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Sono sdraiata sul lettino della dottoressa Phillips, in uno studio ginecologico situato proprio di fronte al mio ufficio. Ho i piedi poggiati su due supporti e la mia migliore amica mi tiene stretta la mano mentre la dottoressa infila un preservativo sulla sonda. Distolgo lo sguardo e chiudo gli occhi, mentre una lacrima di agitazione sfugge al mio controllo. Cla me la asciuga, senza farsi vedere, poi mi rivolge un sorriso rassicurante.

Fiona Phillips inserisce la sonda e io trattengo il respiro a quella intrusione. Osserva lo schermo color seppia accanto a noi mentre muove l'aggeggio a destra e a sinistra.

Mi ha rassicurata dicendo che non sono l'unica a cui è successa una cosa simile. Il fatto di non essere la sola rincoglionita nel mondo mi fa stare meglio. Un po'. Ho passato comunque i minuti successivi ad insultarmi mentalmente, cosa che ho fatto anche negli ultimi giorni, perché non è possibile che una programmatrice come me lasci che una cosa del genere accada.

<<Mmh>> dice la dottoressa Phillips dopo qualche minuto. Mi tendo sul lettino e Clarissa smette di respirare.

<<Miss Oliveri, you're pregnant>> sentenzia.

E la prima cosa che vedo io, nella mia testa, è un giudice che batte il martelletto e sigla la mia condanna a morte.

Rimango lì, morta sul lettino, mentre la dottoressa esce e Clarissa mi accarezza i capelli.

<<Mia, ti prego, dì qualcosa>> mi supplica lei con il magone nella voce. Preoccupata, mi volto a guardarla ma dalla bocca non mi esce nulla. Mi tiro su, mi pulisco e rinfilo il tubino, poi raggiungo lo studio adiacente all'ambulatorio. La dottoressa mi consegna due guide, una scatola di medicinali per la nausea e una di acido folico. Poi mi stringe la mano, si alza, e va a chiamare il paziente successivo.

Sento la mano di Cla stringere la mia per l'ennesima volta mentre mi accompagna fuori dal centro medico e, da lì, fino a casa.

<<Sono incinta>> gemo mentre cerco di assimilare queste parole. Hanno uno strano sapore sulla lingua, sembra che le stia dicendo qualcun altro.

Mi raggomitolo sul divano e, senza neanche rendermene conto, mi addormento.

È la voce di Cla a svegliarmi, ore dopo, forse giorni.

<<Ti sta chiamando Alec>> mi dice.

Ecco, di nuovo: to add insult to injury.

Questo idioma sta diventando la base della mia esistenza. Premo il tasto rosso e ignoro la chiamata. Non sono pronta. Non posso farlo.

Mi alzo e vado a letto. Cla mi prega di mangiare o bere qualcosa, ma l'unica cosa che riesco a fare è mandare un messaggio ad Emmett e Emery per avvertirli che non mi sento bene.

Il mio capo, gentile come sempre, chiede se serve che mandi un medico ma io gli rispondo che ci sono già stata e che ci vedremo giovedì.

Il mattino dopo mi sveglio con la nausea. Probabilmente è una cosa psicologica, o forse è perché ieri non ho mangiato. Mi rigiro nel letto e vedo che Cla è seduta accanto a me.

<<Come stai?>> chiede.

Per tutta risposta, la fulmino con un'occhiata. Allungo la mano verso il comodino per prendere il telefono e tolgo la modalità aerea. Le notifiche di chiamate perse e messaggi piovono a dirotto e io le cancello. Tutte.

Apro Google e digito due parole chiave: "aborto" e "New York". Cla se ne accorge e mi strappa l'iPhone di mano.

<<Ma che cazzo ti dice la testa?>> sbraita, gli occhi fuori dalle orbite e il telefono in alto sopra la testa per non farmelo prendere.

A Corner LoveWhere stories live. Discover now