Scarlett e Tony hanno davvero una brutta conversazione

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- Ehi! Ehi, tu, fermati!-

Scarlett non smise di correre, ma inciampò e finì a terra suo malgrado. Tony si fermò a pochi passi da lei, incerto, lo scudo alzato.

- Da dove sei sbucata? Sei stata tu a far entrare quel coso e a far impazzire la gente?-

La ragazza si voltò e il figlio di Ares fece un balzo indietro. I suoi occhi erano folli e pieni di rancore. Tony non avrebbe saputo dire se era solo colpa della luce, ma gli parvero purpurei.

- Lasciami stare!- strillò Scarlett e il semidio capì che non sapeva nemmeno cosa diceva, era fuori di testa.

- Ok, cambiamo tattica- le rispose, posando molto lentamente le armi a terra e alzando le mani- non voglio farti niente, ok? Solo parlare con te. Potresti dirmi il tuo nome, che ne dici? Io sono Tony-

Scarlett sembrò calmarsi e addolcirsi al tono gentile del figlio di Ares.

- Scarlett- rispose- mi chiamo Scarlett-

- Wow, bel nome! Allora, Scarlett, hai fatto tu entrare l'idra?-

La ragazza, a occhi sempre spalancati, rimase a fissare il vuoto.

- Io... io non so niente, non è colpa mia!- strillò, mettendosi le mani sulle orecchie e scuotendo violentemente la testa.

Quasi nel panico, Tony cercò velocemente un modo per calmarla, ma non gli venne in mente altro se non afferrarle le mani per farla star ferma. Era molto pericolosa.

- Stai calma, andrà tutto bene- cercò di dirle.

Ma Scarlett, che teneva gli occhi chiusi, strillò forte e li spalancò. A pochi centimetri di distanza, Tony vide i suoi occhi e capì di non aver immagino quella sfumatura viola.

- Per gli dei, sei una figlia di Dioniso!- esclamò, comprendendo solo ora.

Una figlia di Dioniso fuori controllo era la cosa peggiore che potesse capitare, ma Tony Delgado lo realizzò troppo tardi. Scarlett urlò ancora e dal terreno eruppero delle radici rampicanti. Tony temette di venire stritolato, ma le radici andarono invece ad avvilupparsi agli altri semidei.

- Scarlett, ti prego, fermati!- la supplicò, scuotendola- Non siamo tuoi nemici!-

Gli occhi della semidea scintillarono di follia. Un altro urlo e le radici sbucarono nell'esiguo spazio di terra tra lei e Tony, arricciandosi assieme per formare una sorta di lancia. L'asta appuntita di rovi trapassò da parte a parte il figlio di Ares dritto nel petto, malgrado portasse l'armatura, scaraventandolo quasi dieci metri più in là. Resasi conto di cos'aveva fatto, Scarlett strillò terrorizzata, si alzò e fuggì di nuovo. Tony era a terra, incapace di muoversi, con il sangue che gli usciva gorgogliando da un lato della bocca. La vista iniziava ad appannarsi, ma udì una voce, qualcuno lo aveva raggiunto dopo pochi secondi e gli stava tenendo la testa tra le mani. Una sensazione calda lo avvolse.

- Tony, Tony, guardami!- esclamò Donovan- Per gli dei... resta con me, non posso aiutarti se non resti con me!-

Tony sembrò comprendere e mosse appena gli occhi. Il figlio di Apollo gli posò le mani sulla ferita, chiuse gli occhi e cantilenò qualcosa che il giovane non comprese, ma il suono era piacevole. Altri due figli di Apollo erano con lui, tra cui una ragazza con la coda molto carina; la ricordava, era Jemima Carlson, vice capo. Anche lei stava borbottando qualcosa e intanto usava unguenti e altro sulla sua ferita. Le radici iniziarono a ritirarsi dolorosamente dalla ferita, ma il fatto che le sentisse, tranquillizzò Tony, voleva dire che era ancora vivo.

- Ehi, coraggio, andrà tutto bene-

Anche Adam era chinato di fianco a lui e sembrava molto, molto preoccupato. Tony riuscì a girare la testa verso di lui. Le piante uscirono del tutto e Donovan iniziò a richiudere la ferita.

- Visto?- fece Adam, sorridendo- Don ti farà tornare come prima!-

Con fatica, Tony cercò di dire qualcosa che sembrava un rantolato "mi dispiace", poi guardò Donovan.

- Non... voglio... morire- riuscì a gorgogliare.

- Non morirai, resta tranquillo e lasciami fare- gli rispose Donovan, le cui mani ora brillavano di potere curativo come fossero d'oro.

Ma le cose non andarono bene per niente. Quando la ferita di Tony sembrava ormai guarire, qualcosa emerse tra sangue rappreso e brandelli di armatura: un piccolo seme bianco opalescente. Il seme esplose, facendo uscire una pianta simile ad una mimosa. Le radici frustarono Jemima e l'altro compagno, allontanandoli bruscamente e un'altra trapassò la mano di Donovan, bloccando il suo potere. Il semidio ritirò la mano, facendo uscire il tentacolo, ma con orrore guardò in basso.

- Don, stai bene?- si preoccupò subito Adam.

Donovan non rispose, continuava a fissare in basso. Adam abbassò gli occhi e vide il corpo di Tony, squarciato da quel seme che si era aperto e aveva germogliato dentro di lui. I suoi occhi spenti lo fissavano nell'immobilità della morte. Jemima trattenne un singhiozzo.

- Che potere terribile- disse poi, terrorizzata.

Ma non c'era tempo di piangere Tony, poiché il campo era nel caos e l'idra avanzava. Velocemente, Donovan si bendò la mano.

- Dobbiamo aiutare gli altri e fermare questa semidea impazzita prima che ammazzi tutti- disse, risoluto.

- Mi occupo io di Tony- si offrì gentilmente Jemima.

Chiamò altri fratelli e si fece aiutare a trasportare il corpo in infermeria. Adam era troppo sconvolto per dire qualsiasi cosa.

- Adam, mi dispiace per Tony...-

- Non è stata colpa tua. Non potevi saperlo-

Donovan notò il suo sguardo e gli strinse un braccio, facendogli quasi male.

- Non è nemmeno colpa di Scarlett- gli disse- questo lo sai. Non farti dominare dalla rabbia. Lei è qui, da qualche parte, incapace di fermarsi e probabilmente sconvolta e spaventata. Dobbiamo aiutarla, non punirla-

Dopo un momento di silenzio, Adam sentì di nuovo la ragione tornarne dentro di lui. Annuì, sapendo che Donovan aveva ragione.

- Io vado ad aiutare con l'idra- gli disse, notando il suo sollievo a quelle parole.

- E io raduno la mia casa e vado ad aiutare i figli di Ecate, dobbiamo arginare la follia che sta dilagando. Riley e Billy sono già sulle tracce di Scarlett con Ian-

Prima di separarsi, Adam lo baciò, come se temesse che non avrebbe più potuto farlo e corse via. Decine di semidei stavano tentando di fermare l'idra, ma non era cosa semplice. Una spada familiare e rassicurante apparve al suo fianco.

- Dobbiamo tendergli una trappola- parlò Jordan- la casa di Atena sta approntando un piano, ma nel frattempo dobbiamo arginarlo!-

- Conta su di me!-

- E ricorda: non tagliare le teste per nessun motivo o ci ritroveremo in casini peggiori di questi-

Si lanciarono anche loro in aiuto degli altri. La tentazione di affettare le teste era forte per tutti. C'era chi scagliava frecce, chi usava solo lo scudo e chi tentava di intrappolare una testa con una rete. Tutto ma senza staccargli la testa dal collo.

- Atena ha un piano- annunciò di colpo Percy- spingiamo il mostro verso il laghetto delle canoe!-

Si diedero tutti un gran da fare, respingendolo in quella direzione. Un paio di volte videro Chirone schizzare in mezzo ai semidei, raccogliere i feriti e portarli in infermeria, al sicuro. Quelli impazziti e catturati erano stati intrappolati da un magia della casa di Ecate, ma erano parecchi e i semidei rimasti sani di mente troppo pochi. La sola speranza era che la squadra di Riley fermasse Scarlett al più presto.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo - Il Seme della Follia [CONCLUSA]Where stories live. Discover now