The Maze Runner: Una Ragazza nella Radura ➢ Newt [Italian translation]

━ Capitolo 5

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| Alla ricerca di Clay |

Non era ancora uscito il sole. Mi alzai dalla mia amaca in silenzio, in modo che nessuno se ne accorgesse. Camminai lentamente e sparii da quel posto. Passai per la Radura come quasi tutte le mattine; pensierosa. Non ero riuscita a dormire molto, non riuscivo a smettere di pensare a Clay e Newt. Non mi piaceva arrabbiarmi con lui, però era stato maleducato. Non capivo perché si era comportato in quel modo. E la cosa che mi faceva arrabbiare di più era che non si fidava di me, dicendo che non sarei stata capace di diventare una Velocista. Volevo farlo, volevo sforzarmi, mi sembra grandioso che a loro piaccia stare qui, ma io non ho intenzione di rimanere. Avrei trovato un’uscita, costi quel che costi, e non mi importava se mi accettassero o meno come Velocista, ma dovevo dimostrare di poterlo fare.

Mi avvicinai alle porte, vidi che i raggi di sole cominciavano a spuntare da dietro le mura, sapevo che mancava poco alla loro apertura. Passarono un paio di secondi e il suono delle porte cominciò a sentirsi. Un forte brezza entrò nella Radura, portandosi dietro polvere, foglie e sabbia. Guardai il corridioio di edera e fece un passo. Che stavo facendo? Non lo sapevo nemmeno io, per se c’era qualcosa che sapevo era che non avrei permesso che morissero lì dentro, non avevo intenzione di rimanere.

Ero decisa a continuare, ma qualcuno mi afferrò per il braccio e mi tirò indietro.

―Mack, che fai?― disse Rob, sussurrando.

―Cacchio, meno male che sei tu― disse, alleviata. Mi fidavo di Rob e sapevo che mi avrebbe coperto.

―Per caso non sai che non puoi superare le mura?― chiese in un sussurro.

―Lo so fin troppo bene, ma non ho intenzione di rimanere rinchiusa qui per sempre. Vado a cercare qualche modo di uscire― dissi, non molto sicura.

―Ma non sei una Velocista, se ritorni nella Radura ti puniranno― disse stressato.

―Non cercherò adesso un’uscita, vado a cercare Clay per dimostrare che posso prendermi cura di me stessa e una grande Velocista― un piano fantastico, ideato all’ultimo momento.

―Ma, Mack, nessuno è sopravvissuto...― non lo lasciai finire.

―Si, si, ad una notte nel Labirinto. Non sappiamo se è vivo o morto, e se solo è ferito e ha bisogno d’aiuto? Lo lasciamo morire?― chiesi convinta, lui, invece, non sapeva che fare―. Senti, Rob, non ti sto chiedendo di accompagnarmi, va via e non dirlo a nessuno.

―No, non posso farti entrare― disse, negando.

―Perché no?― chiesi, alzando gli occhi al cielo.