Capitolo 15

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"Sali in macchina" ringhia schiacciando il telecomando della portiera, mi guardò indietro e mi pento di non essere rimasta con Jason, l'unico senza problemi in quella strana famiglia.
"È tardi, andrò domani con mio padre" il freddo entra inevitabilmente sotto i capelli gonfi dall'umidità e mi gela il collo.
Lui apre la portiera e accende la macchina.
Mi sta aspettando.
Non posso stare in secondo in più in mezzo a quella corrente di ari gelida.

In ospedale:

Sa già dove andare, non rallenta e nella mano destra tiene le chiavi dell'auto come se dovesse bucarsi il palmo.
Dovrei essere io quella nervosa, non lui.
"Dove stiamo andando?" Non c'è nessuno se non un paio di infermieri che credo siano lì per il loro turno notturno
"Kyle, dove stiamo andando" contemporaneamente alla mia domanda una porta automatica Si apre di scatto, lui si gira e fissa la mia spalla

"Buona sera, preghiamo di venire doman-" al medico gli si spezzano le parole in bocca quando Kyle si rigira
"K-Kyle" lo abbraccia, Kyle ricambia e non sembra per dovere ma per piacere.
"Che ci fai qui? E lei? Buona sera anche a lei" so e vedo che è felice, ma la sua voce è tremante e i suoi occhi lucidi.
"Buona sera" sorrido, lui mi allunga la mano, ed è lì che mi sento ingabbiata, il braccio non riesco ad alzarlo a dovere e sulla mia faccia si legge dolore.
"Sei qui per lei vero?"
Lui abbassa la faccia.
"Venite" fa cadere sul petto gli occhiali legati ad una catenella.

Entrambi siamo nel suo studio, il dottore aspetta e forse intende male
"Uhm lui e io non siamo..."
"Oh questo lo so bene, ma è stato lui ad entrare, non te ne sei accorta?"

Lo guardo dietro di me "esci per favore"
"No, devo vedere" la mia faccia avvampa e le mie orecchie fischiano
"Kyle, aspettaci fuori" cerca di spingerlo via, ma lui urla "DEVO VEDERE CIÒ CHE TI HO FATTO"

Mi blocca nei suoi occhi e leggo determinazione di restare lì dentro.
"Signorina..."
"Fa nulla" mi tolgo la felpa
"È alla spalla giusto? Allora può rimanere in maglietta"
Io abbasso lo sguardo, la spalla è il minimo...
"No" tolgo anche la maglia e il dottore spalanca gli occhi.
Non intendo guardare Kyle, e non intendo nemmeno sapere se sta guardando o no...

Spalla e costole sono viola, la mia pelle sente dolore al tocco del medico, i suoi polpastrelli sono come lame di vetro grezzo, non per colpa sua, probabilmente perché ho freddo e la mia pelle è sensibile.

"Come è successo?" La domanda fatidica arriva troppo presto.
"Sono scivolata, il suo fratellino stava correndo bagnato per il corridoio, mi ha fatta scivolare..."
Manda giù la saliva e alza il sopracciglio
"Va bene"
Smette di torturarmi e sbuffa davanti al modulo dei medicinali.
"Cosa hai preso per il dolore?"
"Normali antidolorifici"
"Prendili ogni giorno a distanza di 12 ore e evita sollevamenti e di dormire da quella parte"

Stacca secco il foglietto e fa per passarmelo.
Ma la mano di Kyle interrompe il mio allungamento
Lo prende e lo mette nella tasca del suo giaccone invernale.
Nessuno dice nulla e ci salutiamo.
"Kyle, dammi la ricetta" siamo in strada, vicino alla macchina
"Kyle"
"Andiamo in farmacia, poi a casa tua"
Non riesco nemmeno a chiudere la portiera che lui ha ingranato la quarta.

Gli do le indicazioni e scappo da lui senza nemmeno prendere l'antidolofico
Ce l'ho a casa.

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CIAO BELLESSE 🐌
La storia si sta attivando e spero davvero che in molti capiterete qui!!!!

Grazie davvero a chi ci tiene a votare questa storia💋💓 -Mappleluzz 🌂

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora