Capitolo 19

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Quando arriva il medico mi prende un colpo.

"e tu che diavolo ci fai qui?" chiedo sconcertata.

"Sana?" chiede turbato.

"No Babbo Natale! Senti potrei parlare con un medico vero e andarmene a casa?" dico irritata.

"si... si lo chiamo subito"

Quando il medico arriva, mi da uno sguardo veloce "Dottor Hayama, se deve chiamare un superiore per un graffietto alla testa senza nemmeno avere delle lastre sconvolgenti sarebbe meglio che cambiasse immediatamente lavoro!"

"Mi scusi, ma la paziente..." cerca di giustificarsi lui, ma l'altro lo interrompe.

"Nessun ma, impari a trattare con ogni tipo di paziente io ho altro da fare, se dopo i raggi trova qualcosa mi chiami, se no un paio di punti e rimanda questa povere ragazza a casa senza farle perdere altro tempo e veda di compilare bene la cartella! O il suo tirocinio finisce qui!" dice quello spazientito andandosene.

Lo vedo in imbarazzo, ma un secondo dopo torna serio e inizia a comportarsi come se neanche mi conoscesse, mi da proprio sui nervi.

"Allora signorina come si è procurata questa ferita?" chiede passandomi una lucetta fastidiosa davanti agli occhi.

"non è niente sto benissimo vorrei solo andare a casa"

"Dobbiamo prima accertarci che sia tutto apposto, allora si ricorda come si è procurata questa ferita?"

Questo distacco mi sta facendo impazzire "Sono stata aggredita e ho battuto la testa cadendo, ma sto bene, voglio andare a casa!"

"Aggredita?" chiede sconvolto fissandomi.

"Si dalla tua ragazza e la sua amica, e ora voglio andare a casa! Se avessi saputo di trovarla qui dottor Hayama avrei preferito morire dissanguata!" dico con rabbia.

Un'infermiera entra nella stanza "devo portarla a fare i raggi è il suo turno" dice avvicinandosi.

Lui mi sta ancora guardando sconvolto dalle mie parole e io tiro un sospiro di sollievo appena esco dalla stanza.

Mi fanno i raggi e non c'è niente di preoccupante, ma devo comunque aspettare per farmi dare i punti "non si preoccupi, non si vedrà nemmeno lo potrà nascondere sotto i capelli" dice.

Non mi interessa dei punti, quello che mi preoccupa è che sarà Akito a dovermeli mettere.

Mi riportano nella stanza dove rimango sola per pochi istanti, poi vedo arrivare Akito cupo in viso.

"Devo metterle i punti" dice lapidario.

Poi prende tutto il necessario e inizia, io trattengo delle smorfie, lui ha una mano molto delicata, ma la sensazione dell'ago mi da parecchio fastidio, in più sentire la presenza di Akito alle mie spalle mi fa ancora un certo effetto.

Poi mentre è soprappensiero dice "Ci penserò io, non succederà mai più nulla del genere!"

"Non ci pensare neanche, tu non farai proprio niente!" dico categorica.

"ma ..."

"Niente ma! Adesso basta questa storia mi ha già irritata abbastanza, non mi serve il tuo intervento! Non mi serve niente da te! Fine della storia!"

Restiamo di nuovo in silenzio, odio i suoi silenzi, odio che non mi dica quello che pensa, e soprattutto odio che la sua vicinanza mi faccia stare così. Non mi è passata, non mi è passata neanche un po', lo amo, ma non posso continuare così. Le lacrime iniziano a scorrere senza controllo.

Lui se ne accorge "Scusa, ti sto facendo male?" chiede fermandosi.

"Si"

"Metto altro anestetico, andrà meglio" dice.

"Non sono i punti, sei tu, sei sempre tu a farmi male!" dico senza riuscire a smettere di piangere.

Lui mi guarda fisso, non dice niente, ancora.

"Perché non dici niente? Perché stai li a fissarmi senza dire una parola? Non capisci che tutto questo fa male? Che cosa ho fatto per meritarmi questi silenzi infiniti? Era tutto un gioco? Facciamo innamorare la nuova arrivata e poi piantiamola in asso come una scema? Bhè ci sei riuscito! Va bene? Mi sono innamorata come una stupida e tu te ne sei andato senza una parola! E io invece di odiarti ti amo e odio me stessa perché ti amo e non posso farci niente!" dico urlando tutto d'un fiato.

Un attimo dopo sono tra le sue braccia, mi stringe così forte che non sento nient'altro "lasciarti è stata la cosa più difficile del mondo, ma credevo... non sapevo come giustificarmi, non sapevo cosa dire. Mi vergogno di me stesso, mi vergogno di non aver capito"

Resto immobile tra le sue braccia, vorrei fosse possibile restare così per sempre.

Non voglio aspettare che decida ancora una volta di allontanarsi da me.

Non voglio sentirmi di nuovo persa.

Le sue parole, non sono abbastanza, la giustificazione non è abbastanza per il male che ho subito, lui era tutto e mi ha abbandonata, capisco che la notizia di diventare padre possa avergli fatto scegliere di tornare dalla madre del bambino, ma perché non dirmi niente? Perché lasciarmi lì a cercare di capire cosa era successo? Sarebbe stato più facile perdonare un bravo ragazzo che si è preso le sue responsabilità, ma ora? Si sei il bravo ragazzo che si è preso le sue responsabilità, ma hai lasciato me in un abisso e io ti ho visto per caso con lei, senza avere più nessuna notizia, niente. Per te andava bene così? Contavo così poco? Vorrei farti tutte queste domande, ma a parte farle nella mia mente non riesco a dirtelo. Perché so che nel momento in cui tu mi diresti che si, se Fuka era davvero incinta avresti scelto lei il mio cuore andrebbe in frantumi.

E adesso, adesso che hai saputo che era tutta una montatura, adesso perché non sei tornato da me? Ti vergogni di te stesso? Bhè non è abbastanza per me.

Mille pensieri affollano la mia mente nella frazione di qualche secondo, sono io ad allontanarlo.

"Potresti finire di ricucirmi? Voglio andarmene" lui mi guarda colpevole e un po' triste. No caro Akito non ti darò altre soddisfazioni, ho bisogno di tornare a pensare a me prima di tutto.

"certamente" dice rassegnato.

Io distolgo lo sguardo, asciugo le lacrime e mi concentro su un punto fisso del pavimento. Non voglio più sentire niente.

Poi il medico di ruolo viene a controllare che la valutazione di Hayama sia stata corretta e mi firma il foglio per la dimissione.

La mia amica mi viene incontro per aiutarmi.

Vedo Akito affacciarsi "Signorina, ha dimenticato la sua borsa"

Mi volto verso la mia amica "puoi prenderla tu?" dico a voce abbastanza alta perché lui mi senta. Non tornerò da te Akito, mai più.

"certo lascia fare a me!" dice correndo a prendere la borsa e controllando che non ho lasciato niente in giro, ringrazia i medici e spinge la mia sedia a rotelle fino all'ingresso. Finalmente posso alzarmi e camminare con le mie gambe.

"Potresti accompagnarmi a casa?"

"Ma certo, tranquilla! Mi hai fatto prendere un colpo davvero, ho avvisato già Yuchino che domani non andrai al lavoro, le ho detto dell'incidente, ma l'ho subito rassicurata, le ho detto che stai bene e le ho assicurato che mi sarei presa cura di te!"

"Non avresti dovuto, ti ringrazio" dico distratta.

Mi accompagna in casa e inizia a dirmi se voglio questo e quello, come può aiutarmi si offre anche di prepararmi la cena. Mentre l'unica cosa che vorrei è solo mettermi a letto.

"scusa se ti ho fatto preoccupare, ma non c'è bisogno che tu rimanga, penso mi metterò a letto per un po' mi sento un po' stanca e scombussolata" dico cercando di essere gentile perché non si offenda.

"ma certo, però tieni sempre il telefono a portata di mano e per qualsiasi cosa chiamami ok?" dice lei molto cordiale.

"sicuramente e grazie ancora" dico mentre lei si richiude la porta alle spalle.

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