Un giorno qualunque, la guerra. LORO.

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Le previsioni per la fine della guerra dei pasticcini del 1838 dovettero attendere solo tre mesi. Un po' tutti siamo d'accordo sul credere che ogni guerra sia ridicola, ma aldilà delle valutazioni di fondo sulla natura del conflitti ce ne fu una scaturita per dei pasticcini: effettivamente risulterebbe davvero assurdo credere che la Francia dichiarò guerra al Messico perché il monsieur Remontel, pasticcere francese residente in Messico subì un saccheggio da parte di ignoti, ma  successe davvero.
Se Jonathan e Nina avessero saputo di quella storia, si sarebbero sicuramente schierati uno contro l'altro seppure vicini perché come diceva Napoleone In guerra come in amore bisogna guardarsi da vicino.

Vicini, esattamente come Nina e Jonathan al Copperfield.
Non riuscivano a smetterla di baciarsi e il ragazzo pensò che davvero aveva voglia di cambiare ancora il suo giorno qualunque in uno da ricordare.
Nina dal canto suo tra i mille baci di Jonathan non riuscì più a trovare la sua ira, pensò che sapesse nascondersi bene quella maledetta.

"Che ne dici se ce ne andassimo da qui e ci spostassimo da me?"Jonathan glielo propose come un po' di fiatone, la voleva e davvero non riusciva più a trattenersi, le stringeva le mani e taciturno attendeva un suo assenzo, gli sarebbe bastato un semplice cenno.

"Continui a sparare cazzate questa sera, io conosco una terrazza molto più vicina "  Lo propose Nina sapendo già di avere la vittoria in pugno, aveva sentito la loro passione crescere e non avrebbe di certo voluto perdere altro tempo in una macchina

"Nina non credevo fossi una di quelle persone che ama farlo in pubblico " Jonathan alzò un sopracciglio e gli occhi presero un leggero scintillio ambrato, Nina se ne beò di quella espressione, ricordava tanto i sentimenti che invece lei sentiva scalpitare nel petto.

"Sei o non sei il proprietario? Rendila disponibile per noi" Nina capì che il bacio che gli diede subito dopo aveva fatto effetto

"Sai essere molto convincente "

Jonathan allora mise la mano dietro la schiena di Nina un po' a rimarcare il territorio che poco prima era stato sconfinato da quel moro e la guidò verso le scale.

"Spero che i tuoi bollenti spiriti non spariscano quando vedranno la mia lentezza per affrontare queste rampe" Jonathan ironizzò per via della protesi, l'ironia sapeva giocarla sempre a suo favore, gli dava la possibilità di nascondere la sua preoccupazione, il rifiuto per qualcosa di diverso.

Nina sentì la sua ironia ma carpì anche il suo disagio che attendeva quatto quatto dietro il suo cuore, l'aveva scovato da una fuggitiva scintilla degli occhi e per tutta riposta lo baciò "Jonathan credimi, la mia voglia non si placherà nemmeno se impiegherai due ore "

Così Nina prese la mano del ragazzo e arcuò il timone, lo guidò per la scale e davvero non le interessava se avesse dovuto attendere l'intera serata o l'intera settimana, perché Nina quella notte piena di stelle si rese conto di una sola cosa, era perdutamente e irrimediabilmente persa di Lui.
Jonathan strinse la mano di Nina che di tanto in tanto si girava verso il ragazzo per lanciarle dei sorrisi che la sapevano lunga.
Il ragazzo non riusciva a togliersi quel sorriso dalle labbra che le procurava lei e davvero non avrebbe mai immaginato il risvolto della serata sapendo come fosse iniziata la giornata. Il ragazzo conosceva le sue albe peggiori ma davvero non si spiegava come potessero essere spazzate via da un vento fatto di brina e lucentezza che sapevano regalargli quegli occhi così belli.

"Nina non ho più fiato, ti ricordo che sono invalido " Tese la mano di Nina come a farla decelerare, non riusciva a starle al passo e la sua stessa frase lo fece rabbuiare un po'.
Nina strinse la presa e lo strattonò ancora più vicino a lei, gli riservò lo sguardo più profondo e pulito che poteva perché aveva capito i suoi pensieri e voleva solo farli tacere "Shhh, non fare il bambino. Siamo quasi arrivati "
Jonathan allora rise perché una piccola vocina nella sua testa gli suggerì che forse la sua tempesta sapeva anche regalargli una vista di arcobaleni con dei colori brillanti.

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