6-L'incontro

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BLACKE

Più quelle dannate lanciette si muovevano più avevo voglia di spararli.
Agitato non lo ero, infastidito.
Perché?
Semplice. Mi sento come una puttana.
Sono ancora qui seduto su questo letto a guardare la porta che esattamente due ore fa ha chiuso Sarah alle sue spalle anche se dovrei pensare esclusivamente all'incontro.

Dire di aver passato solo una semplice notte di puro sesso è una grande cazzata, per il semplice fatto che gioco o no, desiderio di averla, io c'è l'ho ancora anzi sembra che sia aumentato e cazzo mi sto rompendo il cervello con questi pensieri da femminuccia.

Però, il ricordo delle mie mani sul suo corpo, dei suoi occhi e di quella dannata bocca, ormai sono fissi nel mio cervello e mi chiedo davvero se tutto quello che sia successo sia solo il vero sesso che non ho mai vissuto ma la risposta è no. In realtà il problema non è tanto il sesso ma quanto per me aveva significato: la notte più bella che avessi mai vissuto, insieme al giorno dopo.

Non ho mai baciato nessuna ragazza, nessuna che mi porti al letto ma lei no, anzi lei mi ha toccato la faccia, i capelli e mi mordeva, si mordeva e mi piaceva da impazzire.

Dopo essersi fatta la doccia, si è vestita e se ne andata e per la prima volta ho capito come si sono sentite tutte quelle ragazze con cui ho solo voluto del sesso da loro. Vuote.

Il mio cellulare inizia a squillare e ritorno nella realtà. Sullo schermo appare il nome di John. Premo il pulsante verde e lo porto all'orecchio.
«Dimmi.» dico forse fin troppo brusco e prendendo una sigaretta e portandola alla bocca.
«Volevo soltanto dirti che io e Mark ti aspettiamo al club e Blacke, figliolo, sii puntuale, non dobbiamo fare cazzate!» scandisce le ultime parole.

«Si va bene, il tempo di fare una doccia e arrivo» non gli do il tempo di una risposta che riattacco e mi fiondo in bagno.

C'è ancora il suo odore, dio ma che minchia mi sta succedendo?!
Scacciò via i pensieri di lei e apro il getto d'acqua freddo, devo essere lucido, lucido come non lo sono mai stato, altrimenti andrà tutto a rotoli.

*

Quattro minuti.
Solo quattro minuti ho ancora prima che entri là dentro, nella gabbia, ed è una vera gabbia.
Ho visto molti incontri e quasi nessuno muore la dentro al massimo rimani a vita su una sedia a rotelle ma non è quello il mio intento.
John mi mette le mani sulle spalle, mi massaggia un po' per farmi rilassare. Mi sono fasciato le nocche con un nastro di cotone bianco per attutire al meglio i colpi ma so già che non servirà a nulla.

E so che sono qui non tanto per i soldi, che servono sempre al club, ma per fare sfogare la mia rabbia, che monta ogni santo giorno, da una battuta di troppo, ad un atteggiamento ed io devo cercare di controllarmi, di rimanere calmo il più possibile sfogandomi con alcool e sesso ma non mi basta, non mi è mai bastato.

Tolgo la felpa e rimango in canotta e pantaloncini, accendo un'altra sigaretta e la porto alla bocca. Ho partecipato a pochi incontri di Boxe ma quando si tratta dei Devils, è difficile immaginare se riuscirai uscire vivo di li. Sono un gruppo di motociclisti ma sono malati, davvero malati che in confronto noi del 1% sembriamo dei santi.
Mi rivolgo verso Mark che dalla finestra della porta guarda dentro la grande stanza dove la gente sembra impazzita per l'eccitazione.

«Cazzo l'ho vista, ho visto Tredici, è al fianco di Trevor» urla verso di noi pieno di contentezza come se non aspettasse altro. Lo guardo sconvolto anche in parte curioso.
«Davvero?!Com'è?»
Domandò con impazienza.
Tredici. La ragazza Jolly, la regina della fortuna, la ragazza che non perde mai. Ecco chi è Tredici.

Girano voci sul suo conto, chi dice che fosse scappata lontano, in un altro paese,chi invece non se ne sia mai andata lontano da suo padre e Trevor.
L'unica cosa che so per certo e che una ragazza così o è davvero una grandissima volpe da fregare Trevor Collins e il vecchio o è davvero sciocca...

SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)Where stories live. Discover now