━ Capitolo 7

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| Geloso? |

Aprii delicatamente gli occhi, una forte luce illuminava il posto. La mia vista si abituò e vidi che non ero nella Radura.

Mi alzai da terra e guardai i miei vestiti, indossavo un paio di pantaloni e un camice, entrambi bianchi. Mi guardai intorno, ero in un corridoio dalle pareti strette... sembrava infinito.

Cominciai a camminare, il rumore del tacco degli stivali rimbombò. Quando arrivai alla fine, girai a destra. Dei corpi coperti di sangue erano sparsi per il corridoio

Erano dottori, scienziati, non ne ero sicura ma erano vestiti come me. Ma avvicinai ad uno e mi inginocchiai davanti all’uomo. Come mi aspettavo era morto. Osservai il corpo, c’era qualcosa che pendeva dal suo collo. Lo guardai attentamente, era una scheda d’accesso.

―Jack Hilton...― disse leggendo il nome―. Scienziato del piano B. Impiegato di C.A.T.T.I.V.O.

«Di nuovo... ma che significa?», pensai.

―Che ci fai qui?― chiese una voce proveniente dall’altro lato del corridoio, mi fece saltare in aria. Una ragazza della mia età con i capelli neri e gli occhi azzurri mi guardava terrorizzata.

―Ciao, sai dove ci troviamo?― chiesi alzandomi.

Non mi rispose e cominciò a correre.

―Eh, aspetta!― gridai, seguendola.

Arrivai alla fine del corridoio e la ragazza scomparve. Vidi una porta, in fondo, corsi verso di lei e la aprii. Dei grandi schermi e computer occupavano la maggior parte dello spazio. Su di loro si riflettevano immagini del Labirinto, ologrammi di quelli che sembravano essere cervelli e calcoli illeggibili. Una figura si distingueva nella stanza azzurra. Mi avvicinai senza paura e le misi la mano sulla spalla, facendola girare. Vidi il viso di un ragazzo spaventato, castano con gli occhi marroni e parecchi nei sul viso.

―Mack...― disse senza fiato.

―Come... come sai il mio nome?― chiesi allontanandomi spaventata.

Un forte allarme cominciò a risuonare, si accesero delle luci rosse e una forte scossa mi fece cadere in ginocchio. Cominciai a vedere tutto sfocato e sentii come se stessi per affogare, tutto divenne nero e persi conoscienza.

[...]

Mi svegliai con un gran mal di testa, aprii gli occhi, e immediatamente seppi che ero nell’infermeria della Radura. Mi alzai e vidi Newt seduto su una sedia accanto al letto dove ero sdraiata. Sembrava essersi addormentato, cercai di alzarmi ma il ragazzo si svegliò.

The Maze Runner: Una Ragazza nella Radura ➢ Newt [Italian translation]Where stories live. Discover now