Un giorno qualunque, il calcio. LEI.

35 6 0
                                    



Le previsioni sportive di quel 25 gennaio per le squadre di calcio inglese, registrarono un netto favore per la vittoria del Chelsea sul Tottenham.
Se Nina avesse guardato il notiziario quella mattina e avesse analizzato i vari punteggi per scommettere su una delle due, avrebbe sicuramente puntato a caso perché Nina di calcio non ne capiva proprio niente.

Niente, esattamente quello che rimase a Nina dello stipendio appeno entrato.
Infondo aveva proprio bisogno di quel pulisci spazzola, di un sacco a pelo o di una pianta di banano, quel mercoledì Nina decise che ne necessitava come anche dei tre abiti bianchi comprati online su Zara, doveva avere diverse alternative per l'appuntamento di quella sera, ma soprattutto aveva bisogno della consegna fast.

Erano le 11.00 e nonostante le diverse piacevoli attività di shopping, Nina si trovava a lavoro e forse doveva proprio iniziare a fare qualcosa che andasse a braccetto con quella scrivania seriosa e quelle mura fatte di professionalità e vigore, così aprì i programmi e iniziò a controllare ogni fattura.
Sarà stato lo shopping compulsivo di quella mattina ma Nina, con quel sole che sbirciava di tanto in tanto tra le nuvole,si sentiva bene
La solita febbreda1giorno era andata via, contagiando però la povera Adria che invece aveva chiamato il negozio dove faceva la commessa per dichiarare malattia se non morte.

"Oh attenzione, cosa succede? Hai iniziato a lavorare"

Nina distolse lo sguardo guardando alla scrivania color mogano di fronte a lei, dove era seduto Greg che la scrutava dietro i suoi occhiali con una stretta montatore blu e dischiuse un sorriso tra le labbra che si arricciarono divertite

"Non fare il simpatico, erano acquisti importanti " la ragazza rispose con l'espressione di sto inventando balle ma l'importante è crederci,

"Certo, poi mi dirai quanto sarà utile il pulisci spazzola o i tre vestiti bianchi identici che hai comprato" Greg conosceva la sua collega e soprattutto l'espressione estasiata di chi ha appena finito uno stipendio per degli acquisti superficiali

"Innanzitutto, sono diversi tra loro e inoltre devo essere perfetta, stasera ho un appuntamento con il proprietario del Copperfield..." Nina lo disse così, come se avesse appeno chiesto all'amico cosa avrebbe mangiato per pranzo

Forse anche voi vi sarete accorti dell'espressione di Greg da Golden Retriever a cui hanno tolto la sua pallina preferita, ma Nina...beh Nina no.
Lei continuava a parlare di come avrebbe dovuto raccogliere i capelli per quella sera, o quali dei tre vestiti mettere e non si accorse proprio dell'espressione triste del collega.

Greg non capiva proprio cosa ancora gli facesse sperare in qualcosa, in cuor suo dopo quattro anni aveva capito quanto la speranza, vigliacca , si fosse nascosta da tempo dietro cespugli pieni di rovi e ortiche.
Non riusciva però a togliersela dalla testa, Nina gli piaceva davvero tanto, saranno stati quegli occhi scuri così grandi, quella risata contagiosa o quel suo modo di fare menefreghista che lo attirava come una calamita o una calamità, dipendeva solo dai punti di vista.

Greg aveva avuto conferma negli anni che Nina lo considerasse solo un amico, ma a farlo sperare erano le relazioni della ragazza che duravano neanche il soffio di un compleanno. Non erano giusti per lei e questo bastava per farlo andare avanti seppure meno tenace. Dopo quattro anni ne aveva visti passare: tatuati senza cervello o tatuati con un gran cervello ma insipidi, superficiali intenti a raggiungere un unico scopo o troppo seri da farla scappare a gambe levate. Greg ne aveva vista passare di acqua sotto ai ponti, o era troppo fredda o troppo calda, non c'era mai un bicchiere che potesse essere bevuto senza storcere il naso, infondo era sempre acqua stagna.

"Il secondo è il migliore, valorizza le tue curve"
E così dicendo Greg andò fuori dalla stanza color cremisi, sconsolato e deluso ma soprattutto senza la sua pallina.
Nina invece non diede peso a quella reazione, inoltre era davvero indaffarata e il lavoro si era accumulato,avrebbe dovuto saltare la pausa pranzo. Sapeva già quanto avrebbe rimpianto la cosa, aveva letto il menù del giorno,esposto fuori su una lavagna della solita tavola calda, dove lei e i colleghi passavano le loro ore di diletto, ravioli con crema di carciofi e granella di pistacchio era il primo piatto e l'aveva già conquistata. Sbuffò, passando la mano sotto il suo mento che girava verso la finestra, mentre perdeva i suoi occhi tra un gruppo di genitori intenti a riprendere i loro figli dalla scuola di arte per bambini disabili che era proprio vicino alla Golden Zeta. Le metteva sempre così allegria sentire le loro risate speranzose e felici e le donavano anche una stoccata di tristezza al pensiero di quanto lei tra quelle mura si sentisse sbagliata, di quanto quel lavoro a volte la facesse sentire fuori luogo e lontana dalla sua anima.
Spostò di nuovo lo sguardo nella sua stanza, guardò lo schermo del suo computer e riprese a lavorare, sbuffò ancora più forte quando si accorse che il figlio del capo, continuava a non saldare le fatture scadute. Procurava solo problemi quel cliente.

———————

Dopo qualche blocco ai  debitori e bonifico registrato, Nina posò le dita sul display del suo telefono che segnava un messaggio

Da Hemingway: " Come va la giornata, continua ad essere un giorno qualunque  ?"

Nina fu presa di sorpresa, non tanto dal messaggio ma dalla reazione che le aveva scaturito.

Tachicardia.

Che fosse interessata non vi erano  dubbi, ma non capiva come quel ragazzo potesse catturarla così magneticamente. Forse le bastarono gli sguardi che si mandarono, o la frase scritta su quel bigliettino che conservava sul comò nella sua camera.
Nina era davvero curiosa, e fosse stato anche il primo e solo appuntamento che avrebbe avuto con lui, perlomeno avrebbe dissetato il suo interesse.
Decise di far passare qualche minuto e poi velocemente mosse la punta delle dita sullo schermo in cerca della frase giusta
"Vorrei tanto poterti rispondere che non è un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma sono sommersa da scartoffie come un giorno qualunque " rilesse di nuovo quella frase e poi inviò il messaggio, era trepidante
La risposta di Jonathan non tardò e Nina guardava il display come una quindicenne che aspettava il messaggio dalla sua prima cotta

"Questa sera prometto di rendere questo giorno qualunque un po' meno uguale agli altri...."
La ragazza rimase qualche secondo di troppo su quei puntini di sospensione, facevano intendere mille cose.
D'altronde l'aveva capito dai messaggi precedenti che gli piaceva stuzzicarla

"Ah, quindi dopo il cocktail analcolico...un assegno per smettere di lavorare ?" Mentre Nina digitava la sua riposta, un'espressione furba uscì dal suo viso, quando inviò, lasciò il telefono sulla sua fredda scrivania color mogano mentre ne fissava lo schermo, come un leone in attesa che la sua preda facesse un solo movimento per acciuffarla.
Nina sentì vibrare ancora il cellulare e con una mossa che sapeva tanto di impazienza e trepidazione lo strinse tra le mani "Beh ho scritto che avrei cambiato la tua giornata, non la tua vita "
La ragazza allora rise, sapeva essere ironico e le piacque, si alzò in piedi e iniziò a passeggiare per la stanza mentre rileggeva la conversazione daccapo, cercando di carpirne ogni virgola
Ad ogni modo, il ragazza il primo punto l'aveva preso in pieno
Esattamente come lo spigolo della sua scrivania mentre era intenta a rileggere.

Se Nina avesse fatto le analisi quella mattina, avrebbero registrato: un 5% di guarda dove vai e un restante 95% di spero che questa sera mi baci anche l'ematoma che uscirà a breve.

Nina era fatta così, non le interessava dei tempi necessari per la costruzione di una frequentazione, del primo bacio o dell'accendersi della passione. Se anche era passato un solo minuto dall'inizio dell'appuntamento non si faceva certo problemi a srotolare la lingua come un camaleonte pronto a catturare la sua preda.
Nina sapeva cogliere l'attimo e anche qualcos'altro...
—————————

La ragazza a fine lavoro si diresse a casa trovando la sua amica Adria intenta a decidere se mangiare un triste ma sano brodino o una buona ma non adatta pizza.

"Vedo che nonostante la febbre tu non abbia perso l'appetito" Nina lo disse all'amica mentre era intenta a togliersi il cappotto nero di dosso

Adria allora la guardò e di tutta riposta disse
"Vedo che nonostante i miei consigli tu gli abbia scritto"

Adria conosceva Nina, sapeva già che  nell'esatto momento in cui consigliava all'amica di non fare qualcosa, lei già era intenta a tirare fuori dall'altro orecchio quanto appreso.
Esattamente come ad un bambino che più gli ripeti "Ma-mma" e più lui puntualmente dirà "papà "

"Comunque quello lì è il miglior, ti valorizza le curve" rispose Adria indicando con un cenno della testa uno dei tre vestiti arrivati poco prima e lasciati sul divano.

Nina allora si avvicinò e passo in rassegna gli abiti, guardò quello indicato dall'amica ed effettivamente pensò che fosse davvero adatto, l'avrebbe sicuramente convita una volta indossato.

"Sei la seconda persona che me lo dice oggi" Nina rispose mentre prendeva tra le mani l'abito prescelto e lo portava in camera.

Se Nina quella mattina avesse visto il notiziario sportivo, molto probabilmente avrebbe appreso che doveva uscire di casa molto prima visto che la città quella sera era bloccata per il derby.

Un Giorno Qualunque...Where stories live. Discover now