Capitolo 6

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"Piangi quanto vuoi,
tanto io di te ricorderò il sorriso."

Alice's Pov

"Ciao. Entra." Lo sguardo languido, le braccia a penzoloni lungo i fianchi, con indosso un paio di pantaloni della tuta e una t-shirt nera stropicciata.

È stanco, si vede lontano un miglio, distante dal suo solito aspetto da temibile e irraggiungibile dottor Conforti a cui tutti sono abituati. Vorrei abbracciarlo, dirgli che va tutto bene e non lasciarlo più, ma non lo faccio, non è il momento. Dobbiamo parlare di cosa sta succedendo e del motivo per cui è sparito per quattro giorni senza avvisare nessuno.

Lo seguo all'interno del suo appartamento in silenzio seguendo i suoi movimenti, mentre si siede sul divano poggiando i gomiti sulle ginocchia e tenendosi la testa tra le mani.

Non sembra intenzionato a parlare, per cui sono io ad avvicinarmi, accovacciandomi sul pavimento, così da avere gli occhi alla stessa altezza. Occhi che però mi nega.

Faccio scorrere le mie dita prima sulla mano e poi sul viso, dove gli accarezzo la barba delicatamente, provocandomi un leggero solletico sul palmo.

"Ehi." Gli sussurro nel modo più dolce possibile, ottenendo finalmente la sua attenzione.

Annego nei suoi occhi blu mare, mentre la sua bocca leggermente schiusa mi attira come una calamita. Sembra essere caduto in stato di trance, quindi avvicino lentamente le mie labbra alle sue, sfiorandole, notando poi un piccolo sorriso comparirgli sul volto.

"Ho parlato con Calligaris," Claudio irrigidisce le spalle "mi ha mostrato i tabulati telefonici di Angelo e i video di una telecamera di sorveglianza che vi ha ripresi entrambi."

"Alice io..."

"Ti ha cercato, ma non è riuscito a rintracciarti. Sospetta di te."

"Non sono stato io..." Sussurra con voce tremante e scuote debolmente il capo.

"Lo so. Io ti credo Claudio, ma il tuo comportamento non aiuta. Hai mentito alla polizia e poi sei sparito." Continuo ad accarezzargli la guancia, per fargli capire che le mie vogliono essere tutt'altro che accuse.

Claudio sospira profondamente e mi fa cenno di sedersi accanto a lui, mentre si rannicchia con le ginocchia strette al petto, rivolto verso di me.

"Non è vero che non conoscevo Angelo. Ai tempi del liceo eravamo molto uniti e abbiamo continuato a frequentarci anche nei primi tempi dell'università fino a che... Fino a che lei..." La voce gli si spezza, mentre qualche lacrima gli riga il viso, sfuggendo al suo controllo.

Poggia la fronte sulle ginocchia, riempiendo il silenzio con qualche singhiozzo.

Non l'ho mai visto così... Fragile.

Mi avvicino ulteriormente a lui e lo abbraccio forte, poso la guancia sul suo capo, mentre le mie mani vagano sulla sua schiena per confortarlo.

Sono qui, Claudio.

Non dico niente, lasciando che scivoli poco per volta con il viso nell'incavo tra la mia spalla e il collo, con le sue braccia che mi circondano il ventre. Quindi intreccio le dita con i suoi capelli e li accarezzo dolcemente.

Ascolto il suo respiro concitato contro la mia pelle, che man mano si fa più calmo e regolare.

"Insieme a me e Angelo, spesso c'era una ragazza, che conoscevo da quando ero bambino... C'era Chiara, Chiara Ferraro, la mia migliore amica." Deglutisce vistosamente.

"Angelo aveva di solito un certo ascendente sulle ragazze, che però illudeva, facendo credere loro di amarle, per poi lasciarle. Non gli è mai importato veramente degli altri: se stava con qualcuno era esclusivamente per suo risconto personale. Ci aveva provato spudoratamente anche con Chiara, ma lei non era mai stata interessata a lui, né a quel genere di persona." Claudio interrompe un per qualche attimo il suo racconto, facendo dei respiri profondi, come se cercasse di risanare una ferita che si era inevitabilmente riaperta.

L'Allieva 2Where stories live. Discover now