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La mia vita è sempre stata perfetta. Ho una famiglia che adoro e che mi vuole bene. Sono fidanzata da sei anni con l'uomo che tra pochi giorni sposerò: Oscar  che è un avvocato di prestigio a San Francisco, dove conviviamo da un paio di anni. Io invece, sono un semplice chirurgo al San Francisco State Hospital. Faccio turni di 36 ore senza un secondo di pausa, la paga non è niente male, ma avrei preferito avere orari più flessibili, anche solo per organizzare il matrimonio, che ho dovuto lasciare nelle mani di una wedding planner.
In breve, questa è la mia vita. Sono felice? Si, abbastanza direi; quello che però non immaginavo mai potesse accadere è che la mia vita sarebbe cambiata in sole 24 ore.

  •••

•March 4~8.13 am•

Sto guardando Google Maps per capire che strada prendere, secondo le mappe dovrei essere davanti all'ingresso del Chicago Memorial Hospital tra meno di due minuti.
Scatta il semaforo verde, attraverso la strada, sto ancora guardando il telefono. Indica che sono arrivata. Alzo lo sguardo dal telefono e cado a terra.
Apro gli occhi dopo pochi secondi. Sono distesa a terra e nella mia mano destra ho il mio iPhone con sullo schermo la mappa di Chicago. Mi fa male il collo. Un uomo si avvicina
-Signorina non si muova!
-Come?
-Non si muova, potrebbe avere dei danni neurologici, mi faccia vedere.
L'uomo si avvicina e mi aiuta al alzarmi
-Mi hanno investito?
-Si! Sono stato io ad investirla con la macchina, ma lei ha attraversato con il rosso e non ho avuto nemmeno il tempo di frenare. Venga con me, la porto in ospedale.
-Non ce n'è di bisogno, anche perché ho un impegno di lavoro.
-Si fidi, sono un medico.
-Anche io e adesso dovrei andare, grazie.
Mi libero dalla sua presa, ma perdo l'equilibrio e sono costretta ad appoggiarmi sulla macchina dell'uomo che mi ha investito
-Credo che il capogiro che ha appena avuto sia un segnale che si deve fare visitare.
-No grazie. Sto bene.
Imbocco l'entrata dell'ospedale. Nello spiazzale ci sono due ambulanze appena arrivate. Immagino ci sia stato qualche sorta di incidente. Sono tutti in fermento. Medici e infermieri.
Le porte automatiche dell'entrata si aprono e mi ritrovo in una sala con una dozzina di persone; immagino sia la sala d'attesa dove i pazienti o visitatori aspettano di essere registrati per entrare in ospedale. Mi avvicino al banco con dietro un'infermiera. Accanto a lei, proprio davanti alle porte che separano la stanza dal reparto di emergenza, ci sono due uomini della sicurezza.
-Buongiorno, sono...
Ho un altro capogiro
-Cosa le serve signorina?
Chiede la donna
-Cerco il dottor...
Mi fischiano le orecchie. Mi gira la testa e inizio a vedere sfocato. Mi cedono le gambe e cado a terra. Chiudo gli occhi. Non sono svenuta. Sento tante voci confuse attorno a me
-Portate una barella!
Dice qualcuno
-No. Ci penso io...
Dice qualcun altro.
Poi non sento più niente.

Apro gli occhi. Sono distesa. Vedo due volti sfocati. Due uomini
-Si è svegliata!
Dice uno
-Io le avevo detto che si sarebbe dovuta fare controllare da un medico...
Dice l'altro. Guardo la mano destra. Ho una flebo attaccata al braccio, con l'altra mano mi tocco il collo
-Aspetti...
Dice uno, puntandomi una luce bianca negli occhi
-La TAC non segna alcun tipo di trauma, ma dovrà portare il collare per una settimana, circa.
-Cosa?
Chiedo
-Non...
Mi guardo attorno
-Qualcuno mi dice cosa sta succedendo?
-Theo, vai...
Dice uno all'altro.
L'uomo che è rimasto si leva il camice
-Si ricorda di me?
Lo guardo
-Lei è quello che mi ha investito!
-Esatto...
Ride alzandomi lo schienale del lettino
-È svenuta nella sala d'attesa e l'ho portata qui. Mi dispiace per la sistemazione, ma è arrivata un'emergenza: è crollato un ponte con su dei turisti. Giusto un paio di feriti, ma sa meglio di me che confusione si crea!
Ride. Mi guardo attorno
-Siamo nel mio studio. Al quinto piano del Chicago Memorial. E io sono Chris Sayer, il direttore.
Dice porgendomi la mano. Poi si siede sul bordo del lettino dove sono coricata.
Continuo a guardarmi attorno. L'ufficio è enorme. Ordinato, con una scrivania, un lettino per le visite e un divano quasi nascosto da un separè in vetro opaco.
-Avevo un appuntamento con lei questa mattina per un convengo...
Dice. Lo guardo
-Mi sono permesso di cercare il suo portafogli nella borsa...ho davanti May Milton; acclamata da tutti come "Il miglior cardio chirurgo dello Stato".
Sorrido imbarazzata
-Le abbiamo fatto una TAC dalla quale risulta che non ci sono traumi, ha solo un'ematoma sul retro del collo.
Tocca la zona e faccio una smorfia di dolore
-Come ha detto il mio collega, dovrà portare il collare per una settimana...
-Una settimana? Non è possibile! Io tra tre giorni mi sposo! E adesso dovrei prendere un volo per tornare a casa!
-May, si calmi. Facciamo che adesso le stacco la flebo e poi le pulisco la ferita che ha sulla fronte...
-Ferita?
-Si, credo che fosse talmente tanto concentrata sulla conferenza che non si è resa conto di avere un profondo taglio sopra al sopracciglio destro. Credo ci vorranno dei punti.
Faccio un respiro profondo
-Facciamo una cosa, la conferenza è rimandata a data da destinarsi, così la sistemo e poi può tornare a casa, va bene?
Annuisco.
Disinfetta la ferita al sopracciglio. Brucia mentre passa il disinfettante. Inizia a mettere i punti
-Tre punti. Si ricordi di pulire la ferita due volte al giorno con della soluzione salina e di applicare una pomata antibiotica
-Grazie dottore.
Sorrido
-Vuole che la accompagno all'aeroporto?
-No, prenderò un taxi, grazie comunque.
-La contatterò per organizzare un nuovo meeting.
Dice, mentre sto uscendo dalla porta
-E auguri per le nozze.
Sorrido senza dire niente.

Chicago MemorialWhere stories live. Discover now