50. I primi sintomi

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Ero nell'ufficio di Karina, John assieme ad ella e a me avevamo deciso che per il momento la mia stylist coach avrebbe occupato anche un ruolo di manager personale, datone gli appuntamenti e gli eventi ai quali ero stata magicamente invitata dopo la sfilata e l'after party di Valentino Garavani. Sembrai aver fatto centro, altri stilisti mi volevano per le loro sfilate per potermi far indossare le loro collezioni e farle conoscere alla stampa, anche alcuni fotografi sierano interessati a me, nonostante non mi fossi mai reputata una bella ragazza nulla di interessante in verità, si erano carina abbastanza minuta nonostante una quaranta due, un naso piccolo e delle labbra non troppo sottili, una grande massa di capelli ma con poco seno, una seconda scarsa. Troppi impegni per poterli manovrare da sola, Karina era una donna in gamba per quanto fosse altezzosa e perfezionista, ella aveva carisma e carattere ci sapeva fare nel mondo della moda e degli affari, così sembrò un'ottima idea assumerla come Manager, John mi aiutò molto in quella scelta, Derek non ne era per niente entusiasta e neppure sua sorella.
-"Cara in qualità di tua manager, hai una cena stasera con John e altri membri dell'azienda mi ha detto di riferirlo, un buono augurio per la nuova collezione dei Foulard"- ero seduta comodamente sul divano bianco, con fra le mani il cellulare, avevo ricevuto ancora quella chiamata anonima e inquietante. Sospirai seccata, dovevo assolutamente scoprire se con Robert tutta quella faccenda centrasse qualcosa.
-"Si,grazie per avermi avvisata"- quella donna, iniziò ad essermi più di gradimento, cercavo di abituarmici ai suoi modi repentini e frettolosi, ero nel bel mezzo di un forte cambiamento stavo percorrendo una strada diversa, ero una specie di modella adesso enon potevo permettermi di fare brutta figura con gli altri stilisti che mi volevano a se per far sfoggiare i loro capi di Haute Couture. Karina mi dava le giuste direttive, malgrado severe, ma ero strasicura che a qualcosa sarebbero servite.
-"Dobbiamo ritirare il completo verde da Gucci per questa sera, vieni con me?"- entusiasta e in pre dall'eccitazione per il nuovo ruolo che le erastato affidato, afferrò in spalla la sua borsa Hermes in cuoio battuto e coprí i suoi occhi eccitati con un paio di occhiali grandi.
-"Si.. arrivo"- feci anch'io lo stesso, indossando i Dolce&Gabbana che tanto iniziavano a piacermi. In poco tempo il mio guardaroba s'era riempito di nuovi capi e tantivestiti quanti non ne avevo mai avuti, tutto grazie al generoso stipendio di John McCarthy e al contributo ricevuto per le sfilate. Con il lancio della nuova collezione Cartier, molte cose sarebbero cambiate. Salimmo a bordo dell'Audi di Karina e scortate dal suoautista ci recammo da al punto vendita Gucci.
-"All'una hai un servizio fotografico con Elle un'importante rivista di moda francese diffusa in tutto il mondo, Valentino ti invierà alcuni dei suoi capi vuole che sia tu la top model che sfoggerà sulla rivista un pezzo della sua collezione"- era la prima volta che venivo sotto posta ad un servizio fotografico, mi ci sentí immediatamente nervosa tant'è che le mani iniziarono a sudarmi.

Neanche venivo bene in foto!!

-"È..grandioso"- risposi, con una punta di tensione nella voce. Essere in prima pagina per Elle, una famosa rivista di moda, e chi l'avrebbe mai detto. Specialmente con uno degli abiti di Valentino. Megan sarebbe impazzita guardando la rivista.
-"Alle cinque invece ci vediamo nel tuo appartamento mandami l'indirizzo così lo giro ad Javier, stavo pensando che staresti molto bene con un color cipria sulle palpebre.."- rifletté ella.
-"Si lo pensoanch'io"- m'accodai, anche se non avevo la minima idea di comepotesse starmi realmente ma mi fidavo.
Invai in un messaggino a Derek riferendogli che avrei pranzato fuori e che alle cinque l'avrei raggiunto a casa assieme a Karina, egli non mi rispose subito, anzinon rispose affatto si preoccupò direttamente di telefonarmi.
-"Pronto?"- ero ancora in auto con Karina, quest'ultima mi guardò stranita.
-"Ti sei già dimenticata di questo pomeriggio?"- strinsi il labbro inferiore fra i denti, e mi massaggiai le tempie.
-"Cavolo si.. quell'edificio"- Derek mi aveva gentilmente chiesto di accompagnarlo a dareun'occhiata ad un edificio nel quale avrebbe dato vita ad una galleria d'arte. Un luogo dove poter dipingere ed esporre i suoi quadri, seppure grazie all'aiuto di suo padre alcuni erano già diventati virali. Basta ricordare quello messo all'asta la sera della sfilata a Parigi. Stava sul serio pensando di lasciar perdere John, edi aprire una sua attività con i soldi che aveva raccolto al gioco d'azzardo. Ero felice per lui, che finalmente avesse trovato la sua strada senza inseguire quella che suo padre aveva stabilito per luima al tempo stesso ero preoccupata la vita dell'artista era difficile ed ardua, gli avrei dato tutto il sostegno possibile.
-"Come previsto"- rispose seccato.
-"Uhm.. non tiarrabbiare, cercherò di arrivare in tempo promesso"-
-"Si,d'accordo"- così riagganciò, e riposi il cellulare nella borsa.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Where stories live. Discover now