Capitolo 23

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La mia amica rimane tutta la notte con me e insiste perché le racconti tutti i dettagli, resta scioccata e cerca in tutti i modi di convincermi di andare a fare la denuncia.

Alla fine mi convinco e prima che lei torni al lavoro mi faccio accompagnare al commissariato.

Quando entro ho un attimo di ripensamento ma il poliziotto del giorno prima mi viene incontro riconoscendomi.

"Buongiorno, sono davvero contento di vederla qui, ha fatto la scelta giusta, venga che la aiuto!"

Alla fine mi chiedono tutti i dettagli, ma al momento è solo la mia parola e non ci sono prove, dato ce non ci sono testimoni, l'unica prova potrebbero essere le impronte digitali che sono state trovate sulla mia borsa.

"La fermeremo e prenderemo le sue impronte, se queste coincideranno con quelle trovate sulla sua borsa allora potremo usarle come prova attendibile, certo sarebbe meglio avere delle prove più concrete"

Mi spiegano meglio cosa succederà e si raccomandano di evitare di uscire da sola o di avere contatti con Fuka, e ovviamente mi suggeriscono di fare una denuncia e far in modo che il tribunale disponga un ordine restrittivo così che lei non possa avvicinarsi a me.

Poi il poliziotto del giorno prima mi riaccompagna a casa.

I giorni passano lenti e io vivo un po' nel terrore. Non so perché ma questa storia mi ha lasciata davvero scossa, ho sempre dovuto fare attenzione, in America quando i fan mi attorniavano poteva succedere che qualcuno un po' troppo irruente mi strattonasse e mi facesse male, ma era diverso, qui stiamo parlando di una vera e propria aggressione, sono finita in ospedale dopo aver perso i sensi con una costola rotta e i punti sulla testa. Passo le mie giornate a casa o al lavoro e qualcuno dei miei colleghi e amici passano a prendermi. Sto iniziando a deprimermi parecchio.

Stiamo tornando a casa, per fortuna Mako ha la macchina e si è offerta di darmi un passaggio, lei è super carina e cerca di chiacchierare e tirarmi su di morale mentre io resto a fissare fuori dal finestrino senza dire una parola.

Poi a pochi isolati da casa, una chioma bionda attira la mia attenzione, il mio cuore perde un battito è Akito, sta tornando a casa, perché vederlo mi fa sempre quest'effetto? Non so più cosa fare per togliermelo dalla testa.

"Mako, scusa, potresti accelerare, ho visto una persona che conosco e non voglio incrociare tornando a casa, scusami"

"Ma certo! Non sarà mica quella pazza vero?" chiede lei improvvisamente preoccupata.

"No, è solo un mio vicino di casa..." dico distratta.

"Bene allora, tieniti forte!" dice ridendo e accelerando.

Arrivate sotto casa lei si offre di accompagnarmi fino al pianerottolo e io le offro qualcosa da bere per il disturbo e lei accetta volentieri. Stiamo per salire le scale quando sento un rumore, mi giro e vedo lei.

"Sei tornata finalmente!" dice con una voce fredda da far venire i brividi.

"Fuka che diavolo ci fai qui? Vattene! Questa è una proprietà privata!"

"Tu mi hai rovinato la vita e credi davvero che la passerai liscia?" dice con un sorriso macabro e tirando fuori una pistola.

"Tu sei pazza!" dico mettendomi davanti a Mako "Vattene Fuka o chiamo la polizia!" urlo più forte che posso.

"Per colpa tua e della tua stupida denuncia, mi hanno espulso dall'università, il mio avvocato dice che non ci sono abbastanza prove per arrestarmi, ma è già abbastanza per farmi perdere tutto ciò a cui tenevo. Ti sei portata via il mio ragazzo e io me lo sono ripresa! Perché non vuoi arrenderti? Perché non mi lasci ciò che è mio?" urla disperata.

Io spingo Mako verso la porta, ma lei se ne accorge.

"Non andrai da nessuna parte! Questa storia finisce qui! Mi hai messo i bastoni tra le ruote per l'ultima volta!" dice puntandomi la pistola contro, sta tremando, poi chiude gli occhi, la vedo fare un lungo respiro e sento un colpo fortissimo. Chiudo gli occhi d'istinto. Non voglio morire così.

Aspetto il colpo, ma sento un rumore e il colpo non arriva, mi ha mancata.

Lentamente apro gli occhi, tirando giù le braccia, quello che vedo mi lascia completamente paralizzata.

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