Parte 3

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E. e le due V. si stanno riunendo nella sala delle fotocopie. E. concentra la sua attenzione su un paio di fogli, mentre V.P. e V.Q. bisbigliano fra loro.

"Ma quello lì...?".

"E' un matto!".

"Ma sicuro, hai visto com'era vestito?".

V.Q. ride. "Secondo me è almeno un po'..." e fa un gesto, portandosi la mano al viso e aprendola in avanti, in un'imitazione di un gesto aristocratico e femminile.

V.P. ride a sua volta. "Ma sei scema? Non è che se uno è... Cioè, mica si vestono tutti così...".

"E te che ne sai, scusa? Ne conosci?".

"Certo che ne conosco. Te invece no, mi sa". Sghignazzano.

Io smetto di sbirciare con un occhio nella fessura della porta semiaperta e entro. Le due si zittiscono e si calmano quando mi vedono.

"Stai bene?" chiede E.

"Sì, sì, sto bene" mi affretto a dire. "Per caso qualcuno di voi ha un Oki, o un'aspirina?".

V.Q. mi guarda e con educata cortesia mi risponde. "Aspetta, controllo nella borsa".

"Ma che facciamo con quello lì fuori?" chiede V.P.

"Non lo so" le faccio.

"Forse dovremmo chiamare la Polizia" ipotizza V.Q., mentre fruga nella sua borsa di pelle. Tira fuori una scatola di pasticche e me la porge. "Tieni, tesoro".

"Forse è il caso" dice E. "Ma prima secondo me bisogna parlargli. Potrebbe avere una ragione sensata per non voler avere gratis quel biglietto".

"Ragione sensata? Per non volere un biglietto gratis? Per aver minacciato [dice il mio nome] urlandole addosso?".

"Infatti" conviene V.Q. "Guarda che è capace che ci riprova, se tu o lei vi fate vedere".

"Non so" medita E. "Ma ha iniziato subito a minacciarti, da quando è entrato?".

"No" gli riferisco. Cerco di unirmi nella meditazione, ma quel qualcosa mi sta ancora conficcato nelle tempie, e sento di avere la nausea. "Soltanto quando gli ho detto del biglietto omaggio ha iniziato a dare di matto".

"Eh, vedi? Magari si è spaventato. Forse dovresti provare a parlargli". E. mi guarda, a braccia conserte, e mi fa venire in mente il modo in cui fronteggiava il vecchio H.W. nella stanza accanto.

"Va bene" mi arrendo io. Le due V. sono contrariate.

"Stai facendo una stronzata, [diminutivo del mio nome]" reagisce V.Q. Tira fuori un pacchetto di sigarette, ed esce dalla stanza. 

I PENDOLARI SI VESTONO DI NEROWhere stories live. Discover now