━ Capitolo 25

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—Oh, merda! — disse Chuck allontanandosi, ma così facendo cadde per terra, sbattendo la schiena; per fortuna senza toccare il vomito di Thomas. Guardai a Newt, rosso dalle risate, Minho era scoppiato a ridere mentre Alby si asciugava una lacrima. Thomas aveva ancora i conati e Chuck rideva disteso per terra, e non potei evitare di piangere. Passarono diversi minuti e ci calmammo tutti. Alby era sempre serio, Minho mangiava tranquillo, Chuck ascoltava quello che gli stava dicendo Newt, mentre lui mi stringeva la mano sotto il tavolo. E Thomas, beh, stava pulendo per terra.

Finimmo tutti di mangiare e i ragazzi cominciarono ad andare verso le amache.

—Andiamo a dormire? — chiese Newt stringendomi la mano.

—Preferisco prendere una boccata d'aria prima— dissi, cominciando a camminare per la Radura, illuminata da un paio di torce. Newt mi seguì, e tenendoci per mano passeggiammo lungo il grande quadrato.

—La Radura è bellissima di notte— dissi guardandomi in giro.

—Davvero— affermò guardandomi, senza muovere lo sguardo, arrossii e gli diedi una gomitata.

—Non guardarmi, mi fai diventare nervosa— non mi piaceva essere il centro dell'attenzione.

—Caspio, sarà difficile non farlo— rispose, guardando davanti a lui con un sorriso malizioso.

—Dormo con te stanotte? — chiesi, camminando lentamente.

—Si, oggi e tutte le notti che vorrai. Prima non lo facevamo perché non eravamo niente, adesso sei la mia ragazza. E ti meriti un vero materasso— rispose, camminando al mio stesso ritmo.

—I ragazzi devono invidiarti— gli dissi, incamminandomi verso la sua capanna.

—Perché? — chiese stranito.

—Hai la tua propria capanna e tutti devono fare ciò che gli dici visto che sei il secondo in comando.

—Direi che ho avuto fortuna— disse facendo spallucce.

Entrammo nella sua capanna, il biondo chiuse la porta mentre io mi toglievo le scarpe.

—Dormo sempre vestita, non hai una maglietta che mi venga da vestito? — chiesi, stanca della stretta dei pantaloni sulle gambe.

—Certo— rispose, aprendo la cassettiera che aveva in camera. Mi porse una maglietta e io la presi. Mi diressi verso la tenda e mi cambiai dietro ad essa. Piegai i miei vestiti e guardai il capo. Era marrone, con le bretelle, mi stava leggermente stretta e mi copriva fin sotto il culo. Mi diressi verso il letto e mi sdraiai, oh mio Dio, quel letto. Newt si tolse la maglietta e si sdraiò accanto a me. Guardammo il tetto in silenzio.

—Che succederà a Ben e Scott? — chiesi infine.

—Non lo so... bisogna dimenticarsi di loro— rispose sospirando.

—Non posso evitare di sentirmi in colpa. Alla fine stavano dicendo la verità, magari dovrei essere io quella lì fuori— dissi, guardando il ragazzo.

—Non lo dire, non importa se fosse la verità o meno. Non avevano alcun diritto di uccidervi, è una delle tre regole. È per questo che sono stati cacciati— disse accarezzandomi il viso, si avvicinò e mi lasciò un dolce bacio sulla guancia. Mi girai, lui mi passò il braccio per i fianchi, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo mentre io gli accarezzavo le mani.

—Buonanotte— sussurrai chiudendo gli occhi.

—Buonanotte— rispose, avvicinandomi di più a lui.

[...]

—Chuck, per favore, andiamocene.

—Zitto! Ci scopriranno, piagnucolone.

The Maze Runner: Una Ragazza nella Radura ➢ Newt [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora