Parte X.

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Luglio 2013.

Ingenuamente, non credevo che amare fosse bello tanto quanto doloroso. Perché amare consuma, fa perdere le forze, a volte. Non sempre regala sorrisi e batticuori. Non sempre strappa lacrime di felicità. E non sempre è quello che si crede.

Quando capii che era tutto, o quasi, nella mia testa, mi buttai giù. Arrivai da lui raggiante, piena di aspettative e di sentimenti. E non essere ricambiata un po' mi uccise. Diedi la colpa all'età. Mi dissi che ero stata una stupida ad illudermi che a quell'età si potesse provare qualcosa di serio. Mi dissi che la maggior parte delle volte, i ragazzi maturano più tardi rispetto alle ragazze, proprio come mi aveva detto Savannah. Mi dissi un mucchio di bugie. Mi iniettai autonomamente delle convinzioni fasulle, per ingannare me stessa e il mio cuore. Per non ammettere la sconfitta.

Mi convinsi che se non ero io ciò che voleva, allora avevo davvero qualcosa che non andava.


Durante l'estate del 2013 decisi di staccare e divertirmi. Ballavo con le mie amiche, partecipavo a qualche falò sulla spiaggia, andavo al mare svagandomi il più possibile, e poi la sera, nel mio letto, mi voltavo verso la finestra e guardavo le stelle.

Quante cose erano cambiate in un anno. E tutto per un dannato ragazzo che tutto voleva, all'infuori di me. Sorridevo spesso anche se avrei voluto piangere. Perché lui, in così poco tempo, era diventato tutto. E non capii fino in fondo quanto male mi avrebbe fatto quella dipendenza.


"Guardo il mare, quello che tanto mi era mancato, e come se fosse insolito, ci vedo te. Vedo i tuoi occhi che non sorridono mai, così cupi e tristi. Lo so che stai soffrendo, so che tutto ciò di cui avresti bisogno è semplicemente un abbraccio che ti dia la sicurezza che tutto passerà.

È straziante sapere che stai soffrendo. è straziante vedere i tuoi occhi così profondi e bui. Degli occhi che ho conosciuto ridenti, ripieni di luce. Con un solo sguardo riesci a trasmettermi tutta la tua tristezza. Tutta la tua paura.

Forse la paura che l'amore non esiste più. Forse, la paura di rimanere solo, o forse la paura di continuare ad avere paura. Vorrei farti sapere che se cerchi l'amore, lui si farà trovare. Vorrei farti sapere che i tuoi occhi stanno gridando aiuto, e c'è chi li sa leggere. Sono io, amore mio. Forse non lo faccio vedere. Sembro indifferente, come se tutto, come se noi, fossimo passati. Ma non è così.

Come faccio a dimenticare tutto quell'amore? Quegli sguardi fugaci che ci scambiavamo tra la folla, come se ci spaventassimo. Delle risate, quelle fatte col cuore, quelle che uscivano dall'anima e lì si legavano per sempre. È ancora tutto dentro di me, e continua a vivere, come se fosse immortale. Ricorda che il mio amore, anche se sotto attacco, trova sempre dove rifugiarsi, e torna sempre più forte di prima. È tuo, l'amore che ho da dare.

Sai, perché ho sempre pensato che siamo nati per donare amore. Per far luce sul cammino di qualcuno. Per riempire di baci e carezze qualcuno bisognoso, e curare le ferite di chi cerca di coprirle sotto finti sorrisi.

Io sono innamorata di te. Anche quando non mi parli. Anche quando vorresti vedere tutti meno che me. Anche quando non ci parliamo. Anche quando facciamo gli indifferenti. Anche se queste parole vorresti sentirle da un'altra.

Anche se so che questo sentimento non è ricambiato.

Ho visto i tuoi occhi nella nebbia della mia vecchia città, la mia città natale. Li ho visti nel mare d'inverno, il primo che vedrò per tutto l'inverno. Ho visto il tuo sguardo negli occhi innocenti di un bambino. Nello sguardo sincero che alcune persone si sono cucite addosso, perché la vera essenza, il vero modo di essere, non lo si può mai nascondere.

Vedo il tuo sorriso in quell'attimo di felicità quando il mio sguardo s'incrocia con il tuo. Il tuo sorriso è bello come quando dopo una lunga tempesta spunta il sole. E tu sei l'arcobaleno...pieno di colori, sfavillante, che stupisce sempre quando lo si vede, proprio come se fosse la prima volta. E vorresti continuare a vederlo sempre, nella tua vita, quell'arcobaleno. Perché sai che è raro, è speciale. Appare sempre all'improvviso, e fa sempre sorgere un po' di speranza a chi lo guarda. Perché dopo la tempesta, l'arcobaleno spunta sempre. Perché malgrado tutto, malgrado tutti, io trovo sempre te, alla fine della tempesta."

ISM


Scrissi la mia ultima lettera per lui in un momento pessimo, in cui i suoi comportamenti mi snervavano a non finire, e io mi sentivo confusa, persa e completamente innamorata.

Quell'estate non era stata significativa come la precedente, ma di certo mi aveva fatto capire un paio di cose, tra cui la più importante: nessuno si può sostituire.

Volete la verità?

Durante quell'estate feci un sacco di cazzate, passatemi il termine.

Diedi il primo bacio ad una persona che non mi piaceva, che non amavo. Provai a stare con qualcuno che non mi faceva battere forte il cuore, e che il suo sguardo non mi faceva vibrare ogni singola corda dell'anima.

Cercai di rimuovere quel ragazzo dalla mia vita con tutta me stessa. E feci un mucchio di errori, senza capire che poi tornavo sempre da lui, e lui da me. E sì, ero io a non riuscire a lasciarlo andare. Non potevo, lui era una parte di me, e se fosse andato via, si sarebbe portato via una parte di me, che era indubbiamente sua.

Mi si avvicinava, mi provocava, e cercava in tutti i modi di attaccare bottone, per poi andarsene, lasciandomi ogni volta più confusa che mai. Io non lo capivo, e nemmeno mia cugina, Savannah, che ci andava giù con le maniere pesanti.


«Quel ragazzo è imbecille, o cosa?! Si vede palesemente che è interessato a te. Non capisco per quale motivo lui venga qui, rompa le scatole, per poi sparire senza alcuna spiegazione.» mi passò una maglia, e la misi sotto il ferro da stiro.

«Dovresti parlargli. O dirgli qualcosa che lo faccia smuovere un po'. Cioè...è proprio rimbambito!»

Le tirai addosso la maglia che avevo appena stirato, nascondendo una risata.

«Sei tremenda, Savannah! Sai come la penso, ormai questa è storia vecchia. Passata. Ha avuto la sua possibilità di farsi avanti e non l'ha fatto...credo sia meglio smetterla una volta per tutte, e andare avanti. Aveva capito quello che provavo, ma ha evitato dire qualcosa. Quindi questo significa...»

«..che è passato un anno da quando l'hai incontrato, e ancora non sei riuscita a togliertelo dalla testa, nonostante tra di voi ci siano stati più di mille chilometri di distanza! Bè, scusa se te lo dico, cugina, ma questa non è una cosa che capita tutti i giorni. E non così presto. E se questo fosse qualcosa di...magico?»

Minimizzai con un'alzata di spalla e un sospiro. «Starò al suo gioco e risponderò alle sue battute, ma non lo penserò più. La mia vita andrà avanti, e giuro, non starò qui ferma ad aspettarlo.»

E così feci. Per poco più di due mesi.


Angolo Autrice:

Chi non ha avuto un amore che non è MAI riuscita a scordare? Chi non ha mai amato così tanto, da perdere la ragione e il cuore?

Parlatene, se volete. Vi aspetto nei commenti <3


Come stelle cadenti.Where stories live. Discover now