capitolo 24 - inizio da capo

805 41 8
                                    

Rientrai in pizzeria, intanto era arrivato da mangiare.

-Allora, com'è andata?

-Bene! - risposi. - ce l'ho fatta. Ora è tutto a posto.

-Sono contenta che tu stia bene.

Sì, forse era vero. Stavo bene. Forse avrei potuto ricominciare, con i miei nuovi amici, con una nuova vita. Forse tutto quello che avevo passato mi aveva aiutato. Finalmente pensavo di farcela, anzi ero davvero ottimista, credevo sul serio che ce l'avrei fatta.

Quel pomeriggio con Viola e Marco fu bello, parlammo, ci divertimmo. Tornai a casa che era già tardo pomeriggio.

Ero sul pullman e stavo ascoltando la musica con le cuffie, amavo quel tragitto sull'autobus, da sola con me stessa, staccavo, mi perdevo nei miei pensieri, a volte per quello mi dimenticavo anche di scendere alla mia fermata. 

Ad un certo punto, però, sull'autobus salì qualcuno. All'inizio non mi accorsi nemmeno di chi fosse, ma poi mi si avvicinò. Era Daniela.

Si era seduta dall'altra parte del corridoio, era alla mia sinistra di un paio di metri. Mi voltai e la guardai. Mi tornarono in mente tanti ricordi, tanti momenti passati insieme, quanto mi trovavo bene con lei... le avevo detto addio e vaffanculo sette mesi prima, e pensavo che fosse un capitolo chiuso ormai, ma mi sbagliavo, perchè nel profondo ci tenevo ancora. Sì, avevamo avuto discussioi, litigi, problemi, ma non avevo mai smesso di tenerci. Abbozzai un sorriso.

Mi vide e mi sorrise anche lei. Probabilmente sapeva quello che mi era successo, perchè mi chiese: - Come stai?

-Meglio, grazie. - risposi. - tu come stai?

-bene dai... è tanto tempo che non ci parlavamo... - disse.

-Pensavo che mi odiassi... dopo quello che è successo. - dissi abbassando lo sguardo.

-No, non ti odio... non è colpa tua, l'ho capito. Comunque vedi, avevo ragione io. - rispose con tono di superiorità.

-Non lo so se avevi ragione... razionalmente sì, ma razionalmente dovrei evitare qualunque relazione con chiunque... su queste cose non posso decidere io, non posso spegnere i miei sentimenti, anche se non sai quanto vorrei.

-Ti capisco sai...

-Che è successo? se ti va di parlarne.

-Diciamo che è tutto un casino in una relazione che so che non potrà mai funzionare, noi siamo così diverse e ci scontriamo sempre, ma come hai detto tu non si possono spegnere i sentimenti.

-Oh, mi dispiace.

-Anche a me dispiace per te... e mi dispiace per quello che ho detto sette mesi fa. Mi rendo conto che ho esagerato, è stata colpa mia, non avrei dovuto. Non so se potrai mai perdonarmi, ma io sono sempre qua. - disse a tono basso e tutto d'un fiato.

-Sì, certo che posso perdonarti... sai ci tengo ancora, nonostante tutto. Solo, la prossima volta, cerchiamo di parlarne se c'è qualche problema, possiamo risolvere tutto, se ne parliamo... non vorrei che litigassimo per cose stupide perchè non ne parliamo.

-Sì, hai ragione, è colpa mia. Mi dispiace davvero tanto. E hai assolutamente ragione... io ti voglio bene, non voglio che litighiamo ancora. 

Mi alzai dal mio posto sul pullman e mi andai a sedere accanto a lei, la abbracciai. 

-Ti voglio bene anche io. - dissi.

Forse era stupida come cosa, forse avrei dovuto metterci una pietra sopra mesi prima, ma non riuscivo a mantenere le distanze. Forse nella situazione in cui mi trovavo, non aveva senso fare pace con una persona che avrebbe potuto farmi del male di nuovo, ma in quel momento non riuscivo a fare altro, non me la sentivo di dirle di nuovo "vaffanculo". Anche se forse sarebbe stata la cosa più razionale da fare...

Perchè a volte i sentimenti prendono il sopravvento? Perchè a volte non riesci a stare lontano dalle persone che potrebbero farti del male? In quel momento sapevo il rischio che stavo correndo, ma non mi pentii della mia decisione. Potevo perdonare. 

-Grazie... - rispose lei. - grazie davvero, di essere ancora qui.

-Do sempre una seconda occasione. - dissi. E poi aggiunsi - soprattutto alle persone a cui tengo.

-Grazie. Sono contenta di aver chiarito... sai continuavo a pensarci.

-Sì, anche io. - ammisi.

Mi abbracciò.

-Allora, adesso come stai? Sinceramente. Non ti vedo più in giro.

-Non me la sento di tornare a scuola. Sono già d'accordo, darò degli esami a settembre, e poi si vedrà.

-Ah, capisco. Beh, buona fortuna. Ci vediamo? - l'autobus era arrivato alla mia fermata.

-Sì, ci vediamo. Ciao.

E scesi per tornare a casa. Che giornata strana. Era stata pesante, ma almeno avevo aggiustato un po' di cose. Stavo nettamente meglio rispetto al giorno prima.


voglio solo te // LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora