Capitolo 4

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5 giorni dopo, ore 8:00 della mattina
"Se hai bisogno chiamami" dice papà prima di chiudere la porta.
Ho un borsone pieno di tute e maglie comode, non credo serviranno vestiti attillati e tacchi vertiginosi, Vedere Kyle, guardare i suoi occhi sarà difficile.
Karen e Liam sono partiti presto, mi hanno lasciato le chiavi di casa nascoste sotto lo zerbino e quello che mi aspetto è la casa vuota, con Jason e Kyle che dormono.
Apro la porta, sta per arrivare una tempesta e il caldo dell'entrata mi risucchia dal freddo gelido di fuori.
"Megan!!!" Urla a pieni polmoni
"Che ci fai sveglio?!" Bisbiglio
"Kyle è giù, non sta bene" improvvisamente si ficca il pollice in bocca e fa un passo indietro
Lascio cadere il borsone "Jason, andiamo in camera"
Cerco di farlo perdere con dei giochi ma quello che pensa lui è correre giù da suo fratello
"Mi ha detto di no" dice
"Senti, io vado giù solo a controllare, se stai qui e fai il bravo andiamo a prendere dei lamponi e facciamo la marmellata"
Lo tasto per vedere se sta bene e poi lui annuisce.

Le scale non sono mai state così corte, la velocità dei miei piedi mi sbalordisce, ma quando arrivò alla rampa dopo la cucina, quella che porta alla taverna mi blocco, metto un piede alla volta e rallento quando sento sbuffare.
Kyle... ancora.
Apro la porta e la scena non mi piace, è seduto contro una parete della stanza, il tavolo è rotto e le sue mani sono tutte viola e aperte fino all'osso
"Kyle" sospiro
"Vai via" guarda basso e sul dorso del naso goccioline di sudore cadono sulla maglia bianca, sporca di rosso.
"Cosa hai fatto?" I miei piedi si avvicinano a lui senza che io li controlli, lui non mi dice di fermarmi, resta solo a facci bassa
"Vado a" vorrei dire a chiamare l'ambulanza, ma so che sarebbe una rovina per entrambi
"Prendere delle garze"
"No, sto bene" dice finalmente
"No, non stai bene" la rabbia sale e vederlo lì quasi distrutto mi fa gelare le vene
"Vattene"
"Jason è su, non ti deve vedere così"
Se non lo fa per me, che lo faccia per suo fratello.
Alza lo sguardo e sa benissimo dove sono, i suoi occhi verdi mi fanno pensare a Karen, i capelli sono cresciuti rispetto a qualche giorno fa, ma restano comunque corti.
Leggo quello sguardo come se fosse d'accordo, allora corro su nel bagno, rivisto tra i farmaci di bisogno e trovo garze e disinfettante.
Ritorno giù e lui non c'è più
"Kyle?" Lo chiamo
Sento un oggetto metallico cadere nel lavandino del secondo bagno, in parte alle scale, vado piano da lui e vorrei urlare per quello che vedo
Una scatoletta verdona è aperta per terra, strumenti metallici strani escono sparsi
Alzo lo sguardo e lui è lì, con un ago curvo e arrugginito, e con un filo bianco
"Cosa stai facendo?!" Dico sconvolta
"Non è nulla"
"Kyle"
"BASTA! IO NON TI CONOSCO E NON TI VOGLIO, VAI A FARE IL TUO LAVORO E LASCIAMI IN PACE"
Il suo urlo è potente, chiaro e non posso fare altro che sparire dalla sua vista.

Devo ammetterlo, le lacrime stanno per scendere e quello che voglio fare è scappare con Jason a casa mia, lasciarlo solo e finalmente felice.
Ma a Karen ho promesso tutt'altro.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora