Il ritorno.

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6 Dicembre

A volte per essere felici, bisogna avere una persona accanto. Non riesco a capire come certe persone preferiscano essere piene di soldi piuttosto che avere qualcuno. Ieri avevo raccontato a Zayn della mia vecchia storia d'amore. Tempo fa, quando ho iniziato a raccontarvi la mia storia, vi avevo detto di non aver mai provato il sentimento dell'amore: beh, in effetti è vero. Pensavo di essere innamorata del mio ex, ma quello non era amore in confronto a quello che provo per Zayn.

«Piccola!» sentii chiamarmi. Sapevo a chi appartenesse quella voce, una voce così calda e dolce.

«Sono qui, sul divano!» risposi, attendendo che il mio ragazzo mi raggiungesse.

Si sedette accanto a me e iniziò a baciarmi. Sembrava felice, tanto felice. Incrociò le braccia dietro la mia schiena e mi strinse forte a sé; gli presi il viso tra le mani.

«Sembri... Allegro.» risi sulle sue labbra.

«Mmh... Si...» mi solleticò il collo.

«Mmh, voglio sapere.» dissi curiosa.

Si scostò e iniziò a parlare, come un bambino felice. «Innanzitutto, perché sono con te. Inoltre, mi ha chiamato il medico dall'ospedale: dato che la tua gamba non era gravemente rotta, ma soltanto in parte, potrai togliere il gesso la prossima settimana. Ha detto che metterai una pomata ma che potrai camminare tranquillamente, in modo da abituare la gamba al movimento. L'appuntamento è fissato il 13 Dicembre.»

Spalancai gli occhi. Non poteva esser vero: avrei potuto camminare di nuovo, avrei potuto mettere i piedi a terra. Lo abbracciai fortissimo.

«Zayn, non ci credo! Non vedo l'ora di... Di... Poter essere libera!» dissi quelle parole senza rendermene conto. Oh, no!

«Zayn, io non volevo dire...cioè, io... Beh, intendevo...» mi interruppe.

«So cosa intendevi. Vuoi essere libera, senza dipendere da nessuno, senza dipendere da me.»

«No, intendevo: potrò muovermi da sola senza sentirmi disabile.» sospirai. «Zayn, io comunque dipendo costantemente da te.» spiegai.

Arricciò le sopracciglia. «Che vuoi dire?»

«Dipendo da te: dalle tue labbra, dai tuoi occhi, dal tuo corpo. E a me piace questa dipendenza.» gli sorrisi.

Mi accarezzò la guancia. Rimase in silenzio per un po'. Poi, chiudendo gli occhi, disse: «Mi drogo.»

Spalancai gli occhi. «C-cosa? Zayn, dimmi che non è vero e che stai scherzando.»

Sospirò. «No, non scherzo. È una droga molto forte quella di cui faccio uso, e non posso farne a meno.»

Il mio cuore stava scoppiando. Non poteva essere vero: Zayn drogato? No, per favore.

Stavo per piangere. «Ti fai del male.»

Scosse la testa. «No, mi fa bene.»

«No, Zayn!» quasi urlavo. «Fai del male alla tua salute!»

Poggiò la sua fronte sulla mia. «Ssh. È la droga migliore del mondo e non voglio che tu la offenda. La mia droga sei tu.» Premette le labbra sulle mie. Il mio cuore si era rilassato. Le sue parole... Dio, era così romantico con me. Io ero la sua droga e lui non poteva fare a meno di me.

Sorrisi. «Mi hai spaventata.»

«Sei comunque una droga e io non ne avrò mai abbastanza.» mi sussurrò.

Lo guardai negli occhi. «Se la mettiamo così, tu sei la mia.»

Sospirò. «La tua droga ti fa male, non la mia.»

The Bradford bad boy.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum