🔥10 SETTEMBRE🔥

23 3 0
                                    

"Dannata sveglia" borbotto mentre la prendo per vedere l'ora. Le 8.00? ma siamo seri? Aish. Vado in bagno per svegliarmi con dell'acqua gelata per poi andare in camera a vestirmi. L'università ha inviato una mail con il codice da seguire per l'abbigliamento ed ovviamente non mi è passata neanche per un secondo di leggerla. Inizio a fissarmi allo specchio, i lunghi capelli rosso fuoco coprono il seno prosperoso, il capezzolo sinistro è adornato da un piercing così come il mio naso e i miei fianchi troppo larghi per non essere notati. I grandi occhi azzurri presi da mia mamma si spostano sulle mie braccia e sulle mie gambe tatuate, mi sorrido, un sorriso contornato da un' anellina discreta, capisco che è arrivato il momento di vestirmi così infilo una maglietta smanicata verde scuro e bianca, molto larga, con un profondo scollo a V e dei pantaloni a vita alta di pelle, li fermo con una cintura che mette in risalto ancora di più la vita stretta. Trucco gli occhi con il solito eye-liner e mascara, prendo uno zaino di pelle con varie scritte e toppe contenente un libro e varie penne colorate. Arrivata alla porta infilo le creepers di pelle bordeaux, prendo su una giacca di jeans imbottita e mi chiudo la porta dietro.

**********

"Un caffè espresso" ordino al cameriere mentre mi faccio una coda alta e spettina.

"Scusi, soffre di una paralisi o ha intenzione di portare il mio caffè?!" dico tagliente notando fosse ancora fermo a fissarmi.

Sono seduta ad un bar vicino all'università sapendo di dovermi, purtroppo, prima o poi avviare; i passanti mi guardano basiti come il cameriere che mi ha appena consegnato la mia seconda ragione di vita. Sono abituata ad essere guardata così, non mi interessa di attirare tanta attenzione; io non piaccio a loro e loro di certo non piacciono a me. Lascio il mozzicone nel posacenere e mi avvio all'entrata dell'edificio frequentato da gente con la puzza sotto al naso; come io sia finita lì dentro è un mistero, a quanto pare qualcuno ad Ulsan ha parlato del mio plurilinguismo inviando una lettera di presentazione. Come sia successo non mi importa più di tanto, la priorità era scappare da quel posto e per ora ci sono riuscita; spero solo che nessuno di loro mi trovi.

**********

Sto camminando da ormai una ventina di minuti per gli immensi corridoi fino a quando una scena patetica attira la mia attenzione. Curiosa come sono decido di avvicinarmi in modo discreto, appoggiandomi al muro apro un libro a caso e mi metto ad ascoltare in silenzio, come mio solito.

"Lisa, hai ancora il coraggio di presentarti? Non hai capito che non piaci a nessuno? Nessuno vuole essere amica di una sfigata come te!" urla una nana(?) dai capelli castani contro una bionda ossigenata.

"Jennie, basta" dice un corvino cercando di fermare la castana che, ovviamente, continua imperterrita.

"Come fai a presentarti in questa prestigiosa università da borsista? E come se non fosse abbastanza puzzi; fatti una doccia cara" continua svuotandole una bottiglietta d'acqua in testa e, tiratole il contenitore di plastica addosso, inizia a ridere seguita da un ragazzo dai capelli grigi, e due castani. L'ultima cosa che vedo è la ragazza scappare in preda alle lacrime, annoiata dall'infantile teatrino ripongo il libro nello zainetto e mi dirigo verso l'uscita dell'immenso edificio. Sarà per un'altra volta. Sento il cellulare vibrare nella tasca e decido di rispondere al numero sconosciuto.

"Pronto?" rispondo scocciata.

"Salve, siamo la ditta di traslochi, saremmo a casa sua verso le 10.00, ci conferma la sua presenza?"

"Si, confermo, a più tardi" e attacco; finalmente una buona notizia, finalmente arriva la mia compagna di avventure.

Guardo l'orologio nero al polso, mi accendo una Camel e mi avvio verso l'umilissima dimora.

She and Her Fucking Mind//Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora