cucinare sfiziosità prelibate.

«Sei andata a correre?» mi chiese quest'ultima senza distogliere lo sguardo dal bancone. Fu la prima volta, dopo il litigio, che mi rivolse la parola. Probabilmente per la presenza di zia ma, in fin dei conti, a mamma non piaceva parlare dei problemi che potevano nascere, o che erano già nati, nella nostra casa ad altri famigliari, ancor di più se riguardasse un vampiro.

Nightfall blood [In Revisione]Where stories live. Discover now