Parte VIII

32 5 7
                                    

Aprile 2013.

Forse, cari lettori, era stato proprio questo il vero problema, quello che mi faceva soffrire e che di notte quasi mi toglieva il fiato. Io ero totalmente, ingenuamente innamorata di quel ragazzo, tanto da non preoccuparmi delle ferite che lentamente stavano prendendo forma nella mia anima. Lo amavo da lontano, incurante del fatto che tener dentro dei sentimenti così forti, prima o poi, mi avrebbe portata a non rispondere più delle mie stesse azioni. Perché l'amore ci cambia. Ci trasforma e ci modella. Ci fa prendere le sue sembianze, trasformandoci nella sua ombra. E malgrado io soffrissi, perché cacchio, soffrivo da matti, amavo la mia stessa sofferenza. Perché nulla, e dico davvero nulla, sarebbe stato bello come tenermi dentro il suo ricordo, e ciò che era.

Ero ingenua, e inconsapevole che quell'amore adolescenziale mi si sarebbe cucito addosso, portandosi dietro un carico di emozioni impossibili da rimuovere. Perché in quel caso, il mio cuore aveva già scelto lui. E per quanto cercassi di farvi entrare qualcun' altro, era ormai scelta stabilita e timbrata. Lui da lì, non si sarebbe mai mosso.

Nemmeno dopo tanti anni. Nemmeno dopo un futuro diverso. Nemmeno sotto un incantesimo. Perché ciò che è destinato ad essere, sarà.

Riprendendo il discorso di prima, con il "non rispondere più delle mie azioni", mi riferisco a qualcosa di specifico, che adesso vi spiegherò.


Era il periodo di Pasquetta. Io e la mia comitiva di amici avevamo organizzato una giornata da passare insieme prima degli esami, e dello studio su cui ci saremmo dovuti immergere di lì a poco. Eravamo in un salone tutto a nostra disposizione, con tanto di bibite, cibo e dolci a volontà. Noi ragazze avevamo passato la gran parte del tempo a scattare foto stupide, raccontarci le ultime news e confidarci a vicenda. Tutte tranne me, ovviamente.

I ragazzi suonavano, chi la chitarra, chi il piano, e cantavano qualcosa. Noi ogni tanto gli facevamo compagnia, unendoci a loro.

Fu quando presi il mio telefono, e vi trovai uno stato di Facebook, che diedi di matto.

Mi chiusi in una stanza, da sola, e piansi. Piansi leggendo ciò che avevo davanti, piansi per la foto che vidi, perché sebbene lui fosse solo, era doloroso. Faceva male sapere che nella sua vita c'era qualcuno...e che quel qualcuno non ero io.

Non ero io ad occupare i suoi pensieri, proprio come lui occupava i miei. Non ero io la persona che gli faceva battere forte il cuore, e che gli faceva tremare le mani. Non ero io la persona che non lo faceva dormire la notte e che lo faceva sognare ad occhi aperti.

Io non ero per lui, ciò che lui era per me.

E fu un'ammissione dolorosa, difficile da accettare, e ancor di più da superare.

«Forza, amica! Esci da lì. Parliamone. Perché sei scappata così? Hai visto un mostro in quel telefono?»

La voce del mio amico John mi fece scappare un sorriso, in quel momento, anche se ridere era l'ultima cosa a cui pensavo.

«Lo so che hai qualcosa. Qualcosa di importante che ci tieni nascosto... Ci conosciamo da quando eravamo in fasce, praticamente. Ricordi che le nostre mamme hanno deciso di rimanere incinte tutte nello stesso periodo affinché potessimo crescere insieme? Bè, credo ci sia stato un motivo, no?»

Restai in silenzio, e attraverso il riflesso della porta in vetro, lo vidi appoggiarsi contro e sedersi a terra. «Non ti va di parlare, eh?» sospirò, aspettando una mia risposta. «D'accordo, parlerò io, allora. Ma guarda tu da quando questa è così silenziosa...» borbottò, facendomi scappare una risata.

«Dico davvero, amica, chi ti ha ridotto in questo modo? Io...capisco che tu sia cambiata, e che hai tutti i tuoi buoni motivi, perché chiunque cambi ha sempre i suoi buoni motivi. Ma...ecco...ci manchi. Ci manca il tuo umorismo, la tua risata, le tue battute sempre pronte, il fatto di vederti sempre ribelle e pronta ad affrontare le ingiustizie...» ci fu una pausa, e mise una canzone in inglese che non conoscevo. «Sei sempre stata tu quella del gruppo con le palle. Eri tu che prendevi in mano la situazione, che facevi far pace a chi litigava...insomma, hai capito dove voglio arrivare, no? Che fine hai fatto? Cosa ne è stato della ragazza solare che non si arrendeva mai? Butta via quello che ti sta buttando giù, e riinizia. Sei diventata un corpo che cammina, e basta. Tu non sei così. Dimmi cosa c'è che non va.»

Uscii dalla stanza in cui mi trovavo, e lo abbracciai. Tra un singhiozzo e un altro, gli raccontai tutta la storia. Dall'inizio. Tutto quello che avevo trattenuto era esploso come la lava di un vulcano, e non pensavo sarebbe mai potuto accadere proprio a me, che cercavo sempre di essere controllata e di evitare proprio episodi come quello.

E per quanto l'idea di scoppiare a piangere davanti a tutti non mi fosse piaciuto, col tempo capii che mi aveva fatto più bene di quello che credevo. Perché avevo buttato davvero via tutto quello che mi opprimeva, e avevo deciso, come da consiglio, di riiniziare. Per me.

Fu quello che feci. Qualche tempo dopo strinsi amicizia con un ragazzo. Era simpatico, del Sud, terribilmente dolce e molto comprensivo. Si rivelò un ottimo amico, su cui potevo sempre contare, soprattutto nei miei momenti no.

In poco tempo, lui sapeva tutto di me.

Sapeva che il mio colore preferito era l'arancione, che amavo i delfini e il mio sogno più grande era quello di andare in Egitto. Aveva scoperto la mia piccola dote che ancora tenevo nascosta, quella della scrittura, e conosceva i miei orari di scuola. Sapeva persino quali programmi amavo guardare in TV e quali evitavo come la peste. Eppure, non era ancora scappato.

Quell'amicizia mi fece bene, anche se a volte avrei voluto allontanarlo un po' da me, per quanto bravo fosse.

Ripeto, era molto dolce. Ma nonostante io stessi cercando di scappare da un'altra persona, inconsapevolmente mi ci ero avvicinata ancora di più...poco tempo dopo, scoprii che il mio amico fidato, quello che mi conosceva quasi meglio di me e che mi sopportava notte e giorno, era anche il suo migliore amico.


27.07.2012 ∞

"A volte vorrei confessarmi, dirti in faccia tutto quello che mi fai provare quando ti vedo, ma soprattutto, quando ti penso. Vorrei dirti che quel sorriso da ebete che mi spunta appena ti vedo, è perché invece di correre ad abbracciarti, posso solo limitarmi a fare questo.

Ma in fondo, perché darti tante spiegazioni?

Tu quel maledetto giorno di luglio non dovevi essere là. Non dovevi mettere quella maledetta maglia con il palloncino e il cactus. Non dovevi guardarmi, né scherzare con me.

Ed io non dovevo cascarci. Ma cosa potevo fare...

Ti eri presentato con quella camminata così lontana e fiabesca. Con quel tuo sorriso stupendo, con gli occhi colmi di speranza. Con la battuta sempre pronta, e il sorriso sempre sulle labbra. Con l'aria di una persona pensierosa, e quel non so che di stravagante.

Mi avevi conquistata, e nemmeno lo sapevi. Non lo sapevi che da quel giorno la mi vita sarebbe cambiata a causa tua. Ma maledico quel giorno. Lo maledico con tutta me stessa.

Semplicemente perché tu non dovevi essere lì a farmi ridere, e io non dovevo stare là ad innamorarmi."

ISM.


"Scegli me. Nonostante tutto.

Scegli me, anche se non sono perfetta.
Scegli me, anche se sono un completo disastro.

Scegli me, anche quando ti dirò di andar via.
Scegli me, anche quando inizierò a parlare a raffica e non riuscirai a fermarmi.
Scegli me, anche quando mi troverai riflessiva, persa nel mio mondo.
Scegli me, anche quando mi arrabbierò e sarò intrattabile.
Scegli me, anche durante i miei sbalzi d'umore.
Scegli me, anche se forse non potrò renderti sempre felice.
Scegli me, anche se a volte battibeccheremo su qualsiasi cosa.
Scegli me, anche se a volte arriverai ad odiarmi.
Scegli me, anche quando perderai la speranza.
Però scegli me, perché non te ne farò mai pentire.
Scegli me, perché nessuno ti amerà mai quanto me.
Scegli me, perché con me, ti potrai sempre sentire a casa.
Scegli me, perché credimi, non ci sarà cosa più bella di noi due insieme.

E poi, scegli me. Perché io ti ho già scelto."

ISM.


Angolo Autrice:

Pareri sui protagonisti? Che impressioni vi stanno dando? E cosa ne pensate di questa insolita storia d'amore?

Come stelle cadenti.Where stories live. Discover now