Capitolo 21

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Il locale era semivuoto. Anche in strada non c'era anima viva, tutto per l'arrivo della polizia.
Pensai che il mio aspetto somigliasse a quello di un vegetale che era ancora in grado di camminare, ma non poi così tanto, visto che Gabrielle mi prese sottobraccio per trascinarmi.

Ci avvicinammo ad un tavolo e i miei due amici si accasciarono sui divanetti circostanti. Io rimasi alzata a fissarli con le mani che si torturavano da sole. Volevo piangere. Di nuovo. Quella giornata era iniziata malissimo e stava finendo allo stesso modo.

Non ero abbastanza forte per sopportare anche quello. Il mio telefono vibrò e lo estrassi dalla tasca. La mamma di Marcus mi avvisò che era andata a prendere Dylan e lo aveva portato a casa sua per un pigiama party.

Non mi presi nemmeno la briga di chiamarla o di preoccuparmi del fatto che mio fratello passasse troppo tempo da loro. Ma erano amici e si volevano bene e sapevo come era affettuosa e gentile come una madre, Linda.

Così mi limitai a rispondere un semplice grazie e buonanotte. Erano ormai le undici di sera ed io non avevo la minima voglia di festeggiare, anche perché non c'è n'era motivo.

Scott mi strinse una mano. "Hey" mi tirò verso di lui e caddi al suo fianco. Mi circondò le spalle con un braccio, gli lasciai fare tutto, non avevo la forza sufficiente per impedirlo. "Andrà tutto bene" la sua voce cercava di tranquillizzarmi. Ma io desideravo solo quella di Ryan. Non ebbi il tempo di chiedere ad Elle a chi si riferisse nella telefonata precedente, perché il suo cellulare squillò di nuovo.

I miei occhi si chiusero per la stanchezza. Quella volta fui io ad appoggiarmi alla spalla di Scott. Non mi addormentati, cercai solo di riposare le palpebre.
Scott mi circondò con un braccio, forse perché mi aveva sentita tremare dal freddo.

Ascoltai le voci ovattate dei miei due amici, mentre m'immersi nel mio mondo senza prestare attenzione a niente. Volevo tornarmene a casa e dormire con Dylan, proprio come una bambina. Ma la mia casa era fredda e vuota. Nè mia madre né mio fratello erano presenti. Mi chiesi quanto ancora sarebbe potuta scendere la mia tristezza quella serata.

La squillante voce di Charlotte mi arrivò dritta ai timpani facendomi sbarrare gli occhi.

Erano tutti lì, anche lui.
Le mie due amiche mi stavano raggiungendo con Cody e Noah. Ryan non lo vidi subito ma lo sentii ancor prima di vederlo.

Quando Arleen mi sfiorò il viso preoccupata mi resi conto di essere rimasta incantata a fissare la figura possente che camminava a passo lento verso di noi.

Aveva il cappuccio calato sul capo, le mani nelle tasche dei jeans neri e gli occhi socchiusi in due fessure. Lasciava viaggiare le sue pupille al mio fianco e poi le riportava su di me. Quando capii il perché mi resi conto di essere ancora ancorata a Scott. Alzai il capo molto lentamente dalla sua spalla e misi qualche centimetro in più tra di noi.

Non seppi perché lo feci, ma lo sguardo di Ryan mi faceva venire i brividi.

Ero felice di vederlo lì, volevo alzarmi e correre ad abbracciarlo, ma non mi sembrava il caso, anche perché lui fece finta di niente, m'ignorò proprio come se non ci fossi.

Si sedette distante da me, sul divanetto centrale. I ragazzi lo acclamavano perché nonostante tutto era riuscito a sconfiggere l'avversario. Altri ragazzi di passaggio si fermarono per congratularsi mentre lui gli faceva solo un cenno del capo e poi lasciava ricadere il suo sguardo nuovamente su di me.

Ordinò qualche bevanda alcolica, non smisi per un solo secondo di guardarlo anche quando fissava il suo bicchiere. Mi sentivo esclusa. Io ero solo preoccupata per lui, non mi meritavo di essere ignorata così.

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