15. La famiglia è la patria del cuore

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Le due settimane di vacanza sono in fretta, tra mare, feste e tante risate.
Mi sento per la prima volta fortunata di avere loro, i mie amici che finalmente sono veri e di avere quel minimo di felicità per essere al settimo cielo.
Io e Piero siamo in auto da pochi minuti, in direzione Naro. In questi giorni ne abbiamo parlato tanto e alla fine abbiamo deciso di passare ancora qualche giorno da Piero, prima che lui partisse per Bologna per registrare il nuovo album e che lo impegnerà fino a gennaio.
In realtà non avrei voluto piombare in casa loro così ma lui ha insistito molto e non sono riuscita ad oppormi.

Lo osservo guidare con lo sguardo  attento davanti a sé e i muscoli delle braccia contratti, segno di una grande concentrazione. Tiene le mani incollate al volante, poi quando ne toglie una per cambiare la marcia ogni tanto la poggia sul mio ginocchio.

Guardo il sole tuffarsi nel mare e la strada scivola velocemente sotto l'abitacolo dell' auto e una vecchia canzone di Ligabue risuona nella macchina. Naro è alle porte e la mia ansia aumenta gradualmente.
Arriviamo in paese all'ora di cena e la famiglia Barone abita in periferia ma è necessario comunque passare nel centro del paese per cui é inevitabile per lui fermarsi a salutare qualche conoscente.
Una volta a casa sua, scarichiamo le valigie e mentre lui infila le chiavi nella serratura del portoncino, continuo a torturare il manico del suo borsone di pelle, finché la mano di Piero mi blocca.
"Tutto bene, nica?" Mi chiede.
"Sono un po' agitata.."
"Andrà tutto bene, ho parlato tanto di te alla mia famiglia e sono sicuro che gli piacerai tanto quanto piaci a me"
Sospiro seguendolo nel cortile.
"Sono con te" sussurra lui mentre mi lascia un bacio sul naso.

"Amore finalmente sei arrivato!" Esclama la madre di Piero, è davvero una bella donna e assomiglia molto al figlio. Loro si abbracciano mentre mi allontano leggermente, lasciando a loro quel piccolo ma intimo momento.
Piero notando la mia distanza prende la mia mano e mi avvicina a loro.
"Mamma lei è Ludovica, l'hai già conosciuta a Verona!" Mi presenta.
"Sì mi ricordo, fai parte dell'orchestra vero?"
"Sì sono una violinista." Sorrido, non so minimamente come comportarsi
"Sono felice di conoscerti meglio, Piero mi ha parlato tantissimo di te"
"Grazie signora, il piacere è tutto mio."
"Ludovica, l'ho visto davvero felice da quando state insieme, perciò se lo è lui lo siamo anche noi"
"Sono felice anche io con lui" dice guardandolo.
"Bene e ora andate a sistemarvi. La cena è quasi pronta ormai!"
Entriamo in casa ritrovandoci davanti un lungo corridoio che percorriamo interamente.
Piero bussa infine ad una porta sulla sinistra e viene ad aprire un ragazzo in costume e ciabatte e sul petto ha molti tatuaggi.
"Oh Pie! Sei tornato!" Dice per poi abbracciarlo forte. A quella vista sorrido, mi ricorda il rapporto che ho io con mio fratello. È un legame forte, indissolubile.
"Tu devi essere Ludovica! Benvenuta a casa nostra!" Dice il fratello di Piero che si avvicina ad abbracciarmi.
"Grazie"
"Beh potresti anche coprirti davanti ad una ragazza!" scherza Piero.
"Oh come sei palloso! Piuttosto fai gli onori di casa!"
Piero mi fa strada e mi mostra la stanza di Mary, che avrebbe condiviso con lei.
Accesa la luce, la stanza si rivela di un color tortora con l'arredamento black and white. Tutto è molto ordinato e l'angolo in cui è posizionato il vanity table con trucchi e profumi non lasciano spazio al dubbio di chi sarebbe potuto essere la proprietaria.
Accanto al suo letto ne trovo un altro estraibile già preparato con delle lenzuola a stampa floreale.
"Poggia pure qui la tua valigia!" Dice Piero indicando lo spazio tra il letto e l'armadio.
Mi scosta i capelli dalla fronte e inizia a baciarmi il collo.
La porta si apre e rivela Mariagrazia.
"Oh finalm... Piero!!" esclama Mariagrazia sorpresa.
"Gioia mia ciao!" Dice lui e si tuffano uno tra le braccia dell'altra.

"Ciao Ludo!" Mi saluta lei e la abbraccio mentre Piero ci scruta attentamente.
"Abbiamo chiacchierato un po' a Verona." spiega la sorella.

Dopo cena, aiuto la madre di Piero a lavare i piatti e mentre lei va a posare dei piatti nella credenza che sta in salotto, vedo entrare in cucina il padre di Piero.
Ha uno sguardo indecifrabile che mi fa soltanto aumentare l'ansia.
"Mi piacerebbe scambiare due parole con te, Ludovica!" Chiede.
"Certo" Poso i bicchieri che ho tra le mani e mi siedo.

"Da quanto tempo state insieme tu e mio figlio? Mi ricordo che la prima volta che Piero mi ha parlato di te eravate amici.."
"Stiamo insieme da due mesi"
"E come vi siete innamorati?" Sto iniziando a sudare freddo.

Che domanda è?

"Ehm.. ci siamo innamorati piano piano finché non ci siamo avvicinati sempre di più e ce l'abbiamo fatta"
"Vedi Ludovica, non so se Piero te l'ha detto ma tu sei la seconda ragazza che porta a casa e da come ti guarda vedo che sei la prima di cui Piero è veramente innamorato. E ti ama davvero, non l'abbiamo mai visto così e in famiglia ce ne siamo accorti tutti. Ma Piero è anche una persona molto buona, e ho paura che soffra perché non so se è in grado di gestirla con il suo lavoro. Devo anzi voglio essere sicuro che tu sia sincera, altrimenti sappi che vi allontanerò, non voglio che stia male in un momento così delicato della sua carriera."
"Credo che non debba sottovalutare suo figlio. È adulto e sa badare alle sue scelte e capisco che per un genitore non si è mai grandi abbastanza. Non posso giurarle che non ci faremo mai del male, perché non si sa mai che cosa ci riservi il futuro, ma sono sicura che i miei sentimenti per Piero sono sinceri e lo saranno sempre, e se qualcosa dovesse andare male tra noi sarò la prima a farmi indietro."

Resta un attimo a guardarmi confuso, poi prende parola con risolutezza.
"Sai, non mi aspettavo una risposta simile, le ragazze di oggi girano attorno ai ragazzi come Piero per soldi, per fama. Stasera ti ho osservato attentamente e mi hai dato un'ottima impressione. Ma la risposta è arrivata con le tue parole. Sei molto matura per la tua età e in una storia d'amore come la vostra è importante esserlo. Perciò benvenuta nella nostra casa." Sorride finalmente.
"Grazie!" Ricambio immediatamente con un sorriso sincero. Ora mi sento meglio.

Verso le 23 gli altri entrano nelle loro stanze, si trattiene solo Piero, che mi prende le mie mani tra le sue.
"Che ne pensi?"
"Mi hanno messo subito a mio agio" Sorrido.
"Visto che non dovevi avere paura?"
"Si sono esagerata su questo punto. E loro cosa pensano di me?"
"Ti adorano secondo me" Sorride.
"Speriamo!"
"Ma certo! E poi sono contenti che abbia una bellissima ragazza al mio fianco!"
Sorrido.
Lui si avvicina e mi dà un bacio sulla fronte. "Ti vorrei con me stanotte"
"Anche io, ma con i tuoi genitori meglio così!"

Ci diamo la buonanotte e ognuno entra nella propria stanza.

So far but close ~ Il Volo {Piero Barone}Where stories live. Discover now