2. Il rumore della vita

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Ripasso ancora una volta l'ultimo pezzo del concerto nella prima stanza delle quinte.
"Lo sapevo che ti avrei trovato a provare.." Piero entra facendomi sussultare.
"Già! È più forte di me, sono una che vuole tutto perfetto!" Risponde posando lo strumento sul tavolo delicatamente.
"Ti capisco, sono così anche io" Sorride lui dondolandosi sui piedi.
Mi alzo e si sistema il vestito.
"Sei bellissima!" Sorride Piero vedendomi in quel vestito.
Arrossisco di colpo. "Grazie! Anche tu stai molto bene con lo smoking" dico deviando il discorso su di me.

"Ragazzi, dieci minuti!" Urla l'assistente.

"Beh allora Buona Fortuna, Lulu!" Mi augura lui.
Guardo per l'ultima volta quel sorriso bellissimo che Piero ha sul viso. Le persone possono anche pensare che i ragazzi così famosi se la tirino perché sanno di piacere. Ma in realtà, loro non sono per niente così, anzi.
La mattina, ovvero la prima volta in cui ho avuto a che fare con loro, mi hanno subito accolta con un grande sorriso sulle labbra, facendo capire che sono dei ragazzi normali solo con un briciolo di fortuna in più.

Il concerto inizia in orario, tutto procede per il verso giusto e che dire, i ragazzi sono stati fenomenali.
"Grazie Roma! Buonanotte!!" Urlano i ragazzi al termine del concerto.

Ignazio si alza con il bicchiere di champagne tra la mano. "Un brindisi alla nostra Ludo!" Urla sorridendo.
"E al suo primo concerto che è andato benissimo!" Continua Piero alzandosi a sua volta.
"Dai ragazzi non c'è ne bisogno.." dico piano imbarazzata.
"Oh si, Ludo è estremamente necessario. E poi sta iniziando un tour infinito. Bisogna approfittarne per bere qualcosa!" Aggiunse Gianluca.
"Ah ecco perché! Di solito sei un pantofolaio" lo prende in giro Piero.
Dopo il brindisi, si avvicina al tavolo Torpedine.
"Ragazzi vi consiglio di andare a fare le valigie!domani dovremo partire alle 12! Vi ricordo che alle 10 avete l'intervista su RTL!" 

Saliamo tutti in camera e dopo aver fatto la valigia esco per qualche minuto sul balcone a guardare il cielo stellato.
Amo guardare il cielo, mi sembrava di essere più vicina alle persone a cui vogliono bene e che sono distanti da me.
"C'è un bellissimo cielo stasera!" Una voce parla e mi fa sussultare. Come sempre è Piero a farmi quegli scherzi.
"Dio Pie che spavento! Avverti prima" scherzo portandosi una mano sul petto.
Lui ride di gusto finché scavalca la ringhiera che divide il balcone di Ludovica dal suo.
"Ti ho visto quasi morto"
"Anche tu non riesci a dormire?" Mi chiede sedendosi accanto a me.
"No, ho troppi pensieri per la testa"
Piero mi guarda con un'espressione interrogativa sul viso.
"È tutto così strano. Quasi due settimane fa lavoravo in un bar della mia città e adesso giro il mondo con delle star mondiali.. Ma mi merito davvero tutto questo?" Vomito tutto d'un fiato senza pensare troppo a quello che sto dicendo.
"Certo che te lo meriti, Lulu. Sei una violinista di talento, sei una ragazza fantastica e se ti abbiamo scelto significa solo che vali e anche tanto."
"Lo pensi davvero?"
Annuisce lui mentre mi guarda in un modo strano e non capisco il perchè. A poco a poco sento che si avvicina sempre di più a me.
Le labbra di Piero si incurvano all'insù. Le nostre spalle si sfiorano per un istante, finchè io mi allontano bruscamente.
"Dai provo a dormire un po'.. domani dobbiamo svegliarci molto presto!" dico allontanandomi .
Piero mi piace molto ma abbiamo due vite molto diverse.
"Sì vado anche io.." Dice Piero alzandosi. " Buonanotte" ma io sono già volata all'interno della stanza.

***
"Ignazio!!!!" Urla Gianluca, dal bagno. "Per caso hai visto la mia lacca?"
"E perché chiedi a me se è tua?" Borbotta Ignazio finendo di fare il giro della stanza.
"Insomma, l'hai vista o no? Rispondi per favore!"
"Altrimenti esaurisce..." fa eco Piero.
"Lo sapete che senza la lacca non ci so stare. Mi date una mano o come sempre devo fare tutto io?!" Chiede spazientito l'abruzzese.
"Sì sì dai forza che altrimenti Michele ci rasa i capelli.." commenta Piero sfinito dalla parlantina del ragazzo.
La trovano sotto il letto di Gianluca.
"Mi spieghi perché sotto il letto?" Chiede Ignazio sventolandola sotto il naso di Gianluca.
"E lo chiedi a me?" Dice Gianluca prendendola e buttandola in valigia. "Grazie dell'aiuto ora potete andare.."
"Ci caccia pure, ma non lo so io.."

***
Ed ecco approdare tutto lo staff in Europa. È pomeriggio e siamo appena arrivati a Budapest, e sono completamente distrutta. Purtroppo non sono riuscita a riposare nemmeno un'oretta durante il viaggio.

Siamo arrivati da qualche minuto, prendo le chiavi della camera e appena entro nella stanza, rimango estasiata dalla bellezza e dal lusso della stanza.
Accanto alla porta c'è un armadio abbastanza capiente e poco più distante un tavolino con due poltroncine. Il letto domina il centro della stanza ed è enorme e coperto con lenzuola candide e a fianco di esso ci sono due comodini.
Apro le tende anche loro bianche e una vista mozzafiato mi intrappola.
Non è da tutti i giorni trovarsi in giro per l'Europa e avere una vista su Budapest.

Decido di andare a dormire per qualche oretta per essere completamente riposata per i giorni a venire per cui indosso un paio di pantaloncini corti e una felpa e mi butto letteralmente sul letto addormentandosi all'istante.

Tum tum tum.
Vari colpi alla porta disturbano il sonno, scendo dal letto e mi trascino fino alla porta sistemandomi i capelli.
Nove occhi mi fissano per qualche secondo. O forse dovrei dire undici se contassi gli occhiali del tenore.
Ho pochi centimetri delle gambe coperti, Dio che imbarazzo, penso.
"Ehm, ragazzi che ci fate qua?" il colorito del viso di é molto probabilmente dello stesso colore del pomodoro.
"Stavi dormendo?"
"Sì mi stavo riposando un pochino. Ma che ore sono?"
"Le cinque meno un quarto." Mi risponde Gianluca
"Ma è tardissimo, ci sono le prove!" Dico scioccata. "Mi spiace chiudervi la porta in faccia ma devo cambiarmi.."
"A noi vai bene anche così.." commenta a bassa voce Ignazio.
"Aspettatemi nella hall. Cinque minuti e sono sotto"
Il mio imbarazzo é alle stelle perciò dopo aver sorriso leggermente chiudo la porta e mi affretto a cambiarsi.
Prendo un paio di jeans stretti dalla valigia e una maglietta rossa che infilo dentro ad essi.

Le prove durano più del previsto, per via di due componenti dell'orchestra che sono arrivati mezz'ora in ritardo.
Il repertorio è leggermente cambiato rispetto a quello che eseguono nel territorio italiano.
"Signorina Traverso, la vedo leggermente distratta!" il maestro mi riprende vedendo che non riesco a stare dietro agli altri.
"Sì mi scusi sono un po' stanca." Dico legandomi i capelli biondi in una coda alta.
"Potete andare, avete il resto del pomeriggio libero. Approfittatene per riposare. Le prove continuano domani mattina. Puntuali!"
"Grazie maestro, effettivamente siamo distrutti per il jet lag" risponde Matteo, un pianista.

I ragazzi si alzano riponendo nelle custodie i vari strumenti mentre io resto seduta con il violino tra le mani con l'intenzione di restare in teatro finché il pezzo non mi sarebbe venuto perfettamente..
"Lulu.." alzo gli occhi anche se so perfettamente chi mi stia chiamando. Solo Piero mi ha attribuito il nomignolo 'Lulu'. "Resti qui?" Mi chiede.
"Sì deve venirmi il pezzo"
"Vuoi una mano? " dice sedendosi accanto a me.
"No Pie non ce ne bisogno! Stai tranquillo!"
"Assolutamente no! Io canto, tu suoni?"
"Ho potere decisionale?" Chiedo speranzosa. Non voglio che lui resti magari perdendosi ore di sonno.
"Direi di no. Dai inizia!"

***

I due ragazzi restano per qualche ora a provare.
Il tenore canta senza spazientirsi mentre la ragazza suona ripetutamente.
Piero si perde a guardare Ludovica. Nota le sue mani che si muovono con destrezza sul violino fino a percorrere con gli occhi le linee del suo viso, che ritiene bellissimo.
Gli occhi chiusi e un'espressione di concentrazione mischiata con l'armonia della musica.

So far but close ~ Il Volo {Piero Barone}Where stories live. Discover now