48. Mi avevi lì proprio vicino vicino

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Settembre

Sono due giorni che Piero ha i nervi a fior di pelle, domani sera canterà all'Arena di Verona, come ultima data del tour. Siamo arrivati a Verona ieri in mattinata e oggi dovrebbe arrivare anche mia madre. Piero le ha regalato un biglietto per il concerto e lei ne era molto entusiasta.

Dopo un pranzo rifocillante, gli uomini decidono di restare in albergo mentre io vado all'entrata dell'hotel ad aspettare l'arrivo di mia madre. In pochi minuti l'entrata si riempie di ragazze che urlano il nome dei ragazzi, ogni giorno è così.

"Amore!!" urla mia madre per farsi notare tra la gente.

"Ciao mamma!" la saluto con due baci sulla guancia, felice di avere lei con me in questa giornata.

"sono le fan dei ragazzi, quelle?" chiede lei.

"Sì mamma. E' sempre così quando si spostano per lavoro" dico prendendola a braccetto.

"Ma come fanno a sapere dove alloggiano sempre?" Si domanda.

"Non lo so, ma me lo chiedo pure io ogni volta che sono con loro"

La mamma annuisce e dopo aver posato la valigia in hotel, ci avviamo per il centro di Verona.

"Ti voglio comprare un vestito per la serata di domani"

"Mamma, ne ho portati dietro.." rispondo.

"No, amore, voglio fare un regalo alla mia bambina"

Entriamo in un negozio troppo lussuoso per i miei gusti. A me piace un sacco fare shopping ma sicuramente in negozi alla mia portata, insomma più semplici. E già dopo dieci minuti mi viene da pensare che mai quei vestiti mi staranno bene.

"Come le piace vestirsi quando vuole essere elegante? Le piace più un vestito lungo o uno corto ma comunque elegante?" Mi chiede il commesso raggiungendoci.

"Di solito, mi piacciono i vestiti corti, ma forse per l'occasione sarebbe meglio una tuta elegante?" Ragiono a voce alta.

"Certo, gliene faccio vedere qualcuna" il ragazzo del negozio si ritira nel retro del negozio e ritorna con mille vestiti tra le braccia.

"Questo mi ispira" dico puntando il dito contro una tuta.

La indosso e torno al centro del negozio e mi piazzo davanti a mia madre. E' una tuta elegantissima blu notte con uno scollo a V e sul seno il tessuto è dolcemente arricciato e il pantalone è a palazzo.

"Forse è adatto ad una ragazza alta almeno venti centimentri più di me..." commento.

Il commesso prende i miei capelli lunghi e me li sposta su un lato.

"Splendido. Con un paio di decolletè gioiello sta benissimo. Ha un fisico stupendo, le sta benissimo!" Commenta sorridendo.

"Ha ragione il commesso. Stai benissimo, tesoro!"

"Allora lo prendo" sorrido dolcemente.

"Porca miseria, a Piero verrà un infarto credo" commenta mia mamma trattenendo un sorriso orgoglioso. " quando ti vedrà domani sera"

"Ah grazie, mamma" scherzo.

Usciamo dal negozio con un enorme borsa di carta piena di carta velina. Ho insistito per pagare almeno le scarpe. Appena torno in hotel, vado subito a posare le borse e trovo Piero nella nostra camera seduto sul letto. Appena mi vede entrare, scatta in piedi.

"Amore dove sei stata?" Mi chiede avvicinandosi.

"Ti ho mandato un messaggio. Ero in giro per Verona."

"Scusa, non ho visto nessun tuo messaggio, stavo provando" si giustifica dispiaciuto.

"Comunque è arrivata mia madre " lo informo togliendomi i tacchi.
"Ah okay, allora dopo andiamo a farci un aperitivo insieme, così la saluto!"
"Ma dammi le borse.." dice Piero servizievole, tendendo la mano verso le borse di carta che tengo tra le mani.

"No-no-no" dico tenendomi la borsa stretta tra le braccia " Non puoi vedere cosa c'è qui"

"Fai la misteriosa, eh?"

"Dai" sorrido.

Le poso vicino all'armadio, tanto non saprei dove nasconderle. Piero si avvicina e mi avvolge il viso tra le mani.

"Topolina, mi sei mancata oggi, siamo stati lontani tutto il giorno!"

A parte oggi a pranzo, non ci siamo parlati molto ed è da due giorni che non passiamo del tempo da soli e lo capisco perfettamente, sarà una giornata importante, ma ogni qualvolta che cerchiamo di ritagliarci due minuti, lui svia sempre con altre mille persone, e ci sono un po' rimasta male, tutto qui.

"Davvero?" dico incrociando le braccia all'altezza del seno.

"Certo che mi sei mancata!" Risponde baciandomi la fronte.

"A me non sembra tanto... Se fossi io al posto tuo, avrei bisogno della tua presenza. Avrei bisogno di sentirti vicino, ma a te sembra proprio il contrario..." dico.

"Non dirai mica sul serio? Lo sai che non è così" dice interrompendo le carezze che mi stava lasciando sul viso.

"Mmh.." commento e vado in bagno evitando il contatto con i suoi occhi.

"Solo tu sai come calmarmi prima di un concerto, e sai come sono ansioso. Domani sarà una serata importantissima per me ed è l'arena di Verona, ha un'emozione tutta sua.
Non voglio assolutamente che tu ti senta trascurata..." dice raggiungendomi in bagno e appoggiandosi allo stipite della porta.

"Piero, sei fuori strada. Io non mi sento trascurata e solo che sono qui per starti vicino, per aiutarti in qualche modo - anche solo stare in silenzio nella stessa stanza - se ti può far stare bene. Ma ho come l'impressione che le mie attenzioni non ti interessino in questo momento... È solo che vorrei aiutarti, ma non so cosa fare se tu scappi con mille altre persone, capisci?"

"maa...sei gelosa?" Chiede sorridendo di sbieco, mi prende per un braccio e mi trascina sul letto prendendomi sulle sue gambe.

"Non è questo il punto, Pie. Vorrei darti le attenzioni che meriti, starti vicino, ma come faccio? Credo che le mie attenzioni dovrebbero interessarti un pochino, no?"

"Ma infatti, mi interessano tantissimo e mi fanno molto piacere e solo che in questi giorni ho la mente un po' altrove, ecco" dice lasciandomi un bacio sul mento.

Annuisco e desidererei in questo momento essere nel suo 'altrove' insieme a lui.

"Allora, non posso neanche vederlo il vestito?" chiede allungando gli occhi verso le borse che ho lasciato all'ingresso.

"...no"

"Neanche un indizio?" Dice poggiando il mento sulla mia spalla.

"Direi di no, aspetta domani sera! Andiamo giù a fare questo aperitivo?"

"Prima mi dai un bacio, nanetta" dice e si avvicina per prendersi quel bacio che desidera.

Poi mano nella mano, scendiamo di sotto.

***

Piero sbarra gli occhi e arrossisce leggermente quando mia madre si avvicina a lui.

"Buonasera signora. E' un piacere averla qui, spero che domani sera sarà una bella serata anche per lei"

"Piero! La smetti di darmi del lei? Ormai siamo una famiglia" dice mia madre. Io sbarro gli occhi dando una gomitata a mia madre.

"Certo, Veronica, allora. Ci facciamo un aperitivo tutti insieme visto che è quasi l'ora?"
A tutti sembra una bella idea, dato che si mostrano molto entusiasti dell'idea.

So far but close ~ Il Volo {Piero Barone}Where stories live. Discover now