Luce e Tenebre insieme

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Sarah

Rigiro e rigiro la matita nelle mie dita mentre guardo il libro sulla politica monetaria del '900.
Niente. Non entra assolutamente nulla, neanche una virgola o lettera, nulla di nulla.

Scocciata e frustata, chiudo il libro e striscio la sedia della mia scrivania sul pavimento di marmo.
Ho sempre odiato questo pavimento, infatti è l'unica cosa oltre al suo studio che ha scelto Trevor

Esco dalla stanza e mi dirigo in camera da letto, esattamente di fronte ad essa.
Afferro il computer di Trev che di solito lascia qui per controllare i locali da casa.
Lo apro, buttandomi sul letto ed escono dalla fessura dei fogli tra cui un post-it con su scritto: Eden 22.30.

Senza farci molto caso, afferro i fogli e li inserisco nel cassetto del suo comodino.
Sbuffo mentre cerco di comprare su internet, direttamente da Londra dei nuovi anfibi di pelle e dell'intimo.
Come ho detto adoro la pelle, il cuoio, ogni cosa che sia di quel materiale.

«Che bello tornare e troverò sdraiata sul nostro letto» la voce di Trevor mi fa alzare di scatto lo sguardo su di lui.
«Ciao non pensavo che tornassi a quest'ora»
Dico per poi ritornare a guardare lo schermo.

Si allenta il nodo della cravatta e si avvicina al letto. Butta la sua 24 ore sul pavimento di lato per poi fare la stessa cosa con la giacca.
«Ti sono mancato?»
«Se ti dicessi di no mi butteresti un altro schiaffo in faccia?» chiudo il portatile e lo appoggio con delicatezza sul mio comodino.
«Lo sai perché l'ho fatto e comunque no. Tu invece mi sei mancata da pazzi»
Lentamente si toglie la cravatta e sbottona la camicia.

Vedo il suo petto e le sue braccia unirsi con i tatuaggi, tanto da sembrare un dipinto, un dipinto su pelle.
Scritte, disegni neri come la pece che iniziavano dal basso ventre per poi salire fino alle spalle e di nuovo scendere giù, sempre più giù così delicatamente che se le guardassi troppo avevo l'impressione che stessero danzando.

«Non verrò a quella festa, io rimango a casa»
Le sue mani si posizionano sulle mie spalle e con i pollici inizia a disegnare dei piccoli cerchi per poi scendere giù, fino a farmi cadere le bretelle del top.

La sua bocca sfiora la mia fronte, il suo alito di menta e liquirizia mi riscalda i sensi. Ha sempre saputo che effetto faceva su di me.
«Amo quando dici casa ma dobbiamo andare, lo sai gli affari sono affari e tu verrai con me intesi»

Non riesco a parlare la sua bocca preme sul mio collo, così forte da farmi sbaragliare.
«Ho sognato questo profumo, mio dio non sai cosa mi fai»
Ci stendiamo delicatamente sul letto, lui sopra di me, le sue labbra iniziano a volare da per tutto sul mio collo,le sue mani agilmente mi sbottonando i jeans e li abbassano delicatamente. Le mie mani salgono sulle sue spalle, i baci diventano sempre più forti, rudi.

Trevor ha sempre avuto questo potere di confondere, di farti perdere ogni controllo sulla tua mente con le sue parole, le sue mani, il suo tono e i suoi occhi.

Le mie mani dalle sue spalle passano al cavallo dei pantaloni. Slaccio la cinta e abbasso la cerniera.
Le mie gambe si incrociano dietro la sua schiena, portando così i nostri bacini a inchiodarsi l'uno a l'altro.
La sua presa inizia a stuzzicarmi il seno e quel senso di fuoco inizia a liberarsi in tutto il mio corpo.
Più i movimenti eranoveloci più la fiamma tra noi aumentava ed io non riuscivo più a trattenermi, ne volevo ancora.

Si stacca un momento, non togliendo mai i suoi occhi dal mio corpo, da me. Mi bramava, mi voleva possedere, lui voleva tutto,ogni cosa, forse era proprio questo che mi ha sempre piaciuto in lui, almeno in passato. Amavo quando prendeva tutto fregandosene del resto, amavo quando mi guardava e sorrideva mentre mi sussurra a ti amo.

SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora