Parte IX

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Maggio 2013.

Più il tempo passava, e più mi rendevo conto che oramai, quella "storia" era stata solo frutto della mia immaginazione. Era un ricordo troppo lontano, irraggiungibile e terribilmente doloroso.

Per lui era come se non esistessi, e io mi comportavo allo stesso modo. Vivevo come se lui non esistesse, come se non mi avesse stravolto la vita. Come se io non fossi perdutamente innamorata di lui.

In fondo, speravo che lui si sarebbe ricordato di me, un giorno;
di tutte le nostre chiacchierate, dei nostri sguardi fugaci e delle nostre risate, che a volte solo noi capivamo.
Speravo che si sarebbe ricordato di tutte quelle volte che m'incantavo guardando i suoi occhi. O di tutte le volte che ero l'unica a capire le sue battute un po' strampalate.

Credevo che dimenticarmi di lui sarebbe successo dopo aver pianto abbastanza lacrime da averne abbastanza. Pensavo che prima o poi mi sarei addirittura annoiata nell'averlo sempre tra i miei pensieri, nella mia quotidianità sconvolta dal suo arrivo nella mia vita. Speravo che questo fosse l'amore adolescenziale di cui tutti mi parlavano, e che quindi, nel giro di qualche mese, avrei trovato qualcuno che mi avrebbe tenuto testa senza farmela perdere del tutto, come aveva fatto lui.

Bè, non è complicato capire perché fosse tutto così complicato. Era bastato uno sguardo, un sorriso, la sua risata, e ormai ci ero già dentro abbastanza da ritrovarmi dieci mesi dopo a rifletterci come se fosse il primo giorno. Sono stata troppo presa, troppo interessata, troppo innamorata fin da subito. E lui era così bello.

Era la semplicità che si esprimeva.

Era la speranza, quella che non ha nessuno, quella che viene abbandonata, quella che non viene mai presa seriamente.

Era l'amore...l'amore che si nasconde, l'amore che si racconta, l'amore che si vive.

E poi, era semplicemente lui.
La cosa più bella, più fragile e più speciale.

E ancora adesso, trovandolo a pochi passi da me, ancora con gli occhi velati, mi guarda.

E penso che è una favola. La mia favola.

Potrò mai dimenticarti dopo averti vissuto?

***

Io sono sicura che, se lui starà leggendo questo libro, probabilmente avrà quel sorriso bellissimo sulle labbra e l'aria un po' confusa. Forse, non si aspettava che i miei sentimenti verso di lui fossero così decisi. Forse non credeva che dopo tutti questi anni dessi così tanta importanza anche solo ad uno dei tanti sguardi che mi ha rivolto.

Non si è mai sentito importante. Si è sempre sottovalutato, ignorando quanto valesse. Credo che ora, almeno un po', lo abbia capito. In fondo, gli avevo promesso che avrei scritto un libro per lui.

Sì, lo so. State aspettando di sapere il grande cambiamento di cui vi ho parlato. Manca poco, e lo capirete voi stessi.

Il brutto periodo era passato. Era stato duro, tra studio matto e amicizie sbagliate. Quell'anno avrei auto un esame, e ci tenevo a studiare con concentrazione, un'impresa che si rivelò più difficile di quello che credevo. Ma il mio amore per lui mi teneva in piedi, inondandomi di una speranza che non credevo potesse esistere.

Perché l'amore dà questo: speranza. Non confondete mai l'amore per ciò che non è. L'amore non fa paura, se non i sentimenti che ne conseguono. L'amore non metti brividi, se non per le emozioni.
L'amore non lascia segni, se non nell'anima e nel cuore.
L'amore è pazzo, ma solo perché è il più potente fra tutti i sentimenti. Non perché è pericoloso.

E in quanto a pazzie, credo che siano una conseguenza inevitabile dell'amore.

Stavo per fare il cambiamento più importante della mia vita e non sapevo se ne sarebbe valsa la pena. Stavo per cambiare la mia vita, e questo mi terrorizzava. Perdere le mie abitudini, le mie strade, i miei spazi, la mia città...mi terrorizzava.

Sì, perché avrei cambiato città. Avrei cambiato Regione. I miei genitori avevano deciso di trasferirsi definitivamente al Sud, nella città che quell'estate mi aveva resa felice come niente prima di allora.

E io ero impaziente.

Io ero nervosa, ma determinata. Ma terribilmente spaventata.


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