Avanti

218 6 1
                                    

Ormai sono passati due mesi.

Natale è passato e così anche il primo dell'anno. La gamba grazie alla fisioterapia e alle lunghe camminate sul Tapirulan, riesco a muoverla senza fatica.

Prendo il pacchetto di sigarette e ne porto una alla bocca mentre Trevor posiziona la sua mano all'interno della mia coscia.

«Trev» lo richiamo ma quello sguardo, quel maledetto sguardo da volpe che mi riserva mi confonde come sempre. Tra noi le cose vanno. Lui mi ripete che mi ama da impazzire ed io gli sorrido rimanendo al suo fianco.

No, non lo amo ma non m'importa più, gli ho spenti nel momento esatto che lui mi ha detto quelle cose che pesano, ancora oggi come un macigno.

«Se voglio sballarmi lo voglio fare per bene» sussurra con un ghigno vicino al mio ventre mentre mi volto verso il suo comodino e vedo una bustina trasparente aperta con piccoli residui di polvere bianca.

Mi giro verso di lui che mi guarda con quegli occhi verdi mentre le sue pupille si allargano. Scende più giù mentre le sue dita percorrono il mio corpo coperto con del corsetto di pelle nero. Abbassa la cerniera delicatamente mentre continuo a fumare con una mano e con l'altra stringo i suoi capelli. 

Sfila i lacci delle mutandine e le fa scorrere mentre abbassa il viso in mezzo alle mie cosce per poi sentire la sua lingua nel punto centrale.

Mi rivesto velocemente  mentre tolgo l'asciugamano, indossando un semplice intimo nero.

«Sta volta per quanto devi mancare?» domando mentre abbottono i Jeans

«Solo per due notti, Lunedì sarò già di ritorno» le sue mani accarezzano i miei fianchi mentre i sui baci si ripetono sui miei capelli. Vuota, sono solo Vuota.

«Bene allora dormirò da Gemma» dico mentre mi allontano prendendo il giubbino di pelle e la borsa e aspettando Trevor che prendesse la sua piccola borsa con i vestiti.

Prima di uscire di casa e andare verso la mia auto, mi afferra il viso con le sue mani possenti e l'avvicina al suo.

«Sarah io ti amo sul serio, ti amo così tanto da star male». Sulla mia bocca mi esce un ghigno.

«Sei il mio carnefice e mi sentirei male a dirti ti odio, sarebbe troppo scontato» sussurro sarcasticamente mentre mi avvicino alla sua bocca per poi afferrare il labbro inferiore in mezzo ai denti. Mi stacco velocemente da lì e mi dirigo alla mia auto ma prima di aprire lo sportello sputo la sua saliva che avevo in bocca. 

Quella notte

Quelli del club non gli ho più visti tranne Alex quando viene a dormire da noi ma non una parola del suo amico ne da parte mia ne da parte sua. Mi manca quella gente, mi sono sentita a casa con loro cosa che non ho mai provato tranne da quando sono venuta a vivere con Gemma.

Apro velocemente gli occhi, le mie pulsazioni sono a mille, i capelli che mi ricadono sul viso sono appiccicati sul mio volto e sul collo.
L porta della mia camera si apre di scatto e vedo Gemma venire verso di me con un maglia grigia che gli arriva sulle ginocchia e Alex sulla soglia della porta.

«Respira Sarah, respira» mi prende le mani per calmarmi.
Non mi ero neanche resa conto che stavo respirando a fatica.
Ancora lo stesso sogno, ancora quel lupo dagli Occhi rossi che divora la farfalla, l farfalla nera e poi il mio corpo a terra  pieno di sangue.

«St- sto bene era solo un incubo» rassicuro entrambi. Alzo gli occhi verso Alex, i suoi erano pieni di angoscia e forse anche di pena, già pena era lo stesso sentimento che provavo per me stessa.
Per quell'uomo ero caduta nel basso, più in basso delle tenebre.
Mi alzo dal letto a fatica, prendo dal comodino una sigarette e l'accendo portandola alla bocca.
La mia maglietta lunga dei AC-DS mi arrivava a metà coscia e anche essa è tutta appiccicosa di sudore. Vado verso la finestra della mia camera, guardo la strada piena di luci colorate, gente sul marciapiede e macchine che sfrecciano scomparendo dietro qualche svincolo.

SCOMMESSA MORTALE(IN REVISIONE)Where stories live. Discover now