Un giorno qualunque, il calcio. LUI.

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Le previsioni sportive di quel 25 gennaio per le squadre di calcio inglese, registrarono un netto favore per la vittoria del Chelsea sul Tottenham.
Se Jonathan avesse guardato il notiziario quella mattina e avesse analizzato i vari punteggi per scommettere su una delle due, avrebbe sicuramente puntato sul Chelsea ma era il derby ed era molto scaramantico.

Scaramantico, esattamente come suo padre Dan che per tutti gli avvenimenti importanti indossava sempre la stessa camicia.
Non risultava un problema, negli anni la camicia aveva perso solo un po' di colore se non fosse che Dan avesse preso 10 kg.
Ma quello era il derby e Jonathan immaginò che il padre l'avrebbe indossata comunque , anche se solo come una sciarpa.

Ad ogni modo Jonathan quella mattina sentì il suo amico Mark per sincerarsi che l'organizzazione dell'evento di quella sera andasse bene, sapeva quanto il ragazzo dai capelli ambrati potesse dare di matto in situazioni pressoché importanti.

"Ehi scansafatiche, è tutto perfettamente decorato con un bianco splendente ?" Jonathan teneva il telefono tra la spalla e la testa, mentre con le mani era intento a dar da mangiare a Licya che gli si strusciava addosso affamata.

"Assolutamente si, così bianco che mi viene quasi voglia di sposarmi" Mark rispose ridendo da solo della sua stessa frase che invece fece alzare gli occhi al cielo a Jonathan.

Il moro poi si mise più comodo e riprese il telefono con la mano destra, continuando a camminare per il salone affacciandosi di tanto in tanto a guardare il cielo tetro di quella mattina

"A proposito, questa sera ho appuntamento al locale con la ragazza dell'altra sera " Jonathan lo disse mentre con la mano sinistra si passava le dita tra i ricci tirandoli indietro, in qualche modo quelle situazioni lo imbarazzavano

" Jonathan, quindi mi stai dicendo che stasera dovrò seguire tutto io mentre tu te la spassi con la brunetta ?" Mark sapeva sempre prenderlo in giro in quei momenti, sapeva quanto l'amico fosse molto meno portato per quelle situazioni, nonostante l'aspetto da sono un cattivo ragazzo e tu stasera sarai mia

Il moro di tutta risposta non poté che sbuffare e passare la mano dietro la nuca per massaggiarsela  " Comunque è il mio giorno di riposo, apprezza che venga comunque al locale"  aveva deciso di invitare la ragazza nella sua comfort zone, si sarebbe sentito più a suo agio in un luogo che sentiva come casa sua. Voleva rendere la sua mente mansueta e il suo animo sereno, aveva bisogno di un posto che gli ricordasse quanto un cielo nero potesse contenere mille stelle nonostante la tormenta, ecco ...voleva proprio quella sensazione per quella sera.

"Va bene, ci sentiamo più tardi che io e i ragazzi dobbiamo sistemare le ultime cose" Mark lo disse mentre sotto si sentiva Pedro urlare qualcosa in spagnolo, molto probabilmente un insulto al suo capo che invece di aiutarlo si dilettava al telefono
Jonathan rise perché sapeva che quando era il suo socio ad organizzare un evento, i preparativi diventavano un caos per tutti
"A dopo Mark " e riagganciò.

Jonathan quella mattina non aveva ancora preso i medicinali eppure la sua infinita tristezza ancora non si era fatta sentire, sarà stata Licya che quella mattina sembrava indemoniata e nemmeno il suo pasto l'aveva placata, ma comunque la tenda sembrava ancora fare il suo compito.
La sua depressione faceva capolino quando voleva, magari ad un passo falso del ragazzo, magari per le situazioni delle sue giornate o magari per la luna piena.

Ne approfittò allora per scegliere qualche capo bianco da indossare per la serata e optò per una semplice camicia bianca sbarazzina che gli lasciava una parte del petto scoperta e un semplice jeans scuro, non troppo attillato cosicché non avesse troppi problemi nei movimenti che erano già difficoltosi.
Il ragazzo era stato sempre molto pigro nel cercare l'abbinamento perfetto, quindi decise che il look fosse perfetto così nonostante non rispettasse il total white che lui stesso aveva programmato per la serata.

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