37. Bollenti spiriti

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"Il fuoco non ha più fumo quando è diventato fiamma."
(Rûmi)


Sembrò un sogno quel bacio, quel focoso scontro di labbra avvenuto su quella terrazza sotto il romantico sfondo parigino. Reprimere, questo era il mio unico obiettivo e d'altronde per Derek fu lo stesso datone la sua assoluta indifferenza a colazione quella mattina, ci eravamo addormentati coi copri intrecciati come ormai facevamo di consueto, nulla sembrava essere cambiato, tranne le sue profonde occhiaie violacee.
-"Va tutto bene?"- mormorò Kristie, che mi affiancò al buffet della colazione con fra le mani un piatto colmo di cibo integrale e una tazza di caffè. Essendo immersa nei miei soliti pensieri sussultai all'udire della sua pacata voce.
-"Si, perchè me lo chiedi?"- silenziosa, mi voltai verso la figura del ragazzo che si era già seduto ad uno tavolo per due, sperai che non stesse ascoltando la nostra conversazione.
-"Mio fratello ha una faccia che fa spavento.."- sussurrò senza farsi udire, nel frattempo misi sul mio piatto un croissant vuoto.
-"Ma non mi dire.."- fui sarcastica, mentre attesi che il succo finisse di scorrere nel mio alto bicchiere di vetro.
-"Avete litigato?"- quella domanda forse inopportuna mi fece addirittura passare la fame, sbuffai pesantemte.

Litigato? Nha, anzi ci siamo baciati sotto il chiarore della luna!!

Pensò  il mio subconscio che zittì immediatamente, la ragazza attese una risposta.
-"No, cioè le solite discussioni infantili.. niente di più"- mentì tenendo gli occhi bassi, ci allontanammo dal buffet, con i piatti ormai pieni.
-"Mh, sarà. Ci vediamo più tardi allora, mio padre deve parlati di alcune cose della sfilata di questa sera"- annuì senza risponderle, anche io d'altronde non avevo dormito molto bene, la mente fu troppo scombussolata e carica di pensieri per lasciar cadere le armi e riposarsi. Mi sedetti accanto al ragazzo, che intanto continuava a tenere gli occhi bassi sulla sua colazione, ci eravamo scambiati si e no mezza parola da quando ci eravamo alzati dal suo letto.
-"Lo mangi quello?"- indicò il mio croissant, che onestamente non avevo la minima voglia di mangiare. Sospirai, e piantai le mie iridi nelle sue, erano stanche pensierose e oserei dire addirittura tristi.
-"No.. mangialo pure"- gli rivolsi un mezzo sorrise, egli fece lo stesso e afferrò dal piatto la mia colazione. Mi limitai a bere il succo in un unico sorso.
-"Ti porto a pranzo da qualche parte ti va?"- l'espressione seria e cupa mi fece perdere ogni minuscolo granello di entusiasmo nel voler pranzare con lui quel pomeriggio.
-"Non lo so.. non mi piace vederti con quel viso"- mi lasciai sfuggire, egli senza ribattere accolse la mia mano fra la sua l'avvicinò alle labbra e ne baciò lentamente le dita socchiudendo addirittura gli occhi per imprimere maggiormente il mio profumo nella sua mente.
-"Ok, ci vediamo nella hall fra un'ora"- con questa frase, lasciò il tavolo e lo vidi sparire al di la della sala. Quando mi trovai sola, senza neanche aver toccato cibo mi massaggiai le tempie per i residui dell'emicrania scoppiata la sera precedente.
-"Nina!"- il tonfo di un piatto mi fece sobbalzare.
-"Oh mio dio Jess, ma ti sembra il modo.."- strofinai la fronte, e tirai su i capelli in una coda alla rinfusa.
-"Cos'è successo con Derek? l'ho viso poco fa, ha un'espressione terrificante.."- ficcanaso come al suo solito, si sedette al mio tavolo e cominciò ad assaggiare la sua crostata alle fragole.
-"Ma che diamine avete tutti? Sembriamo la coppia dell'anno"- sbottai acidamente, non volevo trattare male la mia amica ma quella mattina non facevano altro che ripetermi la stessa domanda, prima sua sorella e adesso lei. A proposito di amiche, mi promisi quel giorno di telefonare a Megan per conoscerne novità su mia madre e su Robert ma anche perchè no, rilassarmi udendo una voce a me familiare.
-"E' che.. be' lo sai, prima di questa pausa voi non andavate molto d'accordo"- avrei voluto raccontare a Jessie del bacio, d'altro canto era mia amica ma mi era difficile fidarmi degli altri a quei tempi e l'ambito in cui essa si trovava non mi rasserenava di certo, si tendeva spesso a raccontare le cose sbagliate, e onestamente non volevo rovinare la mia reputazione, forse era il caso di parlane con Megan.
-"Comunque no, cioè non è stata una.. litigata pesante abbiamo soltato discusso tutto qui"- mentì nuovamente, m'alzai da tavola lisciandomi i jeans e sistemando l'orlo della maglietta sui fianchi.
-"Mh, questo spiega perché ieri sera sei andata via in quel modo?"-
-"Direi di si"- ero abile a mentire dopo tutto. -"Nina lo sai, per qualsiasi cosa ci sono non farti problemi, oh e sono curiosissima di vedere i tuoi lavori questa sera"- sorrisi gentilmente a quel viso gentile, le sfiorai le spalla mentre ci salutammo e mi diressi all'ascensore per poter raggiungere il mio piano. Prima che l'ascensore di ferro dorata si chiudesse, una derby lucida ed elegante si intromise fra le porte scorrevoli facendole ritornare al loro interno.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora