STAIRS (PARTE DUE)

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Ginger passò le braccia attorno al collo di Roger, le gambe attorno ai suoi fianchi magri e stretti, e si strinse a lui con tutta la forza che aveva in corpo; quando sentì le dita lunghe, affusolate e piene di anelli di metallo del bassista sotto le cosce, s'irrigidì istintivamente e scalciò col piede sinistro, ancora provvisto di calzino e scarpa.

"Non toccarmi il culo" ringhiò a denti stretti, serrando la mano destra attorno ad una ciocca di capelli castani "o giuro che ti strappo i capelli uno ad uno"

"Non ho alcuna intenzione di toccarti il culo, credimi" ribatté stizzito il ragazzo "ma in qualche modo devo sorreggerti, altrimenti finirai per scivolare dopo appena due passi. Ora: o molli i miei capelli o io mollo te, e posso assicurarti che non sto scherzando".

Ginger era certa che Roger non stesse affatto scherzando e che quella fosse una vera minaccia, e così si ritrovò costretta a mollare la presa sulla ciocca di capelli ed a stringere quella attorno al collo, per non rischiare di cadere per la terza volta e procurarsi qualche frattura in più: aveva già una caviglia slogata e diverse escoriazioni su tutto il corpo, non ci teneva a finire la giornata con un polso rotto, con una frattura scomposta o con un paio di costole incrinate.

Roger s'incamminò in completo silenzio in direzione dell'ospedale, con Ginger altrettanto muta incollata alla sua schiena; alcuni passanti si voltarono a guardarli incuriositi o sconcertati.

La giovane vide una signora anziana scuotere la testa con una smorfia sdegnosa impressa sulle labbra dipinte di rosso, e si chiese come dovevano apparire agli occhi della gente attorno a loro: un ragazzo alto, magrissimo, con un viso dai tratti equini che portava sulla schiena una ragazza scompigliata, con il viso pieno di graffi, con una caviglia visibilmente gonfia e dolorante ed un piede sprovvisto di calzino e scarpa.

Probabilmente la signora anziana aveva scosso la testa perché li aveva scambiati per due tossicodipendenti strafatti, e la giovane si ritrovò a pensare che, in effetti, davano proprio l'impressione di esserlo.

Ma solo perché tutti quegli sconosciuti non conoscevano i retroscena dell'orribile giornata che aveva avuto e che stava ancora avendo.

Certo, i quattro ragazzi non erano degli stinchi di santo.

Nelle settimane trascorse in loro compagnia, Ginger aveva visto girare qualche canna, ma dopotutto chi non la fumava a volte? O chi (ad eccezione di lei) non aveva mai provato a fare almeno un tiro di spinello?

Ma tutto iniziava e finiva lì, con un po' di erba per rilassare e distendere il sistema nervoso.

Tutte le altre schifezze non facevano parte del loro mondo.

Una volta raggiunto l'ospedale, ed aver parlato per qualche minuto con la ragazza della reception, a Ginger e Roger non rimase altro da fare che occupare due sedie della sala d'attesa e sperare che il loro turno arrivasse il prima possibile.

"Devo avvisare mommi" disse la ragazza, voltandosi a guardare Roger, seduto alla sua sinistra "o finirà per preoccuparsi. Le avevo detto che sarei rientrata nel pomeriggio, e se non dovesse trovarmi a casa quando tornerà dal negozio... Non voglio neppure pensare a come reagirà"

"Ed io ti ripeto, per l'ennesima volta, che ho pochi spiccioli con me e non voglio sprecarli per una chiamata che potrebbe andare a vuoto"

"Lo sai che sei proprio un essere impossibile? La tua unica preoccupazione sono quei maledetti spiccioli che hai con te? Possibile che tu non riesca proprio a pensare ad altro? Non mi hai chiesto come sto, non mi hai chiesto se mi fa male da qualche altra parte, non mi hai chiesto se ho bisogno di tenere la gamba sollevata per alleviare il gonfiore e non mi hai neppure chiesto se ho bisogno di bere dell'acqua fresca! Non mi hai chiesto niente di tutto ciò perché la tua unica preoccupazione sono quei fottuti spiccioli che bastano per una fottuta chiamata"

The Dark Side Of The Moon; Pink Floyd (✔️) Where stories live. Discover now