Capitolo 1

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Alice's Pov

Sono le 20.00 di domenica e domani dovrò inevitabilmente andare in istituto, nonostante sia agosto e ci siano 35° all'ombra, ragione per cui cerco di godere quanto più possibile del comfort offerto dal mio caldo, morbido e amato letto.

Me ne sto ferma immobile da ore a contemplare il soffitto in cerca di non so quale delucidazione divina che però tarda ad arrivare. È tutto il weekend che non faccio altro che pensare alle parole da lui pronunciate venerdì.

"Per me quella notte è stata molto importante. Io con te, riesco a essere me stesso. Senza filtri, maschere... E, sei la prima con cui mi è capitato. Quindi, sei anche l'unica con cui ho immaginato di poter vivere insieme.

Funzioniamo! Lo senti, lo capisci? Funzioniamo! Qua dentro, fuori... Funzioniamo."

Me ne ero rimasta impalata e muta come un baccalà a rimirare ogni piú piccola sfumatura di quegli occhi blu mare.

Devo dire che l'istinto di baciarlo era stata forte, ma quella piccola parte razionale di me ha prevalso e, piuttosto di dire o fare cose di cui molto probabilmente mi sarei pentita in seguito, ho preferito tacere.

"Pensaci. Pensaci bene."

Sto pensando a te ininterrottamente da due giorni, Claudio. Ma, nonostante il mio cuore la sua scelta l'abbia già fatta, non ho ancora il coraggio di buttarmi.

E se ciò non bastasse, i sensi di colpa nei confronti di Arthur per averlo tradito mi attanagliano lo stomaco, ma non bastano a seguirlo in giro per il mondo e a buttare via tutto quello che sto costruendo, a pensare di non rivederti più Claudio. La paura di perderlo come collega, come amico e come mentore, ma infondo so anche io non è solo questo. Io provo qualcosa per Claudio e questa consapevolezza mi fa paura. Ho paura di innamorarmi completamente e irrimediabilmente di lui e delle conseguenze che questo sentimento possa portare nella mia vita.

Decido di passare il resto della serata in compagnia di Yukino, che quel santo di mio fratello ha convinto a non partire per il Giappone e rimanere in Italia.

Due pizze e 4 puntate di Game Of Thrones più tardi, è l'una di notte e nel mio cervello ci sono ancora scoprite a caratteri cubitali le iniziali del medico legale più aitante e brillante della penisola italiana: CC.

Così però non posso continuare. Ho bisogno di vederlo e di capire veramente quello che provo. Ed è così che, in un impeto di sicurezza interiore, che afferro il cellulare e lo chiamo. Sicurezza che si sgretola nell'istante esatto in cui risponde.

"Pronto? Alice?" La voce impastata dal sonno, indice che, con questa chiamata del tutto fuori luogo, l'ho svegliato.

"Alice ci sei?"

"Alice, puoi cortesemente fornirmi un motivo valido per il quale tu abbia deciso di svegliarmi all'una di notte? E spero vivamente per te che sia qualcosa di veramente importante perché altrimenti domani in istituto troverò sicuramente il modo per fartela pagare. E sai che non scherzo."

E ora cosa gli dico? Non c'è un vero motivo per cui l'ho chiamato. Ma che cavolo mi è saltato in mente? Devo inventarmi rapidamente una scusa plausibile.

"Mi mancavi."

Perfetto! Complimenti Alice. Non avresti potuto rispondere in modo più stupido di questo.

"Sacrofano, hai bevuto?" Risponde in modo sarcastico.

"No, è che... Possiamo parlarne domani?"

L'Allieva 2Where stories live. Discover now