Capitolo 33

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È da più o meno da sei giorni che non  vedo Luca, sono curiosa ma non ho intenzione di chiamarlo o mandargli un messaggio.

Questa settimana è stata noiosa come l'altra e molto traumatica. Ho dovuto dire che a mia mamma che l'hotel che la scuola ha scelto per la gita è quello di mio ''papa'' e diciamo che non la presa molto bene

Però l'ho fatta ragionare, gli ho premesso che non ci avrei parlato e nemmeno che lo avrei guardato in faccia, non voglio perdere l'occasione di visitare la città che amo per una persona che odio e che per me non ha più un valore, mi da talmente schifo.

L'unica cosa positiva è che oggi mi posso riposare dato che è sabato e la campanella è appena suonata.

Esco da scuola accompagnata da Elia e Melissa.
-Elia tu vieni con me oppure vai a piedi? - chiede melissa a suo fratello
-ma secondo te, io ho le forze per camminare venti minuti-dice Elia ridendo, la sua risata è molto contagiosa e ci mettiamo a ridere anche io e melissa, come si fa a non ridere con Elia... Impossibile

-tu Marika vieni in autobus? - mi chiede Elia
-no, mi fanno schifo gli autobus, sapete come la penso. Troppe persone che sudano-dico ridendo.
Ci salutiamo e inizio a camminare fino a quando non si ferma vicino a me una macchina.

-hai bisogno di un passaggio? - quella voce
-no grazie Luca-Dico Continuando a camminare
-eddai sali, oggi fa caldo e tu devi camminare ventiminuti-
Apro lo sportello della macchina, non ho intenzione di camminare per venti minuti

Lui sorride e sfreccia per le strade di salerno
-perché non sei venuto a scuola? - chiedo spezzando il silenzio
-sono stato sospeso, ci sono abituato-dice concentrato sulla strada
-ci vieni alla gita? -
-ovvio-dice felice

-perché sei andato in bagno con Jennifer? - chiedo senza pensarci, non lo dovevo dire, ma perché non riesco mai a contenermi.
-Marika, te l'ho già detto mi dispiace. Sono stato stupido, ero ubriaco e mi sono lasciato andare-mi risponde

-luca fermati-dico guardando avanti a me
-luca ferma l'auto, voglio scendere-odio quando Luca trova delle scuse, se ti chiedo qualcosa cerca di rispondermi in un modo approfondito se no non capirò mai se stai mentendo si o no

-marika ti prego credimi, sono pentito di quello che ho fatto, mi dispiace. Lo so che non lo dovevo fare è che ero preoccupato - ferma l'auto per guardarmi negli occhi. Preoccupato per cosa? Non voglio saperlo, in questo momento ho altro per la testa e non penso sia tanto grave... O almeno lo spero

Senza pensarci apro lo sportello della macchina e inizio a camminare per tornare a casa. Sento lo sportello della macchina chiudersi e dei passi dietro di me.
Mi giro lanciando un'occhiata malefica a Luca che cerca di rincorrermi.

Mi afferra il polso, che mania.
-Marika ti devo raccontare una cosa importante. Ti prego ascoltami-mi guarda con gli occhi pieni di preoccupazione
-parla-faccio un gesto con la mano invitandolo a continuare a parlare

-ecco, prima che io ti venissi a prendere per andare alla festa sulla spiaggia ho visto il proprietario di casa mia. Era davanti al piccolo giardino che c'è davanti a casa mia. Sono uscito e c'era lui che mi gurdava in male... Molto male, allora mi sono preoccupato e quando sono preoccupato mi agito troppo fino a litigare con le persone-dice velocemente staccando la sua mano dal mio polso

-avevo bisogno di rilassarmi allora ho iniziato a bere, si sa, un bicchiere tira l'altro e mi sono trovato nel bagno con Jennifer. Da quel che ricordo stavo ballando e poi ho visto Jennifer. Io non ti trovavo, probabilmente eri tornata a casa perché ho fatto lo stronzo, e hai fatto bene. Però davvero scusami, lo so abbiamo fatto un patto che non ho rispettato per ben due volte, ma devi credermi quando dico che mi dispiace e soprattutto quando dico che mi piaci e non riesco ad aspettare-dice supplicandomi

-mi sa che dovrai aspettare ancora di più, adesso-abbassa la testa e io mi giro e inizio a camminando velocemente.
Sono troppo orgogliosa per scusarmi... Anche se mi piace, mi ha ferito andando con Jennifer, ma tutti lo farebbero se fossero al mio posto o almeno credo.

POV'S LUCA

Sono rimasto pietrificato, mi ha lasciato qui da solo a guardare il vuoto, a fatto bene a farlo, per questo odio innamorarmi... Perché so che soffro, sempre per colpa mia... Ovviamente

Mi odia, è non ci sono scuse per non farlo, sono stato uno stupido. Anche se non stiamo insieme ci comportavano come una ''quasi'' coppia, ora la coppia me la sogno solo.
Spero che con la gita si possa risolvere qualcosa, magari passando un po' di tempo insieme, sempre sperando che lei voglia.

Risalgo in macchina, non vedo l'ora di arrivare a casa per ubriacarmi fino allo sfinimento, e per fumare tutte le canne che riesco a fare solo per dimenticare o almeno per alleggerire tutti i miei pensieri, sarà difficile...molto difficile.

Prima di fumare e ubriacarmi dovrei fare la valigia per andare a Londra,di questa gita non ho capito niente. Non ho capito come si chiama l'hotel, cosa si farà apparte cisitare i musei e quello che si mangerà, devo preoccuparmi di queste cose soprattutto dell'ultima.

Sarà tutto molto complicato.
Parcheggio la macchina davanti al condominio e inizio a salire le scale.
Mamma non dovrebbe essere a casa, lo spero, se sapesse che fumo e bevo così tanto mi picchierebbbe a morte e anche se sapesse che mi continuo a tagliare.

Apro la porta di casa e incomincio a rollare un po' di canne, prendo l'accendino dalla tasca a dei jeans e finalmente mi inizio a rilassare.
Entro in cucina e dal frigo prendo una birra, non voglio esagerare così tanto con gli alcolici... In realtà dipende da come proseguirà il pomeriggio

Torno in salotto e mi siedo sul divano, finisco di fumare e mi dirigo in camera mia con la bottiglia di birra in mano. Inizio a fare la valigia, sarà un pomeriggio molto molto lungo e pieno di pensieri... In realtà un unico pensiero... Marika. È un pensiero fisso.

SOLO TU SAI CONTROLLARMI E AMMAZZARMI//CAPOPLAZAWhere stories live. Discover now